~chapter 25~

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Soo-young POV:

Era l'una di notte, e come qualsiasi persona sana di mente stavo cercando di dormire, però ovviamente l'universo aveva altri piani per me.

Youngjae era morto quasi 4 mesi fa, pensavo che non avrei mai potuto soffrire più di quanto già non facessi.

Mi sbagliavo.

Gli ultimi tre giorni sono stati i peggiori dopo il funerale.
Fin da quando ho parlato con wonwoo, o come meglio dire fin da quando lui mi ha urlato contro, non sono riuscita a pensare ad altro.

È vero, me lo merito, infondo io ho ucciso il suo migliore amico, e mi odio profondamente per questo, però se potessi tornare in dietro nel tempo eviterei di incontrare wonwoo.

Lo sguardo che mi ha rivolto era tremendo, e mi sta ancora tormentando ogni notte.

Mi guardava come se fossi un mostro, che purtroppo sono davvero, e la parte peggiore era la tristezza che emanava, era vero che stava urlando e sembrava infuriato, ma è stato facile per me notare che stava semplicemente cercando di nascondere la sua tristezza.

Ed adesso mi sento ancora peggio di prima, ad attanagliare la mia coscienza adesso non avevo solo la morte di Youngjae, ma anche il cuore infranto di Wonwoo.

Sono una terribile persona, una terribile psicologa, una terribile amica proprio come ero una cattiva sorella.

Mi misi a sedere sul letto, come se il peso delle mie colpe mi potesse schiacciare da lì a poco.

Voglio aiutare Wonwoo, per Youngjae, però lui non me lo permetterebbe mai, e come biasimarlo, d'altronde non sono neanche riuscita ad aiutare il suo migliore amico, perché dovrebbe fidarsi di me?

Essendo consapevole che non sarei riuscita a tornare a dormire decisi di andare a trovare Jae, anche se in realtà non mi merito questo lusso.

Non me la sentivo di vestirmi propriamente quindi mi infilai il mio giacchetto di pelle oversized sopra la camicia da notte nera che indossavo per dormire.

Mi misi gli stivaletti e uscì dal mio appartamento.

Presi la mia macchina e guidai fino a quel buco macabro.

Lo odiavo, portava via brave persone ai propri cari.

Lo odiavo.

Scesi e la gelida aria mattutina si scontrò contro le mie gambe facendomi venire i brividi.

Camminai fino alla tomba del piccolo Jae, almeno spero sia felice ovunque lui sia, era un angelo e so bene che è in pace adesso, allora perché non posso lasciarlo andare?

Perché ci sono delle persone che soffrono per la sua perdita, perché lui avrebbe dovuto essere qui con noi, con la sua famiglia, con Wonwoo, e tutti sarebbero felici.

Mi sedetti sull'erba, non curandomi delle mie ginocchia ora sporche.

Misi le mani insieme in maniera di preghiera, implorando Youngjae di perdonarmi.

Parlai con lui per molto tempo e persi la cognizione del tempo.

Ho lasciato uscire tutto ciò che mi ero tenuta dentro per l'ultimo periodo, dato che Youngjae sfortunatamente era l'unico che avevo che poteva "ascoltarmi", quindi le mie uniche opzioni erano parlare con lui o tenermi tutto per me stessa.

Il fatto che non c'era nessuno mi diede la possibilità di parlare liberamente senza filtri, perciò non mi contenni neanche quando cominciai a piangere pesantemente.

Mi odiavo così tanto, infondo io non sono neanche la vittima, non ho neanche il diritto di essere così drammatica quando probabilmente la sua famiglia sta soffrendo molto di più, per colpa mia per di più.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora