~chapter 38~

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Wonwoo si strofinò i palmi sudati sui pantaloni per asciugarli mentre osservava le lettere sul edificio davanti a lui.

"Mental health care" lesse sospirando.

Era sera e si trovava di fronte alla clinica di Anna sooyoung, e dire che era ansioso era poco.

Era rimpasto in piedi lì impalato come un idiota per almeno un quarto d'ora.

Non appena wonwoo ha menzionato l'essere pronto ad una seduta ieri nel suo appartamento, la maggiore trovò un buco nella sua agenda quasi piena, mandò un messaggio a jisoo e gli organizzò un appuntamento per le otto di sera del giorno seguente.

Ovvero oggi.

Il che voleva dire che wonwoo non aveva avuto abbastanza tempo per prepararsi mentalmente a ciò che doveva affrontare, ma ormai era troppo tardi, se l'era cercata, e l'orologio sullo schermo del cellulare leggeva 7:55 il che voleva dire che non aveva più via di scampo.

Non appena aveva parcheggiato la sua auto aveva visto lo stesso ragazzo che aveva visto l'ultima volta che era venuto uscire dall'edificio, lui era probabilmente il suo ultimo paziente il che voleva dire che sooyoung era probabilmente libera e pronta ad accoglierlo.

E Wonwoo era terrorizzato all'idea.

Non sapeva cosa aspettarsi.

E se sooyoung in realtà non fosse una buona psicologa?

L'idea di parlare con uno psicologo in generale non lo faceva impazzire, ceh non voleva essere aiutato fin dall'inizio, ma qualcosa era cambiato; lo avrebbe fatto per le persone intorno a sé, non per sé stesso.

Lo avrebbe fatto per seungcheol, per i suoi genitori, per i Choi, per minghao, per mingyu e soojin.

Il messaggio di Seungcheol continuava a passargli davanti agli occhi:

"Ho già perso un fratellino non voglio perderne un altro"

Anche se wonwoo non pensava di essere così amato, non avrebbe mai permesso a sé stesso di essere la causa del dolore che lui provava per via della morte di Youngjae.

Ed era stufo di far sempre preoccupare le persone a lui care, ed infondo provare non avrebbe fatto male a nessuno.

In più non si sa mai magari sarebbe riuscito a scoprire qualcosa di nuovo riguardo al suo amico defunto da sooyoung.

Sbattè le palpebre un paio di volte ritornando alla realtà e ricordandosi che la maggiore lo aspettava, e wonwoo odiava essere in ritardo.

Prese un respiro profondo e cominciò a camminare fino all'ingresso.

Fu accolto dallo stesso lusso dell'ultima volta, stessi quadri e vasi, stesso marmo lucido e purtroppo lo stesso personale.

Già, il volto gentile di jisoo gli ricordò la figura terribile che aveva fatto per ben due giorni di fila.

Con l'imbarazzo che lo stava soffocando si avvicinò lentamente alla scrivania della segreteria, prima si faceva avanti prima avrebbe finito.

La donna, al contrario di quello che si aspettava, gli rivolse un sorriso prima di  parlare.

<<buona sera signor Jeon, il dottor Ahn è pronto a riceverla, sa dove si trova la porta>> disse senza mai smettere di sorridere indicandogli la porta con la mano.

Il ragazzo si inchinò rispettosamente e si voltò per superare la sala d'attesa.

Wonwoo era un po' sollevato dal fatto che la segretaria non lo stesse guardando male, anche se se lo meritava, ma il sollievo svanì quando seguì la direzione che indicava la donna e notò il bodyguard, Junhui, in piedi lì,  alto e muscoloso, e la sua postura rigida e composta risultava quanto effettivamente imponente fosse, anche se in realtà gli pareva fosse un po' più basso di mingyu, ma l'aria severa del bodyguard lo faceva sembrare molto più "grosso" di mingyu il quale non ostante la sua stazza poteva passare per un cagnolino domestico.

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora