~chapter 57~

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Sooyoung era sdraiata sul suo letto, aveva fissato il soffitto per almeno un'ora.

Era già passata mezzanotte, era tornata a casa dal cimitero un paio d'ore fa, e non riusciva a smettere di pensare al tempo che aveva trascorso con wonwoo.

Non sapeva neanche definire le sensazioni che stava provando, il che era strano per una psicologa esperta come lei.

Una delle emozioni di cui però era sicura era la sorpresa.

Non avendo veri e propri amici non era abituata ad essere trattata da tale.

È vero lei considerava tutti i suoi pazienti importanti, e inoltre aveva seungcheol, ma per lei la sua relazione con Wonwoo era differente, non sapeva in che maniera o perché, ma lo era.

Infondo anche seungcheol la trattava inconsciamente come psicologa, dopo che era morto Youngjae le parlava sempre del suo dolore e lei lo aveva aiutato a superarlo, anche quando aveva cominciato a uscire con jeonghan aveva chiesto l'opinione della rossa.

Ovviamente sooyoung non ce l'aveva con lui, infondo non la stava usando, sapeva che lui ci teneva a lei, anzi era grata di ascoltare, come aveva sempre fatto, era grata di essere utile ed essere in grado di aiutare qualcuno e di renderli felici.

Però con wonwoo era diverso, per qualche ragione aiutarlo la rende più felice che aiutare gli altri.

Non sa quando precisamente, ma ad un certo punto le sedute psichiatriche di Wonwoo erano diventate la sua parte preferita del giorno.

A volte non le sembrava neanche di star lavorando, lui le preparava il caffè, le faceva leggere le sue poesie, spesso e volentieri si perdevano in chiacchiere riguardo la filosofia, le sembrava più di star passando del tempo con un amico.

Però non ostante quanto si stesse abituando a conversare cordialmente con il minore, niente l'aveva preparata ad alcun interesse da parte di lui nei suoi confronti.

<<sooyoung, come stai? Davvero, non c'è bisogno che menti, ho realizzato che tu sai così tanto riguardo me e i miei problemi, mi ascolti sempre e mi aiuti pure, mentre io non so niente di te.

Adesso non siamo nella tua clinica, quindi tu non sei la mia psicologa, siamo solo sooyoung e wonwoo, e Wonwoo vuole davvero sapere come sta sooyoung, come amico e non come paziente>>

Le parole del moro continuavano ad echeggiare nella sua testa.

<<Come amico, non come paziente>> poteva ancora sentire la sua gentile voce profonda che cercava di incoraggiarla.

"Qualcuno è davvero interessato a me?" Pensò lei.

"A wonwoo importa se sto bene.." cercò di capacitarsi.

Era davvero toccata, per tutto ciò che le aveva detto.

Quando lui era arrivato al cimitero lei stava piangendo per via del minore, come wonwoo, neanche lei aveva mai accettato la sua morte, semplicemente non lo lasciava vedere.

Secondo lei era tutta colpa sua, si considerava una terribile persona per non essere riuscita a fermarlo, e ancora di più una terribile psicologa.

Youngjae per lei era quasi un fratellino, non era solo un paziente, per lei lui era speciale, e aveva provato a fare il suo meglio per aiutarlo a superare il periodo difficile che stava passando, ed era sicura che ce la stesse facendo, perciò quando ha ricevuto la chiamata dalla famiglia di Jae ne rimase totalmente distrutta e i sensi di colpa non la lasciarono in pace da allora.

"Cosa può essere andato storto? È colpa mia?" Si chiedeva ogni mattina quando si svegliava ed ogni notte prima di dormire.

Per questo le parole di Wonwoo volevano dire molto per lei, anche se probabilmente lui non lo sapeva.

<<tu sei una grandiosa psicologa ed un'altrettanto grandiosa amica, so per certo che Youngjae è felice di aver avuto la possibilità di essere aiutato da una bellissima persona come te, e, e ad essere onesto anche io lo sono>>

Era come se l'enorme peso sul suo cuore si fosse alleggerito un minimo.

"Wonwoo era felice che io fossi la sua psicologa?"

Gli era estremamente grata.

Le sue parole le avevano ridato un po' di stima personale.

La sua mente poi passó a ciò che successe dopo, ricordi del abbraccio che le aveva dato Wonwoo le passarono davanti.

Era la millesima volta che ci ripensava da quando era tornata a casa con il volto un po' arrossito.

Le braccia possenti di wonwoo intorno alla sua vita, il calore del suo petto contro il suo, il mento di lui appoggiato sopra la spalla della ragazza mentre la faccia di lei era nascosta sulla spalla di lui.

La maniera in cui le sue braccia stringevano un po' di più ogni volta che la ragazza lasciava andare un singhiozzo, le parole gentili che le stava sussurrando, la mano che le stava massaggiando la schiena.

Si sentiva così...protetta.

Si sentiva al sicuro nel calore delle braccia del ragazzo, si sentiva piccola tra le spalle larghe di Wonwoo, era quasi come se fossero pezzi ad incastro.

Aveva un buon odore, sooyoung non capí che cosa fosse esattamente, ma era davvero buono.

Non sembrava profumo da uomo, sapeva di noci di cocco?

Qualsiasi cosa fosse, era uno dei profumi più belli che aveva mai annusato.

Mentre la stava stringendo era circondata dal suo calore e dal suo profumo, era quasi come una barriera dal mondo esterno, e sooyoung non riusciva a concentrarsi su altro.

Anche se non voleva ammetterlo, adesso che era da sola nel cuore della notte le mancava il contatto, le sarebbe piaciuto potersi addormentare tra le sue braccia in modo da non doversi preoccupare di niente, se fosse tra le sue braccia adesso non dovrebbe avere paura di addormentarsi perché non era sola nel suo appartamento, se fosse tra le sue braccia adesso, i suoi pensieri non sarebbero riusciti a farla piangere come succedeva ogni notte, l'unica cosa su cui si sarebbe dovuta concentrare sarebbero il suo profumo e il suo calore.

Già non le sarebbe dispiaciuto ricevere un altro abbraccio.

Wonwoo non lo sapeva e probabilmente mai lo saprà, ma questo è il primo 19 dalla morte di Youngjae in cui sooyoung non si addormenta con le lacrime agli occhi, e gliene è estremamente grata.

"Wonwoo è una delle persone più gentili che io abbia mai incontrato, si merita di essere felice, e io farò in modo che lo sia"

Con questi pensieri strinse il suo cuscino tra le braccia e si addormentò annusando l'odore di cocco che le era rimasto addosso.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora