~chapter 67~

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<<Era in trappola>> la voce di sooyoung riecheggiò nella stanza.

<<Youngjae mi ha detto che aveva precedentemente provato a convincere il suo caro a denunciarlo, mi ha detto che anche lui ci aveva pensato, che anche lui voleva ovviamente porre fine alle sue sofferenze ma che la vittima lo aveva implorato di non fare niente.

Mi ha...ha detto che gli aveva detto che non gli interessava cosa dicesse, avrebbe chiamato la polizia comunque, ma la vittima si era inginocchiata con le lacrime agli occhi davanti a lui, gli aveva baciato i piedi dicendogli che se lo avesse fatto, sarebbe stata la sua fine.

Anche lui aveva le lacrime agli occhi quando me l'ha detto.>> si ricordò la ragazza con l'amaro in bocca.

"Anche tu hai le lacrime agli occhi adesso" pensò wonwoo quando vide una lacrima solitaria lasciare l'occhio della psicologa, subito spazzata via dal suo palmo.

Finalmente lasciò andare la tazza e la poggió sul tavolino quando iniziarono a tremarle le mani.

Wonwoo sentì un immenso dolore al cuore nel guardare la scena, e a rendere tutto peggio era il fatto che la storia che ha distrutto così la ragazza era la storia del suo migliore amico defunto.

Si sentì in colpa per aver insistito così tanto per scoprire cosa aveva Youngjae se per lei parlarne era così doloroso.

Dopo un altro respiro profondo continuò.
<<Youngjae era l'unica persona che lo sapeva, e a quanto pare non avevano abbastanza prove né testimonianze, e lo stupratore aveva completo accesso alla sua vittima, Jae mi ha detto che erano vicini, fisicamente parlando ovviamente, quindi in qualsiasi momento poteva fargli del male o abusarla, e non si sarebbe mai perdonato se gli fosse successo qualcosa per colpa sua.

Mi ha anche rivelato che la povera persona che stava subendo tutto questo non lo avrebbe mai rivelato a nessuno, neanche a Youngjae stesso, lui lo ha scoperto da solo, perciò lui o lei non aveva altra scelta che ammetterlo>>

<<così come io non ebbi altra scelta che accettare che non potevo farci niente, per il momento.
L'unica cosa che potevo fare era aiutare Youngjae a capire che non era colpa sua, cercare di aiutarlo, curare la sua depressione, ma non era facile.

Durante le sue sedute mi ha detto solo l'iniziale del suo nome, così che ci potessimo riferire a lui o lei con quella lettera ogni volta che ne parlavamo, non ti dirò che lettera è, perché una lettera da sola è inutile e perché non voglio che cominci a pensare a tutte le possibilità, potrebbe essere chiunque, una lettera non è abbastanza, credimi, se nò avrei provato io stessa a trovarli, ma ti conosco e so che se te la dirò non ti darai pace fino a che non avrai parlato con ogni persona cui nome comincia con quella lettera, però io la chiamerò X.>>

<<capisco>> disse Wonwoo onestamente, sapeva che lei aveva ragione, la sua ansia lo avrebbe mangiato vivo.

<<non mi ha mai rivelato altro riguardo a X, né il suo sesso, né la sua età, né che tipo di relazione avessero, né quanto spesso si vedessero, niente, perché non voleva darmi abbastanza informazioni perché io possa trovarlo o neanche provare a cercarlo.

Youngjae ha frequentato la mia clinica per quasi nove mesi, ci è voluto un bel po' di tempo per aiutarlo.

Non è stato facile, si trovava in una situazione tremenda, non poteva fare niente, aveva le mani legate mentre una delle persone che amava di più veniva abusata quasi quotidianamente davanti ai suoi occhi, beh non letteralmente, quando vedeva lo stupratore doveva fingere di non sapere niente per la sua sicurezza e quella di x, ma quando erano soli, lui e la vittima, la guardava morire lentamente.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora