~chapter 29~

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<<ti va di bere del caffè con me?>> disse lei sorridente puntando alla panchina.

Wonwoo era ancora spaventato e destabilizzato, non aveva ancora superato pienamente l'attacco di panico che aveva appena avuto e non aveva neanche capito cosa stesse succedendo intorno a lui, però sooyoung in quel momento sembrava una persona fidata, lo sguardo che gli stava rivolgendo era davvero incoraggiante e il suo sorriso gentile.

Anche se era traumatizzato qualcosa gli stava dicendo di fidarsi di lei, qualcosa gli diceva che sedersi con lei avrebbe potuto tenerlo al sicuro, e al momento aveva davvero bisogno di sicurezza.

Ricambiò il suo sguardo, lei lo stava ancora aspettando senza mettergli fretta e il suo sorriso non aveva mai lasciato le sue labbra.

Wonwoo allora fece cenno di "sì" con il capo, non essendo ancora in grado di formare una frase coerente.

Ovviamente sooyoung non ne sembrò sorpresa, infatti aveva esperienza con gli attacchi di panico, e ne aveva visti di ben peggiori nella sua carriera, perciò sapeva bene che non era così facile pensare lucidamente sotto i suoi effetti.

Wonwoo si alzò e dire che era esausto era dir poco, la mancanza di sonno non aiutava, per non parlare del fatto che gli tremavano le gambe.

Sooyoung camminò un passo davanti a lui per guidarlo e dargli il suo spazio, e lui la seguì.

Si sedettero entrambi sulla panchina e lei fece attenzione a non essere troppo vicina per non dargli fastidio.

Gli passó il bicchiere di caffè sperando che non si fosse freddato dato che sapeva che le bevande calde aiutano a distendere i nervi.

Wonwoo la afferrò e abbassò il capo per ringraziarla.

Cominciò a bere il caffè in silenzio, la mano che teneva il bicchiere sbucava fuori dalla giacca e l'altra si trovava nella sua tasca.

Il liquido caldo gli stava dando conforto insieme al profumo di vaniglia.

Inoltre notò che il caffè era davvero dolce, definitivamente troppo dolce per i suoi gusti, ma non importava.

Sooyoung in realtà non lo beveva così dolce.
Mise le bustine di zucchero che le avevano dato in più specificamente per wonwoo, per alzargli lo zucchero nel sangue in modo che si riprendesse.

Sapeva che aveva un calo di zuccheri, probabilmente non aveva mangiato.

Mentre lui continuava a gustarsi la bevanda sooyoung accese la torcia del telefono in modo che non rimangano al buio, anche se in realtà la luce del lampione era abbastanza per vedere, la accese per farlo sentire più al sicuro e meno in pericolo.

Questi piccoli gesti lo stavano  inconsciamente facendo sentire meglio, e lo stavano tranquillizando.

Rimasero in silenzio aspettando che wonwoo finisse il caffè, e quando finalmente lo finí sooyoung cominciò a parlare.

<<ti va di parlarne?>> chiese lei con tono di voce basso per non infastidirlo.

Il suo sistema nervoso era sensibile al momento.

Wonwoo si girò verso di lei sorpreso, come se non avesse avuto una conversazione in troppo tempo e come se non si sarebbe aspettato di averne una adesso.

<<...parlare di cosa?>> chiese onestamente dopo un minuto di silenzio, avevano qualcosa da discutere?

Sooyoung capí che il suo subconscio non aveva pienamente capito cosa gli fosse capitato, allora richiese pazientemente.

<<del tuo incubo>>  disse lei guardandolo negli occhi.

<<il mio.....incubo?>> sussurrò con tono confuso prima di finalmente capire a cosa si riferiva.

Il suo incubo.

Incubo!

Quello che era appena successo era un incubo.

Allora perché è stato così terribile e realistico? Lui ha sempre brutti incubi, perché questo è stato così traumatizzante?

Gli andava di parlarne?

Wonwoo non era tipo a cui piaceva parlare di cose private, specialmente con sconosciuti, e sooyoung era una sconosciuta.

<<io... sono morto>>

Prima ancora di poter ragionare e decidere se ne volesse parlare o no la sua bocca aveva già cominciato a rivelare cosa gli era successo.

Sooyoung lo stava guardando seriamente facendogli capire che era tutto orecchi.

<<una corda, io, qualcuno mi ha impiccato, o forse sono stato io stesso, non lo so ...>> disse tenendosi la testa tra le mani, troppe informazioni, gli stava venendo un mal di testa.

Cosa era successo nel suo incubo? Era davvero solo un incubo?

<<Hey wonwoo>> disse lei dolcemente appoggiando una mano sulla sua spalla per attirare la sua attenzione.

Wonwoo la guardò e per l'ennesima volta quella notte incontrò il suo sguardo.

<<era solo un incubo, è tutto finito.
Guarda! adesso sei seduto qui con me sulla panchina, stiamo parlando, e tu stai bene, potresti fare tutto questo se fossi morto?>> disse lei gentilmente, e lentamente, sembrava quasi stesse parlando con un bambino.

Wonwoo ci pensò, è vero, sto parlando, non mi fa male la gola, non c'è sangue, .......era solo un incubo.

<<no>> le rispose a bassa voce, non avrebbe potuto fare tutto questo se fosse morto.

<<esattamente, allora ti va di parlarne con me?>>

Wonwoo annuì anche se non sapeva perché dovrebbe raccontarle il suo incubo, però lo fece comunque.

<<nel mio incubo, c'era una corda intorno al mio collo, ma non ho visto chi l'ha avvolta, non so se sono stato io stesso >> disse e sooyoung annuì per incitarlo a continuare.

<<quando la corda ha cominciato a stringersi ho sentito dolore fisico come se mi stessero davvero impiccando>>
Disse chiudendo gli occhi ricordandosi la terribile sensazione.

<<c'era sangue ovunque, e la mia vista era offuscata, mi mancava poco e sarei morto davvero, però tu mi hai svegliato>> disse riaprendo finalmente gli occhi.

<<fa davvero così male?>> chiese lui rifiutandosi di pensarci e stringendosi ancora di più nella giacca, aveva di nuovo freddo.

<<no wonwoo, non fa così male, l'impiccagione è veloce ed indolore>> mentì lei distogliendo lo sguardo.

Sapeva perché wonwoo aveva fatto quella domanda, e onestamente non se la sentiva di dirgli che il suo migliore amico avesse sofferto terribilmente, e che il suo suicidio era stato lento e atroce, non quando era in queste condizioni, perciò mentì.

Ma anche lei ne rimase ferita, l'idea che youngjae avesse sofferto così tanto e che nessuno di loro avesse potuto fare niente per lui era insopportabile.

Lei non aveva fatto niente.

Lei era la sua psicologa, una sua amica e comunque non ha potuto fermarlo.

Era un fallimento.

Nel tentativo di non lasciare emozioni trasparire davanti a lui si fece una promessa: non sono riuscita ad aiutare Youngjae, almeno aiuterò wonwoo, costi quel che costi.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora