~chapter 4~

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Le sue visite al cimitero erano diventate frequenti, quasi quotidiane.

Ogni volta che aveva tempo libero non sapeva come occuparlo, è come se avesse perso voglia di fare qualsiasi altra cosa, allora comprava un mazzo di margherite ed andava a trovare il suo amico, solo per essere sorpreso ogni volta dal fatto che qualcuno lo aveva preceduto e gli aveva portato le margherite prima che Wonwoo lo faccia.
Non aveva la più pallida idea di chi fosse.

Inoltre era tornato a lavoro, anche se non era ancora mentalmente pronto, non poteva permettersi più tempo a casa, altrimenti avrebbe perso il lavoro, il che voleva dire dover dipendere economicamente dai suoi genitori di nuovo, e questa era l'ultima cosa che voleva.

Poi odiava passare tempo senza niente da fare, i suoi pensieri continuavano a tormentarlo, quindi tenersi occupato era la migliore soluzione.

Per quanto riguarda l'università, aveva ricominciato a frequentare i corsi, ma era davvero difficile per lui dato che tutti i posti lì dentro gli ricordavano Youngjae; ma d'altronde anche il coffee shop glielo ricordava dato che veniva a visitarlo spesso durante l'orario di lavoro.

Il posto che più glielo ricordava era il suo armadietto.
L'università aveva deciso di lasciare l'armadietto di Youngjae inutilizzato, in memoria dello studente deceduto.
Quindi per Wonwoo era davvero difficile passarci davanti per coincidenza e vederlo ,esattamente uguale a prima,gli sticker di girls generation che aveva attaccato sull'esterno erano ancora presenti,così come l'ammaccatura che una volta avevano causato mentre giocavano a baseball e probabilmente anche i suoi libri di testo e altri effetti personali erano ancora dentro,come se non fosse successo niente,come se da un momento all'altro il ragazzo sarebbe passato a prendere o a posarci qualcosa dentro.

Ma ciò non sarebbe successo.




Wonwoo decise di fare un passo avanti nelle sue ricerche.
Voleva sapere la verità riguardo la morte del suo amico, la sua famiglia gli aveva solo detto che si fosse suicidato, ma non avevano neanche specificato come.

Wonwoo era convinto che non fosse suicidio, ma era ancora troppo presto per rivelare le sue teorie alla famiglia Choi, però non poteva aspettare, aveva bisogno di risposte, e quindi quel giorno dopo lavoro decise che sarebbe andato alla stazione di polizia che aveva registrato la scena del crimine, e l'ospedale che aveva fatto l'autopsia al corpo morto di Youngjae.

Purtroppo il tragitto fu inutile dato che le persone che lavorano alla polizia e all'ospedale gli dissero che per questioni di privacy non potevano dargli nessuna informazione, a meno che non fosse accompagnato da un membro della famiglia Choi,o che la polizia verificasse che avesse il loro permesso.

Purtroppo questo voleva dire che doveva parlarne con loro, e a quel punto non serviva a niente chiedere permesso di leggere il caso di Youngjae, bastava chiedere a loro le informazioni necessarie.
Ma questo era proprio quello che cercava di evitare.

Lui sapeva quanto fosse difficile per loro attraversare il lutto, e non voleva rendere le cose ancora più difficili con le sue teorie.

Inoltre sembrava che la sua famiglia si stesse riprendendo lentamente, o almeno ci stavano provando; e Wonwoo non voleva rompere il fragile equilibrio che stavano disperatamente cercando di ripristinare.

Però a quanto pare non aveva scelta.

Ebbe la perfetta opportunità per farlo quando due giorni dopo Seungcheol passó al coffee shop durante l'orario di lavoro di Wonwoo.

<<hey Wonwoo>> disse arrivando davanti alla cassa.

<<salve hyung>> rispose cordialmente il minore causando al ragazzo dai capelli neri di ridacchiare.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora