~chapter 121~

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19 dicembre

Il giorno del processo arrivò, soojin si svegliò presto, non che avesse dormito molto durante la notte, terrorizzata era dir poco, dopo aver fatto pace con l'essere abusata per così tanti mesi, le ci volle coraggio a denunciarlo, e adesso era arrivato il momento di affrontarlo.

Però fare pace non è il termine giusto, soojin non aveva accettato ciò che le stava succedendo, soojin si era arresa, negli ultimi mesi aveva perso ogni briciola di autostima, di amore per sé stessa, di autorità riguardo al suo corpo, di sicurezza, di umanità.
Yuta aveva fatto molto di più che abusarla fisicamente, lui la aveva maltrattata, stuprata, ridicolizzata, messa in imbarazzo, l'aveva forzata ad inginocchiarsi per implorare di fermarsi e mai una volta l'aveva ascoltata, da allora in poi fu costretta a soffrire in silenzio.

Soojin non trovava più nessuna ragione per continuare a soffrire, e aveva pensato di togliersi la vita, ma non era giusto nei confronti di youngjae, infondo lei non era l'unica che stava soffrendo, anche se era lei la vittima, sapeva che tutto ciò che stava accadendo non era facile da sopportare per il suo fratellino, Soojin aveva notato il suo cambio drastico da quando aveva scoperto che soojin fosse molestata, e si sentiva estremamente in colpa per ciò  non poteva lasciarlo adesso dopo tutto.

Quei pensieri le occuparono la mente tutta la notte fino a che la porta della sua stanza da letto si aprì facendola sussultare, si rilassò quando vide youngjae alla porta, lui notò i suoi occhi aperti e si preoccupò di averla svegliata, ma la maggiore lo rassicurò dicendogli che non riusciva a dormire.

"Posso dormire da te?" Chiese lui e soojin quasi singhiozzò, era come quando era un bambino e soojin era una teenager e lui aveva un incubo, alla fine lui era ancora il suo fratellino piccolo, annuì e Youngjae non ci pensò due volte prima di mettersi sotto le coperte e stringere la ragazza con tutta la forza che aveva, si addormentarono così e trascorsero il resto della notte stretti l'uno all'altra.

Il processo era di pomeriggio, e i due passarono la mattina in silenzio, entrambi erano troppo nervosi per chiacchierare, ma Youngjae cercava comunque di fare il suo meglio per alleggerire l'atmosfera e calmare sua sorella.

"A che ora è la tua classe?" Chiese soojin ad un certo punto ricordandosi che l'altro doveva andare all'università.

"Huh? Non vado?" Rispose lui come se fosse ovvio.

"Perché?" Chiese di nuovo lei.

"Perché è alla stessa ora del processo e verrò con te" spiegò il ragazzo.

I due discussero per un po', Youngjae insisté che non poteva lasciarla andare da sola e lei continuava a ricordaglri che non poteva perdere la sua classe.

In realtà non era per la classe, lo sapevano entrambi.

"Youngjae...." il tono debole della ragazza mise il minore a tacere.

"Non voglio che tu mi veda così...." spiegò lei abbassando gli occhi al pavimento ferita, tutto era già stato abbastanza imbarazzante, non poteva sopportare l'idea di entrare nei dettagli dei suoi stupri davanti al suo fratellino, inoltre non voleva che yuta lo vedesse, voleva tenerlo fuori da questa storia dove non era già coinvolto.

Youngjae sentì una fitta al cuore alla scena e capí come si sentiva, non avrebbe insistito più allungo, annuì semplicemente.

"Posso cavarmela da sola" disse lei ler farlo sentire meno preoccupato.

"Lo so, certo che puoi" annuì lui sorridendole prima di preparare le sue cose per la classe che aveva tra un paio d'ore, almeno avrebbe avuto una scusa per andare all'università e prendere il dipinto da minghao, sarebbe stato il regalo di soojin una volta fuori dal tribunale e una volta quel maniaco dietro alle sbarre.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora