~chapter 18~

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<<mi dispiace, lo so che è colpa mia ,i-io ti ho ucciso , perdonami,... lasciami in pace , non riesco più a dormire né a mangiare in pace , smettila di torturarmi>>

Non esitò neanche un secondo prima di correre via prima che lo vedesse.

Corse più veloce che potè, si sentiva come se sarebbe collassato da lì a poco, doveva raggiungere la macchina prima che ciò succeda.

Correva e tutto intorno a lui aveva perso importanza.

Con gambe tremanti e il fiatone raggiunse la sua auto dopo quello che sembrò un'eternità.

Collassò sul sedile, e anche se non era nello stato mentale adeguato per guidare, decise che stare lì davanti al cimitero era troppo pericoloso, Soo-young avrebbe potuto finire da lì a poco e lo avrebbe visto, e non doveva assolutamente sapere che wonwoo l'aveva sentita.

E anche se non lo avesse visto, Wonwoo non voleva vedere la sua faccia.

Guidò per qualche minuto, fino a che non era fuori dalla zona dove si trovava il cimitero, parcheggiò l'auto malamente, e rimase lì cercando di processare ciò che aveva sentito.

"Io ti ho ucciso"

Quella frase continuava a risuonare nella sua testa, si sentiva come se sarebbe impazzito.

Era vero che l'aveva trovata sospettosa fin dall'inizio, sembrava che nascondesse qualcosa.
Ma mai si sarebbe aspettato di sentire quelle parole venire fuori dalla sua bocca.

Però in fondo questo era il suo obbiettivo fin dall'inizio, trovare il colpevole.

Allora perché era deluso?
Forse era perché di certo lei non sembrava un criminale.

O forse era perché pensava di aver trovato un'altra persona che si interessasse a Youngjae quanto lui, una persona che si preoccupava di comprargli i suoi fiori preferiti, che lo visitava costantemente.

Pensava di aver finalmente trovato una persona a cui Jae mancava quanto a lui, pensava di non essere l'unico a soffrire così tanto, l'unico che non riusciva a tornare alla normalità.

A quanto pare aveva torto.

Peró una parte di sé gli diceva di non credere a ciò che sentì, magari aveva capito male.

Però l'altra parte gli diceva che non poteva essersi confuso, l'aveva sentita forte e chiaro.

Allora perché sprecava il suo tempo per andare a visitarlo?

Era davvero tutto per via del senso di colpa?

Ma la domanda più importante era perché?
Perché l'ha fatto?
Quale mai potrebbe essere stata la sua ragione?
Chi mai potrebbe voler fare del male ad un bravo ragazzo come Youngjae?

E perché fare qualcosa fare qualcosa di cui si sarebbe pentita dopo?

E se fosse stata obbligata?

Non voleva andare oltre, non gli servivano altre informazioni, adesso avrebbe potuto parlare delle sue ipotesi a Seungcheol, ed in caso non gli avesse creduto avrebbe avuto anche il nome del suo sospetto.

Anche se avrebbe preferito parlare con lei,scoprire la ragione per cui lo ha fatto e come è riuscita a farlo senza lasciare tracce, la priorità era parlarne con qualcuno, magari chiamare direttamente la polizia e dare la sua testimonianza potrebbe servire nel farla essere interrogata, e con un po' di fortuna loro faranno il resto, troveranno le prove che la incrimineranno e la arresteranno.

Voleva farlo proprio in quel momento, ma non aveva neanche la forza di prendere il suo telefono dalla tasca, ed aveva un nodo in gola che certamente non gli avrebbe permesso di parlare.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora