~chapter 119~

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Le cose andarono solo di male in peggio da quella notte, infondo yuta adesso sapeva che la ragazza non avrebbe fatto niente per impedirgli di sfruttarla.

La molestava costantemente, non la stuprava tutti i giorni, ma la guardava sempre in modo disgustoso che le faceva venire la pelle d'oca, sbirciava sotto la sua gonna e dalle scollature delle sue camice, faceva commenti inappropriati riguardo al suo corpo come "preferirei le tue mani sul mio cazzo" quando soojin gli consegnava un documento oppure che voleva rovinarle il rossetto o usarla fino a che non sarebbe svenuta, la toccava, a volte era una mano sulla spalla o sul fianco, a volte persino davanti ad altre persone ma discretamente, quindi quando erano davanti ad altri impiegati e yuta le portava una mano al fondoschiena, soojin doveva fare finta di niente per non attirare attenzione indesiderata.

Però era peggiore quando erano soli, yuta la costringeva a rimanere nel suo ufficio più allungo dei suoi colleghi, e quando erano soli non doveva trattenersi.

A volte era una sculacciata, a volte la costringeva a baciarlo fino a che le mancava l'aria, a volte le strattonava un seno, a volte si sedeva nell'ufficio di lei per ore solo a guardarla mentre lavorava a disagio sotto il suo sguardo, a volte buttava qualcosa sul pavimento e le chiedeva di raccoglierlo e soojin sapeva bene che si stava godendo la scena mentre lei si piegava per raggiungerlo.

Una volta l'aveva costretta a guardarlo mentre si masturbava davanti a lei, pensando a lei, lasciando andare suoni osceni che fecero venire a soojin voglia di vomitare.

Però a volte andava fino a infondo facendo venire a soojin voglia di morire.

Però non poteva farci niente.

Provò a saltare lavoro per evitarlo, ma yuta le mandò un messaggio terrificante in cui la minacciava di confessare tutto a mingyu se lo avesse fatto di nuovo, soojin non saltò mai più un giorno di lavoro da allora.

Una volta l'uomo era stato talmente brutale su di lei che soojin continuò ad urlare e piangere per tutto il tempo.

Quella notte yuta la picchiò, e soojin scoprì a sue spese che lo avrebbe fatto ogni volta che si rifiutava di lasciarsi usare.

E nonostante tutto Soojin non ne parlò a nessuno perché fu facile per lui convincerla che era lei la responsabile di tutto ciò che le stava accadendo, perché lei era insicura e lui era un ottimo manipolatore.

Quando lui sapeva che mingyu era in città non lasciava nessuna traccia e nessun marchio, perché sapeva che se qualcun'altro avesse scoperto cosa stava facendo non sarebbe riuscito a cavarsela facilmente, ma per adesso riuscì ad andare avanti per mesi e mesi senza disturbo.

Fino a che Youngjae non scoprì ciò che stava succedendo a sua sorella maggiore.

Soojin non glielo avrebbe mai rivelato, né a lui né a nessun'altro, troppo spaventata dalle conseguenze, come la guarderanno da oggi in poi? Cosa penseranno di lei? Lo diranno a mingyu? La lasceranno tutti e finirà sola come un cane?

Ma più di tutti non voleva immischiare Youngjae, il suo innocente fratellino in questo schifo, era troppo buono per il mondo intorno a lui.

Era così giovane e gentile, non si meritava di essere turbato con tale crudeltà.

Soojin negò tutto quando lui notò i lividi che yuta le aveva lasciato sul corpo, avrebbe dovuto essere più attenta nel coprirli, ma Youngjae non avrebbe lasciato correre così facilmente, non quando non era la prima volta che che ne notava alcuni, all'inizio semplicemente non ci aveva pensato troppo, ma la reazione di soojin confermò che era qualcosa di cui doveva preoccuparsi.

Lei cercò di inventarsi qualche scusa tipo che era caduta dalle scale ma lui non era stupido, e soojin fu costretta ad essere onesta quando suo fratello le chiese "mingyu hyung ti picchia?" Il terrore era ovvio nella sua voce e lei non potè mentire più allungo, sarebbe stato ingiusto permettere a qualcuno pensare qualcosa del genere riguardo suo marito anche solo per un secondo, lui non aveva neanche mai usato una parola cattiva contro di lei.

Soojin rivelò tutto a youngjae senza dirgli chi fosse lo stupratore, e lui non riuscì a contenere le lacrime per più di 5 minuti da quando lei cominciò a parlare, come potete immaginarvi una serie di "dobbiamo andare alla polizia" "dobbiamo dirlo a mingyu" "dobbiamo fare qualcosa" occuparono la stanza non appena soojin finì, youngjae la strinse in un abbraccio quasi soffocante, le promise che avrebbero solto tutto ma soojin si inginocchiò davanti a lui terrorizzata con le lacrime agli occhi, gli baciò i piedi implorandolo di non dire niente a nessuno, se lui avesse parlato, tutto ciò che aveva sopportato negli ultimi mesi sarebbe stato invano.

E non sarebbe riuscita a convincerlo se non gli avesse detto che la avrebbe messa in ancora più pericolo se avesse aperto bocca.

Dopo molto tempo, e non felicemente Youngjae accettò, per il momento di mantenere il suo segreto, e per quanto finalmente parlarne a qualcuno avesse fatto sentire soojin un po' meno sola, non aveva considerato che aveva solo condiviso il suo dolore con Youngjae che non poteva sopportare l'idea che tutti i giorni sua sorella stesse essendo molestata e lui non potesse farci niente.

Youngjae cominciò a vedere un psichiatra qualche mese dopo, e ciò aiuto a farlo sentire meglio, ma non fermò l'abuso che stava attraversando soojin.

Sooyoung cercava di convincerlo ogni giorno di parlare alla polizia e che soojin era solo spaventata e che l'uomo stava bluffando, offrì anche di parlare personalmente con soojin senza neanche sapere chi fosse, tutto mentre lei stava ancora essendo sfruttata sul posto di lavoro.

Soojin era morta dentro, non era più sè stessa, odiava il suo corpo, odiava il suo lavoro, odiava la sua vita, si sentiva sola, non si sentiva al sicuro neanche nel suo proprio corpo, e Youngjae a sua volta non si sentiva meglio, si sentiva così inutile ogni volta che la vedeva perché non riusciva più a riconoscerla, dovevano fare qualcosa.

Soojin rimase incinta.


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Non l'ho riletto quindi fatemi sapere se ci sono errori.

Buona lettura <3

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora