~chapter 43~

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Nei seguenti giorni la sua vita era tornata più o meno alla normalità.
Tutto era come qualche settimana fa, non come era prima della morte di Youngjae, non sapeva se le cose sarebbero mai tornate a quella normalità.

Era tornato all'università e al lavoro, vedeva minghao e jeonghan tutti i giorni come al solito, e in aggiunta anche seungcheol, piuttosto che vederlo solo di tanto in tanto, lo vedeva tutti i giorni al coffee shop, stava semplicemente seduto ad un tavolino sorseggiando qualcosa mentre usava il telefono, oppure stava al bancone ad infastidire lui e jeonghan.

<<hyung, non hai niente di meglio da fare?>>gli chiese una volta portandogli l'ennesimo caffè della giornata.

<<Cosa può esserci di più importante che passare la giornata con il mio fratellino preferito e tenergli compagnia mentre lavora?>> chiese svattendo le ciglia un numero eccessivo di volte per dare fastidio al minore.

<<hyung senza offesa, non è che mi dai fastidio, ma mi sembra strano che tu passi spontaneamente così tante ore al giorno qui>> rispose wonwoo disinteressato, perché in realtà non è che voleva che il maggiore se ne andasse, però non voleva neanche che Seungcheol si sentisse in dovere di seguirlo ovunque e controllarlo come un baby sitter.

<<non ti preoccupare>> rispose il maggiore gesticolando per cambiare l'argomento.

In quanto ad università, stava studiando parecchio per tornare alla pari con gli altri studenti, ma non era risultato troppo difficile.

Era orgoglioso di se stesso in quanto alla sua vita sociale, con l'aiuto dei farmaci, era riuscito a tenere a bada la tensione, ed aveva fatto un buon lavoro nel convincere i suoi amici che stesse bene.

Ogni volta che li vedeva faceva il suo meglio per avere una normale conversazione con loro senza parlare troppo, ovvero parlavano dei suoi studi, del suo lavoro, di come erano andate le loro giornate, forzava sorrisi per non farli preoccupare, ma senza mai entrare nei dettagli di come stesse davvero in generale.

Infatti nessuno sapeva dei suoi incubi, ne dei suoi attacchi di panico e tanto meno del fatto che vedesse uno psicologo, tanto meno quello di Youngjae, o quella meglio dire.

Parlando di psicologo, wonwoo aveva appuntamenti fissi con sooyoung, due volte alla settimana alle sette di sera.

Non sapeva come stava andando, e se stesse migliorando, ma ci si stava abituando.


Oggi wonwoo non aveva nessuna lezione, perciò decise di passare al cimitero prima di andare alla clinica di sooyoung.

Lasciò il suo appartamento alle sei di sera, non prendendo la sua auto dato che il tempo era ideale per una camminata.

Passó dal fioraio e comprò delle margherite che seungkwan gli diede con un sorriso gentile.

Arrivò al cimitero in dieci minuti, e appoggiò i fiori vicino alla tomba del suo amico.

Era da un po' che non lo aveva visitato e si sentiva in colpa.

<<ciao Jae, come stai? Mi manchi.

Non sono stato molto bene questa settimana, e quella prima, beh in realtà non sono stato molto bene negli ultimi mesi.>> disse riflettendo a ciò che aveva vissuto da dicembre fino ad adesso.

<<ho cominciato a vedere uno psicologo, il tuo psicologo>> continuò, e l'unica risposta che ovviamente riceveva era il silenzio più totale.

<<Sai l'idea di vedere uno psicologo all'inizio non mi faceva impazzire, infatti non so come sono andato a finire da uno psicologo>> raccontò, sperando che ovunque Youngjae fosse aprezzasse la sua compagnia.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora