~chapter 65~

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"perché non hai mai permesso a te stesso di essere felice da quando Youngjae è morto, tutto questo tempo stavi disperatamente evitando la tua felicità"

Non l'aveva mai vista così, è vero che non si stava impegnando al massimo per essere felice, ma non era lui ad evitare la sua felicità, era triste perché Youngjae era morto non perché voleva, e anche se non pensava di meritarselo, se potesse essere felice ovviamente lo accetterebbe più che volentieri.

Ma come poteva essere felice senza il suo migliore amico? E cos'è che stava evitando precisamente?

Scosse i pensieri fuori dalla sua mente mentre scendeva dalla sua auto che aveva appena parcheggiato davanti alla clinica di sooyoung.

Era nervoso, questa era la prima seduta in più di due settimane, era eccitato all'idea di vederla, ed inoltre era arrivato il momento in cui lei gli avrebbe parlato di ciò che sapeva di Youngjae.

Era così liberatorio avere finalmente qualcuno dalla sua parte, era così rassicurante sapere che non era più solo. Ma era comunque nervoso.

Entrò nella clinica e fu accolto da jisoo, come al solito la donna sorrise.

<<buona sera signor jeon, è da un po' che non ci ha fatto visita, bentornato>> sorrise nuovamente.

Wonwoo si chiese quanto ne sapesse lei, ma conoscendo sooyoung probabilmente niente.

<<ah sì, sono stato un po' occupato, ma sono contento che adesso ho abbastanza tempo per passare>> mentì grattandosi il collo e la donna non fece altre domande per sollievo di wonwoo.

Purtroppo non fu così facile con junhui, dato che il cinese gli mandò un'occhiataccia ancora peggiore di quelle a cui era abituato, sembrava volesse sbranarlo.

Gli vennero i brividi e semplicemente si inchinò leggermente senza dire niente chiedendosi che cosa abbia mai fatto perché la guardia del corpo lo odi così tanto.

Bussò alla porta e Soo-young aprì subito, al contrario di junhui, sul viso di lei c'era un sorriso stupendo, diverso anche da quello cordiale e formale di jisoo, quello della rossa era genuino e quasi sufficente per illuminare la stanza.

<<entra pure>> disse lei lasciandogli spazio per entrare.

<<bentornato>> disse una volta seduta sulla sua poltrona.

<<grazie>> rispose lui semplicemente, non andò oltre ma ormai sooyoung aveva capito che non era di molte parole e non le dispiaceva.

Continuò a guardarlo aspettando che si sedesse ma lui si stava guardando intorno cercando qualcosa.

<<puoi accomodarti>> gli fece notare confusa.

<<non vuoi il caffè?>> chiese wonwoo e quando sooyoung capí, non potè far a meno di pensare che fosse adorabile prima di annuire per rispondere alla sua domanda, e wonwoo si mise subito a lavoro.

Tutto questo le era mancato.

Il caffè di wonwoo, la compagnia di wonwoo, Wonwoo.

Oggi aveva perfino inconsciamente speso più tempo e cura del solito nel prepararsi.

Mentre il ragazzo preparava il caffè, sooyoung si trovò nuovamente a fissare, il tempo stava diventando più caldo, impedendo a Wonwoo di indossare i felponi enormi che amava tanto, e di tirare le maniche fino a che non gli coprivano le punta delle dita come al solito.

Oggi indossava invece una semplice t-shirt nera infilata nei suoi jeans dello stesso colore, lasciando tutto alla vista di sooyoung che ad un certo punto debbe costringersi a distogliere lo sguardo quando i suoi pensieri cominciarono a vagare dove non dovrebbero.

Non voleva sembrare strana, però non era colpa sua se wonwoo sembrava saltato fuori da una rivista di modelli.

<<ecco il tuo caffè>> disse Wonwoo riportandola alla realtà e sooyoung sorrise vedendo la tazza a forma di gatto che era rimasta inutilizzata nelle ultime due settimane, quando faceva caffè per se stessa usava sempre le tazze di cartone, per qualche ragione le sembrava sbagliato bere in quelle tazze senza wonwoo.

Prese il primo sorso, e dannazione a wonwoo perché preparava il caffè più buono che lei ha mai assaggiato.

Forzò se stessa di tornare seria e di ricordarsi che loro due non erano due normali amici, e che si trovavano pur sempre nella sua clinica.

<<allora Wonwoo>> disse attirando l'attenzione dell'altro che era adesso seduto davanti a lei.

<<come ti ho promesso, ti parlerò di Youngjae>> alle parole della rossa Wonwoo deglutì.

<<ti spiegherò cosa è successo, cosa lo ha portato alla mia clinica e quanto ne so della sua morte, però ciò non vuol dire che smetteremo con le tue sedute psichiatriche.>> Wonwoo annuì, non lo avrebbe ammesso qualche mese fa, ma aveva bisogno di aiuto, e se era sooyoung ad offrirlo lo avrebbe accettato volentieri.

<<la mia priorità adesso è la tua felicità, e voglio che tu mi prometta che non lascerai che niente di quello che dirò ti influenzi negativamente e che a prescindere di cosa scopriremo, mi permetterai di aiutarti a superare la tua depressione.

Inoltre voglio che tu sappia che non è colpa tua, e che quindi dovresti smettere di evitare la tua felicità.

Ciò che è successo a Youngjae non è colpa tua>> disse sooyoung seria.

"Ciò che è successo a Youngjae non è colpa tua"

Non è colpa tua.

Sarebbe stato difficile accettarlo, ma per la prima volta in mesi stava considerando l'idea, e questa era la frase più rassicurante che avesse mai sentito.

Sooyoung sapeva che quello che stava facendo andava contro tutti i principi di uno psicologo ma ad essere onesta non le importava se questo era quello che voleva lui.

Allo stesso tempo però aveva paura che non riescano a scoprire niente, che era solo suicidio, che non c'era niente da scoprire, che sooyoung semplicemente non era riuscita a notare che Youngjae voleva finirla e che ciò distrugga ulteriormente il morale di Wonwoo.

I dubbi la stavano mangiando viva, aveva paura, ma infondo anche lei voleva delle risposte.

<<prima che tu cominci voglio ringraziarti>> disse Wonwoo attirando la sua attenzione.

<<so che solitamente non parleresti di un paziente ad un altro, ed è probabilmente difficile per te, perciò volevo dirti che ti sono grato, apprezzo davvero ciò che stai facendo per me>> disse Wonwoo, e quello fu sufficiente a darle la spinta necessaria.

Avrebbe fatto di tutto per scoprire la verità ed aiutare wonwoo, era il suo unico obiettivo al momento, perciò aprì la bocca e cominciò a raccontare la storia del loro amico defunto.

<<Youngjae era depresso per via di uno stupro.>>

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora