~chapter 106~

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Sooyoung era esasperata, stressata e frustrata, tutto sembrava star andando storto e onestamente non ne poteva più.

Quella settimana due nuovi pazienti avevano prenotato degli appuntamenti alla clinica, e anche se sooyoung non aveva tempo sulla sua agenda non se la sentì di rifiutare di aiutarli, perciò aveva cercato di ficcarli in qualsiasi buco libero che aveva, ovvero al di fuori della sua giornata lavorativa, quindi doveva arrivare alla clinica un'ora prima e tornare a casa due ore più tardi del solito, essendo costretta persino a dimezzare la sua pausa pranzo per il momento.

Però almeno ne valeva la pena.

Come se non bastasse per quanto cercasse di essere utile le cose con un paio dei suoi pazienti attuali erano più complicate del solito, il ragazzo che stava essendo molestato era sempre lì (male) facendo sentire sooyoung completamente inutile perché l'unica cosa che poteva fare era ascoltare per il momento.

Mentre per la ragazza cui genitori non accettavano la sua sessualità andava persino di male in peggio perché i suoi genitori volevano impedirle di continuare a frequentare la clinica di sooyoung perché secondo loro lei "la influenzava negativamente e sosteneva le sue tendenze omosessuali", il problema era che sooyoung non poteva far niente tranne che cercare di parlare con loro e sperare che cambiassero idea perché loro figlia era una minorenne e non poteva frequentare sedute psichiatriche senza il consenso dei suoi genitori.
Perciò sooyoung li invitò un giorno alla sua clinica per parlare con loro e cercare di convincerli che loro figlia aveva bisogno di uno psichiatra e pensava di essere stata abbastanza convincente, ma non appena toccarono l'argomento "omosessualità" le cose degenerarono, l'uomo cominció a urlare cose orribili con l'appoggio di sua moglie, tipo che lei sarebbe andata all'inferno e avrebbe portato sua figlia con lei fino a che junhui da fuori l'ufficio ne ebbe abbastanza della mancanza di rispetto nei confronti della rossa ed intervenì cercando di calmarlo finendo però per dargli un bel pugno in mezzo alla faccia, e per quanto sooyoung fosse d'accordo che se lo meritava adesso era tutto ancora più complicato di prima: la coppia aveva denunciato junhui e avevano vietato a loro figlia di rimettere piede dentro la clinica, anche dopo che lei giurò di togliersi la vita se non le avessero permesso di vedere sooyoung, e l'unica cosa che quest'ultima potè fare era parlarle segretamente al telefono e cercare di convincerla che tutto sarebbe andato bene, anche se lei stessa non ne era così sicura, perché se i suoi genitori la beccavano a dare consulenza psichiatrica e farmaci ad una minorenne senza il permesso scritto da loro potevano farle perdere la sua licenza, ma al momento la sicurezza della ragazza era l'unica cosa che le importava.

E adesso il suo lavoro era ancora più pesante perché jisoo si era data malata per la prima volta da quando aveva cominciato a lavorare alla clinica, perciò adesso sooyoung doveva prendere e segnare direttamente gli appuntamenti e i pagamenti e tutto il lavoro scritto che ne lei ne junhui erano abituati a fare.

Era onestamente estenuante, nell'ultima settimana aveva lavorato quasi nove ore al giorno ogni giorno senza contare il lavoro che si portava a casa, stando sveglia fino a notte tarda cercando di smaltire ciò che aveva da fare.

Aveva fisicamente già poco tempo per dormire e la sua ansia rendeva il tutto più difficile.

Non sapeva se era solo per lo stress accumulato o se il suo cervello le stesse facendo brutti scherzi, ma aveva persino sognato il volto della sorella di Youngjae, era più un flashback, era lo stesso momento in cui l'aveva incontrata al cimitero, continuava a ripetersi nella sua testa, la donna la guardava come se sooyoung sapeva troppo, fino al punto che si chiedeva se era così, si stava perdendo qualcosa? Perché sembrava così colpevole? Le venivano i brividi solo al ricordo dello sguardo che le aveva rivolto.

E la parte peggiore era wonwoo, era occupato con la laurea che era in quasi un mese, e ancora prima c'era una festa finale per la facoltà di letteratura il che occupava il 90% del suo tempo, rendendo quasi impossibile per lui trascorrere del tempo con la psicologa e portarle la colazione come faceva di solito, che al momento ne aveva davvero bisogno, anche se non c'e l'aveva con lui, sapeva che era occupato, però ciò non le impediva di sentire la sua mancanza.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora