~chapter 61~

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Wonwoo preparò il caffè per il cliente, lo mise sul bancone e chiamò il suo nome.

<<iced americano per Soo-young!>>

Stava per richiamare di nuovo l'ordine quando nessuno si alzò per prenderlo però jeonghan afferrò il bicchiere di plastica e lesse il nome sopra.

<<iced americano per Haseul!>> chiamò lui e una ragazza si avvicinò al bancone per afferrare la sua bevanda confondendo wonwoo, non lo aveva sentito quando l'aveva chiamata lui?

Quando la ragazza prese il suo caffè ed era lontana dai due, jeonghan si girò verso di Wonwoo.

<<questo è il terzo cliente che chiami sooyoung da sta mattina, sei un po' distratto non pensi?>> il biondo sorrise e Wonwoo abbassò lo sguardo imbarazzato quando realizzò perché la ragazza non gli aveva risposto.

In effetti era distratto.

<<poi chi è sooyoung?>> chiese jeonghan alzando ed abbassando le sopracciglia per infastidire Wonwoo e quest'ultimo scosse la testa semplicemente con le guance rosse, jeonghan si era fatto l'idea più sbagliata che poteva, il maggiore rise alla sua reazione e tornarono al lavoro.

Non era stata una settimana facile per wonwoo, era infastidito, deluso, arrabbiato, solo e confuso, e la cosa peggiore è che il primo istinto che aveva quando una di queste emozioni lo attaccavano era mandare un messaggio a sooyoung per parlargliene anche se lei era la ragione per cui si sentiva così.

Ogni volta che si sentiva ansioso o aveva un attacco di panico pensava, cosa farebbe sooyoung? Oppure si faceva una nota mentale di raccontarle ciò che gli era successo durante la prossima seduta, ma poi si ricordava che la stava evitando.

Non la stava evitando perché era arrabbiato con lei, era un solo un po' offeso ma non era arrabbiato, sapeva che non poteva parlare di altri pazienti, più che altro era arrabbiato con se stesso per non essere capace di accettare la situazione ed essere così debole.

Infatti sentiva il bisogno di scusarsi con lei per averla piantata così e per il tono che aveva usato l'ultima volta, ma aveva paura.

In questo tempo capí quanto era abituato a vedere e parlare con sooyoung e quanto dava la sua presenza ed il suo aiuto per scontato.

Ne era quasi dipendente e la cosa lo spaventava, ne era terrificato.

L'ultima volta che aveva dato la presenza di qualcuno per scontato era Youngjae.

La stava evitando adesso che aveva realizzato di essere affezionato a lei più di quanto pensasse perché aveva paura di affezionarsi ancora di più, troppo.

Aveva anche evitato di andare al cimitero per paura di incontrarla lì.

Però anche se odiava ammetterlo gli mancava, gli mancavano le loro sedute, gli mancava chiacchierare con lei, scherzare, leggere poesie insieme, gli mancava il suo sorriso, la sua voce, i suoi consigli, gli mancava leggerle qualcosa che aveva scritto ed osservare la sua reazione positiva, lei lo faceva sentire sempre così apprezzato, così speciale.

Per non parlare del fatto che aveva bisogno di parlare con lei dei suoi problemi, tutto sembrava più facile quando glielo raccontava, e lei aveva sempre una soluzione per tutto.

Lei era perfetta.

Però per qualche ragione gli mancava più sooyoung come amica che Dr. Ahn, anche se tecnicamente aveva bisogno di lei come psicologa, lei era solo la sua psicologa.

Si era trovato a pensare a lei ogni volta che preparava il caffè, ogni volta che scriveva, persino quando giocava con Nemo, e incredible ma vero, anche quando vedeva il colore rosso pensava a lei.

Qualche mese fa, avrebbe vomitato alla vista di qualsiasi tonalità di rosso dato che gli ricordavano il sangue nei suoi sogni, adesso invece il rosso gli ricordava la testa della maggiore.

Se ne accorse una volta quando trovò se stesso sulla sua scrivania in un momento di ispirazione e la prima frase che scrisse fu "È bella come un fiore, la più bella rosa rossa", quando rilesse le parole scritte lasciò cadere la penna e non finí mai di scrivere la poesia.

Gli mancava.

Il suo umore peggiorava giorno dopo giorno, si sentiva estremamente solo, e jeonghan e Seungcheol che facevano gli sdolcinati davanti a lui mentre lavorava non aiutava, specialmente quando doveva fingere di non sapere niente.

Come adesso, era sera e mancavano un paio di minuti all'orario di chiusura, il coffee shop era vuoto, l'unico cliente presente era seungcheol, anche se a questo punto wonwoo pensava passasse più tempo lì che lui stesso quindi non si poteva proprio definire un cliente.

Mentre jeonghan e Seungcheol chiacchieravano Wonwoo decise di distrarsi pulendo il bancone, aveva già raccolto le sue cose e aveva la sua tracolla sulla spalla in modo che potesse uscire da lì il prima possibile, non sapeva perché vedere i due così gli dava così fastidio, era felice per entrambi, davvero, se lo meritavano, e vedeva seungcheol come un fratello, però ora come ora voleva solo sparire piuttosto che ascoltarli ridacchiare mentre si guardavano con gli occhi a forma di cuore.

Si comportavano come se si fossero dimenticati dei loro dintorni e a wonwoo era venuta l'acidità di stomaco quando vide jeonghan muovere le mani per sistemare il colletto di Seungcheol.

"È ridicolo che pensino che non me ne sia accorto, oltre a non fidarsi di me pensano sia stupido" pensò alzando gli occhi al cielo.

<<hey Wonwoo>> disse ad un certo punto seungcheol attirando la sua attenzione.

<<potresti prepararmi un caffè prima di chiudere se non hai ancora spento i macchinari?>> chiese gentilmente.

Wonwoo roteò gli occhi di nuovo "adesso si sono ricordati che esisto anch'io?".

Stava facendo il permaloso, ne era consapevole, però non poteva evitare di sentirsi offeso.

<<no, chiedi al tuo ragazzo di preparartelo>> rispose senza pensarci troppo senza neanche alzare lo sguardo dai bicchieri di carta che stava mettendo a posto.

Quando l'unica risposta che ricevé fu silenzio si girò per controllare le loro reazioni, voleva vedere sui loro volti la stessa espressione che ha avuto lui quando ha scoperto che i due non si erano fidati di lui ma erano andati a dirlo ad una perfetta sconosciuta.

Per un secondo pensò che definire sooyoung una sconosciuta era ingiusto anche se solo nella sua mente, ma rivolse comunque la sua attenzione ai due davanti a sé, entrambi avevano gli occhi spalancati e lo osservavano cautamente, cercando di capire se wonwoo stesse scherzando o meno, ma Wonwoo era serissimo.

<<che c'è? Anche Jeonghan sa preparare il caffè, certo non buono come il mio ma->> disse sarcastico.

<<wonwoo...>> lo interruppe seungcheol quando capí che non stava scherzando e che sapeva della loro relazione.

<<no, sono serio, può preparare lui la tua bevanda, o puoi farlo tu stesso dato che passi giornate intere qui dato che io me ne sto andando>> disse impassibile non lasciando trasparire nessuna emozione, si sistemò meglio la tracolla sulla prima di uscire dal coffee shop sotto i loro sguardi lasciandoli di stucco.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora