~chapter 27~

55 5 0
                                    

Sooyoung POV:

Oggi ho finito di lavorare tardi, un paziente ha finalmente deciso di aprirsi con me e parlarmi del suo trauma, e anche se la sua sessione avrebbe dovuto finire alle 9 di sera è rimasto fino alle 11, chi se ne frega del mio orario lavorativo o del mio riposo, se si è finalmente sentito abbastanza a sua agio per parlare con me di qualcosa di così intimo di certo non l'avrei interrotto.

Tra il riordinare il mio ufficio e salutare i miei dipendenti si è fatta mezza notte.

In realtà Jisoo se n'è andata un paio di ore fa dato che le ho detto che può andare e che non ho più bisogno di loro.

Ho detto lo stesso a Jun, la mia guardia di sicurezza, mi sentivo in colpa per fargli fare gli straordinari perciò ogni volta che stavo fino a tardi permettevo ad entrambi di tornare a casa prima.

Però jun non era d'accordo, non voleva che rimanessi da sola fino a sera, specialmente dopo gli avvenimenti con wonwoo, è spaventato che i pazienti possano diventare violenti e non si perdonerebbe non essere presente in una situazione del genere.

Quando finii di riordinare il mio ufficio e presi le mie cose, proposi a jun di cenare insieme, dato che nessuno dei due aveva avuto tempo di mettere qualcosa sotto i denti, e lui fu d'accordo.

Tra il pasto e le chiacchiere si era fatta già l'una di notte, ed era ora di tornare a casa.

Accompagnai jun a casa sua con la mia auto, ed era già l'una e mezza.

Che giornata piena, però non mi lamento, tenermi occupata mi aiutava a scappare dai sensi di colpa.

Prossima fermata: casa.

Stavo guidando verso casa quando mi fermai davanti al semaforo rosso e notai qualcosa a lato della strada: margherite.

C'erano un paio di margherite solitarie che sbucavano da un solco vicino al semaforo.

Erano così belle e vivaci, erano uno dei pochi colori che si potevano vedere nel buio.

Era come se mi stessero chiamando.

Ugh.

Controllai che non ci fosse nessuno dietro di me, e ovviamente la strada era vuota dato che erano quasi le due di notte.

Scesi velocemente dall'auto e mi avvicinai ai fiori ammirandoli.

"Sono bianche e pure, allegre, e crescono senza bisogno di piantarle, decidono loro dove essere, per questo mi piacciono"

Oh Jae...

Lanciai uno sguardo veloce verso l'auto, il semaforo oramai verde, e un'auto che stava arrivando da lontano.

Non ci pensai due volte e raccolsi le margherite prima di sbrigarmi e mettermi al volante prima che l'auto arrivi e debba aspettarmi.

Mi sedetti al sedile del guidatore e misi le margherite nel sedile del passeggero e misi in moto.

"Beh mi sa che ho una nuova destinazione" pensai facendo inversione.

Al cimitero.

Non essendo troppo lontano non mi ci volle troppo tempo prima di vedere i cancelli che odiavo.

Ma meglio così, in fondo era già abbastanza tardi.

E inoltre Seoul non è un posto molto sicuro per una donna da sola nel cuore della notte, e mentirei se dicessi di non essere spaventata quando esco così tardi.

Però in fondo perché mai dovrebbero esserci malintenzionati in un cimitero, giusto?

Parcheggiai l'auto e presi le margherite prima di scendere.

Camminai verso l'interno guardando i fiori nostalgicamente.

Ed eccola, la lapide e... Jeon Wonwoo?

Poverino, mi sa che non sta molto bene, ogni notte si trova davanti alla tomba di Jae invece che dormire, di certo non è felice, ma del resto lo stesso vale per me.

Aveva testa appoggiata sulla tomba, cosa stava facendo?

Camminai fino alla panchina e mi sedetti aspettando pazientemente il mio turno.

Decisi di usare il telefono in tanto per distrarmi.

Tra un post e l'altro non mi sono resa conto di quanto tempo fosse passato.

Quasi mezz'ora era passata da quando avevo messo piede lì dentro e Wonwoo non aveva ancora finito?

Alzai gli occhi verso di lui e notai che aveva ancora il capo poggiato sulla lapide e non si stava muovendo, anzi non si era mosso da quando sono arrivata, lui stava ....dormendo?

Ah ho capito poverino, deve avere davvero tanto sonno arretrato e non è riuscito a resistere.

Continuai a guardare lo stato dormiente del ragazzo con gli occhiali per un po'.

Non l'avrei svegliato, ha bisogno di sonno, è facile da notare.

Allora decisi che sarei rimasta lì pazientemente ad aspettare che si svegliasse prima di avere il mio turno, tanto non avevo niente da fare.

Lo osservai in silenzio fino a che ad un certo punto la sua espressione rilassata non si trasformò in una afflitta e adorata.

Cominciò a muoversi, e pensai che si fosse svegliato.
Ma i suoi occhi erano ancora sigillati e il suo capo era ancora sulla lapide.

Cos'è che gli fa male?

Ha bisogno di aiuto? Che qualcosa lo abbia punto?

Decisi di rimanere ancora un minuto seduta per giudicare il da farsi, ma l'urlo addolorato che lasciò andare mi fece capire che aveva bisogno di aiuto.

Corsi il più veloce possibile ed arrivai al suo lato, controllai la situazione.

Non potevo identificare niente che gli stesse causando dolore, che fosse malato?

Non ebbi neanche tempo di pensare perché lascio un'altro urlo questa volta tenendosi il collo con le mani, come se fosse la fonte del dolore.

Mi abbassai sulle ginocchia per guardare ma non vidi niente sul suo collo bianco.

Tutti i miei dubbi furono spazzati via quando wonwoo disse <<no! Sangue...sangue >> nel sonno.

Stava avendo un incubo.

Cercai di svegliarlo ma fu inutile.

Cominciò a muoversi sempre di più, come se volesse esplodere.

Misi la mano sul suo collo per sentire il suo battito ed era terribilmente accelerato.

Lui cominciò a blaterare frasi a caso nel sonno.

<<Sangue.Ferite.Solchi sul collo.Gola secca.Mhhh. S....angue>>

Potevo vedere che stava soffrendo così cercai di scuoterlo più violentemente per farlo svegliare.

Ad un certo punto lasciò uscire un urlo stridulo.

<<SANGUE!>> disse agitandosi pericolosamente.

Oh no.

Stava avendo un attacco di panico.

Cercai di nuovo di svegliarlo.
Lacrime cadevano veloci dai suoi occhi, e il suo battito cardiaco e la sua respirazione erano instabili.

<<Wonwoo!>> urlai sperando di essere abbastanza rumorosa da farmi sentire.

<<O MIO DIO WONWOO!>> dissi di nuovo nel udire i suoni addolorati che lasciavano la sua bocca, e finalmente fu li che wonwoo aprì gli occhi e mi guardò con sguardo terrorizzato e confuso.

———————————————————
My guilty pleasure è scrivere lo stesso capitolo due volte da diversi punti di vista per aumentare la suspense e farvi soffrire di più

Glasses - Jeon WonwooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora