~chapter 68~

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Morto.

Youngjae era morto.

Era come attraversare il lutto di nuovo.

Wonwoo era distrutto, gli veniva da piangere, tutto questo era successo davvero, non era solo un brutto incubo.

Era realtà, Youngjae aveva sopportato tutto questo, però per qualche ragione al momento la cosa che gli interessava di più era la ragazza davanti a lui.

Gli si strinse il cuore alla vista del naso rosso e delle lacrime secche sulle sue guance che stavano venendo rimpiazzate da delle nuove.

Non voleva vederla così.

Wonwoo si alzò in piedi, sentiva un disperato bisogno di rimuovere le lacrime e di stringerla tra le sue braccia, dirle che tutto sarebbe andato bene, che non doveva preoccuparsi, che lui era lì per lei.

Se qualcuno avesse mai detto queste cose a lui quando soffriva per la perdita del suo migliore amico probabilmente non ci avrebbe creduto, ma adesso sentiva il bisogno di consolarla.

<<oh sooyoung..>> sussurrò lui tristemente quando la vide mordersi il labbro per evitare di singhiozzare, voleva dirle che poteva lasciarsi andare, poteva piangere, non doveva contenersi.

Wonwoo fece un passo avanti e lei automaticamente ne fece uno indietro.

<<wonwoo..

Puoi, puoi lasciarmi sola?
La tua seduta è finita comunque, puoi andare, n-non devi pagare, solo...ho bisogno di tempo, scusami.>> disse lei e Wonwoo stava per protestare ma sooyoung non gli diede neanche tempo per rispondere ed uscì subito sulla terrazza dall'altra parte del suo ufficio e si chiuse la porta dietro impedendogli di seguirla.

Wonwoo osservò la porta che gli venne chiusa in faccia, non aveva mai visto cosa ci fosse all'esterno e di certo non si aspettava che la prima volta che sooyoung avrebbe aperto quella porta sarebbe stato per sfuggirgli.

"Ho fatto qualcosa di sbagliato?" Pensò stando in piedi sbalordito nel suo ufficio.

Non poteva chiederglielo dato che era fuori e la porta era chiusa dall'esterno.

Wonwoo non voleva lasciarla così, davvero, voleva esserci per lei mentre era triste, voleva consolarla, ma non avendo altra scelta dopo un po' debbe tornare a casa.

Sooyoung tirò un sospiro di sollievo quando sentì la porta del suo ufficio chiudersi indicando che wonwoo se ne era andato.

Non voleva cacciarlo così ma non poteva permettere che la vedesse in questa condizione.

Si lasciò andare sulla sedia sulla sua terrazza e cominció a piangere, anche se qualche lacrima le era sfuggita mentre wonwoo era lì, si era trattenuta dal non scoppiare in un pianto atroce.

Odiava mostrare emozioni, specialmente quelle negative, fin da quando era una ragazzina, lei era sempre stata l'amica vivace e gioiosa, non parlava mai dei suoi problemi e aiutava sempre le persone intorno a lei.

Allora perché era così difficile nascondere cosa sentiva adesso?

Ci aveva provato, ma era troppo difficile resistere ai terribili ricordi che aveva soppresso per quasi un anno.

Era così liberatorio parlarne, era liberatorio non essere l'unica persona che lo sapeva ma allo stesso tempo raccontare la storia ad alta voce aveva scatenando tutte le emozioni che si era costretta ad ignorare per tutto questo tempo.

Le mancava Youngjae, si sentiva terribilmente in colpa per tutto, per non essere stata capace di aiutarlo, per la povera vittima, si chiedeva se stesse ancora essendo molestata e questo peggiorava ancora di più i sensi di colpa.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora