~chapter 118~

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Tornare a lavoro fu la parte più difficile.

A soojin servì molto coraggio per presentarsi alla nakamoto corporates per la prima volta dopo l'accaduto e affrontare yuta come se niente fosse, infondo la sua faccia era come uno schiaffo in faccia, era l'altra persona coinvolta in quella notte, ma soojin era determinata a mettere tutto apposto e continuare la sua vita normalmente.

Ce la poteva fare.

Decise che l'unico modo per farlo era ignorare il suo capo completamente e fare finta che niente fosse successo tra loro, prima o poi entrambi se ne sarebbero dimenticati e sarebbe stato solo un vago ricordo, un errore che si era lasciata alle spalle.

Magari non voleva dire niente per yuta il che avrebbe reso il tutto più facile.

Purtroppo non era così, e se ne accorse subito, le cose non sarebbero andate come voleva, perché nonostante quanto cercasse di ignorarlo lui era ovunque e la stava sempre guardando.

Soojin cercava di ignorare il suo sguardo tagliente sempre su di lei, la faceva sentire così violata, si sentiva come se fosse solo un oggetto e non una persona.

Il suo oggetto.

Ogni volta che alzava lo sguardo dalla sua scrivania lui era da qualche parte che la guardava nella poca privacy che un ufficio con le porte in vetro poteva offrire.

Continuò ad ignorare.

Ignorò quando si accorse che l'uomo stava fissando la scollatura della sua camicia mentre lei consegnava dei rapporti che le aveva chiesto di scrivere.

Ignorò quando stava facendo il suo controllo quotidiano su tutti gli uffici dell'azienda e trascorse più tempo nel suo ufficio che in quelli degli altri dipendenti.

Ignorò il fatto che la chiamava al suo proprio ufficio sempre più spesso per cose inutili.

Ignorò commenti come "mi piace quando ti leghi i capelli" o "questa gonna ti dona indossala più spesso"

Ignorò quando si avvicinava troppo a lei e la annusava.

Ignorò quando le fece cambiare ufficio per avere uno più vicino al piano dove c'era il suo.

Ignorò tutti gli sguardi inappropriati che lanciava, quando si sentiva offesa e voleva fare qualcosa si ricordava che infondo non era niente che non aveva visto prima, niente che non aveva toccato.

Non aveva molto da nascondere.

Almeno non l'aveva mai toccata da quella notte e ciò la fece sentire un po' più tranquilla, non sapeva cosa avrebbe fatto se avesse sentito le sue mani su di lei, già le ci era voluto molto sforzo per riuscire ad essere intima con mingyu nuovamente senza sussultare.

Soojin ignorò fino a che non potè più ignorare.

"permettimi di offrirti da bere" le disse una sera quando aveva fatto in modo di darle così tanto lavoro che sarebbe stata l'ultima persona nell'azienda a finire, il che voleva dire che erano soli quando lui apparì nel suo ufficio proprio quando lei stava per andarsene.

Erano esattamente le stesse parole che aveva usato quella notte e Soojin debbe contenersi dal vomitare.

A quanto pare ignorare non avrebbe funzionato, lui pensava che ciò che era successo si sarebbe potuto ripetere perciò soojin non ebbe altra scelta che confrontarlo anche se l'idea le metteva ansia.

"Nakamoto, senti mi dispiace ma quella notte è stata un errore, per favore dimenticatela e torniamo alla formalità e la professionalità che dovremmo avere sul posto di lavoro." Disse soojin stringendo la borsa che era sulla sua spalla ma senza riuscire a regge il suo sguardo, non sembrava molto sicura di se stessa e ciò non fece altro che incoraggiare l'uomo davanti a lei.

"Sono d'accordo con te ed è per questo che usciamo da qui, non sono più il tuo capo dopo le 11 ed in un bar" insistè lui facendola sentire sempre più insicura.

"Capo, io sono sposata" disse soojin alzando la mano mostrando la fede sulla sua mano come prova, la sua voce si fece debole alla fine della frase, i sensi di colpa si fecero vivi.

Yuta inclinò la testa di lato fingendo di essere confuso
"Non eri sposata la settimana scorsa?" Chiese con finta innocenza costringendo soojin a ricordarsi tutte le immagini che aveva cercato di toglierti dalla testa nei giorni scorsi.

Sospirò ma venì fuori tremante.

"È stato un errore, una sola volta e mingyu non ne sa niente, perciò ignoriamo ciò che è successo e andiamo avanti con le nostre vite." Disse soojin cercando di sembrare sicura di sé stessa ma i sensi di colpa erano ovvi nella sua voce ed il sorriso che yuta le donò le fece venire la pelle d'oca.

Il sorriso di chi aveva sentito abbastanza, aveva sentito esattamente ciò che voleva sentire.

Anche se sembrava sicuro di sé stesso yuta aveva temuto le conseguenze di aver portato a letto una ragazza inconscia, specialmente dato che un analisi del sangue entro 48 ore avrebbe potuto provare che aveva drogato il suo drink.
Chissà se se ne fosse anche accorta.

Temeva anche suo marito, pur quanto fosse gentile e troppo buono per questo mondo, era pur sempre un uomo grande e grosso con abbastanza soldi per fare ciò che vuole, ma più tempo passava più yuta si rilassava, magari soojin non si ricordava niente, o magari ancora meglio, era il tipo a qui non dispiaceva dormite in giro quando suo marito non era in città, il che avrebbe risparmiato a yuta molta fatica perché era stato ossessionato con il corpo di soojin per anni, da quando aveva cominciato a lavorare alla sua azienda, era vero ciò che dicevano le persone alla compagnia, che lui l'aveva assunta solo perché era una bella donna, il fatto che lei fosse eccellente al suo lavoro era stata solo una coincidenza, però nonostante ciò, soojin non lo aveva degnato di uno sguardo negli ultimi anni, e poco ma sicuro, adesso che aveva finalmente avuto un assaggio non lo aveva saziato, anzi non aveva fatto altro che aumentare i suoi desideri nei confronti della corvina.

Ma la verità era ancora meglio, yuta era l'unica persona che sapeva del "errore" di soojin, adesso lui aveva qualcosa che poteva usare contro di lei.

'Stupida stupida soojin' pensò yuta godendosi i sensi di colpa ovvi sul volto della donna.

Yuta si avvicinò e lei non potè non fare un passo indietro intimidita dall'aura dell'uomo, dalla sua sicurezza.

"Oh mingyu non lo sa?" Chiese lui fingendo di essere mortificato, guardando soojin come se avesse fatto la cosa peggiore del mondo.

"Povero mingyu" abbassò lo sguardo facendola sentire ancora più in colpa di quanto già si sentisse.

Soojin deglutì.

Yuta fece passi in avanti e lei indietreggiò fino a che la sua schiena non toccò il muro dietro di lei.

"Mingyu non sa che ti ho toccata così?" disse yuta portando un mano ai capelli della donna e sistemandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio, quella era la prima volta che la toccò da quella notte, la ragazza cominciò a tremare.

"Non sa che le mie dita hanno tracciato ogni pezzo di pelle sul tuo corpo?" Chiese, una domanda retorica, mentre la sua mano passava dal suo fianco alla sua vita e soojin cercó di spingerlo via da sé ma non aveva neanche un briciolo di forza in sé.

"Allora continuerà a non saperlo" concluse yuta, il ricatto nelle parole chiaro, se ti rifiuti il tuo caro Mingyu saprà tutto, e si chinò forzando le sue labbra su quelle della ragazza con forza, non era romantico ne passionale, era animalesco, e quella notte fu ancora peggiore della prima perché questa volta soojin era completamente sobria e realizzava cosa le stava succedendo, non importa quanto urlò e quanto cercó  di toglierselo di dosso, lui non si fermò mai fino a che non arrivo infondo.

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Sono tornata, mi dispiace per l'assenza avevo i miei finals ma ho finalmente finito il semestre perciò cercherò di essere il più attiva possibile.

Fatemi sapere cosa ne pensate e enjoy ♡

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora