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Gabriel's pov

-Non è niente. Guarisco in fretta.-
Gli rispondo sorridendo, è carino si preoccupi per me. Mi rendo conto che il sangue potrebbe macchiargli i vestiti e i mobili però. Sarebbe una cosa disdicevole e imbarazzante, dovrei aiutarlo e non creare altro disordine.
-Posso usare il tuo bagno per sistemarmi? Se per te non è un problema-.
-Sì certo, fai pure- mi risponde e piano piano si stacca da me appoggiandosi al muro.
-Vuoi venire con me? Non a fare la doccia insieme, ma forse preferiresti stare nella stessa stanza.-
Io sicuramente lo preferirei, non mi fido di Alex. Le sue ferite erano più gravi, ma questo non significa non possa tornare approfittando della mia assenza. Annuisce e si alza lentamente, riesce a stare in piedi ma in modo molto precario. Vorrei tanto poterlo sorreggere o portarlo in braccio, al momento mi limito a tenerlo d'occhio e assicurarmi non cada. Entro nel bagno di Edwin e mi faccio seguire da lui, non essendoci sedie o simili si mette seduto a terra. Dandogli le spalle mi tolgo la camicia, pulendola sotto il getto d'acqua del lavandino per rimuovere le macchie. Guardandomi allo specchio un brivido mi attraversa la schiena.
Il mio volto è coperto dal sangue. La consapevolezza di ciò che ho fatto mi cade addosso come un macigno. Credo che potrei vomitare, ma non devo farmi vedere così di fronte ad Edwin. Lui non si è accorto di nulla, vero? Non sa cosa ho fatto. Qualcun altro ci ha visti? No, il corridoio era vuoto, ma c'erano tante porte. Sento il respiro accelerare e istintivamente chiudo le ali. E se fossero ricomparse? Mi lancio immediatamente sotto la doccia tirando la tendina e aprendo l'acqua. É ghiacciata ma non importa, cerco freneticamente altre piume nere, ma da questa posizione non riesco a trovarne. Le parole di Beatrice mi rimbombano nella testa. Le cose che ho pensato e che ho fatto... non posso continuare così, non dovrà mai più succedere.
-Va tutto bene?- mi chiede Edwin con voce preoccupata.
-S-sì... non... non voglio che tu mi veda così. Mi vergogno.-
Non deve saperlo. Ho tolto le piume? Sì, l'ho fatto. Preferisco mi creda un pudico piuttosto che sapere la verità.
-Mi dispiace, spero di non averti macchiato i vestiti...- dico sporgendo un poco la testa fuori, il sangue dai capelli ormai è andato via.
-Non importa, tanto ormai sono da buttare. Macchia in più o in meno non fa alcuna differenza-.
-Posso provare a sistemarteli. Mi farebbe piacere.-
Dico alla fine chiudendo l'acqua, facendo attenzione a togliere tutto il sangue dal vano doccia. Senza pensarci esco afferrando un asciugamano vicino, coprendomi la vita e prendendone un altro per i capelli.
-Così va molto meglio. L'acqua è calda adesso, vuoi farla anche tu?-.
Tiene lo sguardo basso e scuote la testa. -Non mi servirebbe a nulla, non ne sento il bisogno-. Fa una pausa, poi lo sento mormorare qualcos'altro. -Non so davvero come andare avanti...-.
-... magari, a piccoli passi?-.
Non so veramente come aiutarlo, vorrei saperlo ma ho paura di dire la cosa sbagliata. Gli accarezzo dolcemente la guancia, mantenendo un sorriso.
-Forse una doccia calda ti farebbe sentire meglio. Prova, io intanto pulisco la tua stanza.-
Lo lascio da solo e mi rimbocco le maniche, c'è tanto lavoro da fare. Per prima cosa tolgo le vecchie coperte dal letto e le metto da parte. Prendo quelle pulite e le sistemo per bene in modo non ci siano pieghe sul tessuto. Cambio anche le federe dei cuscini e li posiziono per bene mettendo quello fatto con le mie piume al centro del letto. Do una spolverata ai mobili e al pavimento, faccio attenzione a non rovinare in nessun modo la preziosa chitarra di Edwin. Infine apro la finestra per far cambiare aria alla stanza, ho fatto del mio meglio per renderla più vivibile. Spero di renderlo felice con questo gesto. Appena lo sento uscire dal bagno chiudo subito la finestra, non voglio si senta in pericolo.
-Va meglio?- chiedo speranzoso.
-Sì grazie, credo di sì-. È interamente coperto da un grosso e pesante telo, tiene i lembi con una mano in modo che non cada o non si apra. I suoi capelli sono ancora bagnati e lasciano alcune piccole gocce sul pavimento. Apre le ante dell'armadio e molti vestiti cadono a terra e su di lui. La scena mi fa ridacchiare, ma senza cattiveria. Prende la prima maglia e i primi pantaloni che trova e un paio di boxer puliti, poi torna in bagno per vestirsi. Nel frattempo io mi occupo dei suoi vestiti. Metto da parte quelli sporchi e sistemo quelli ancora puliti, li piego e li poggio sugli scaffali. Sorrido ogni volta ne prendo uno tra le mani, sento su di loro il profumo di Edwin. Lui torna poco dopo dal bagno, i suoi capelli sono ancora umidi e scompigliati. Anche se non hanno più una forma li trovo comunque bellissimi.
-Spero non ti dia fastidio, ho messo in ordine anche questi.- dico aprendo una delle ante per mostrarglieli, sono tutti ben piegati. -Posso fare qualcos'altro?-.
-Fastidio? Perché dovrebbe darmi fastidio? Tanto fra un paio di giorni torneranno in disordine. Però ti ringrazio, adesso questa stanza non sembra più una tomba-. Si siede sul letto e si scompiglia più volte i capelli. Vorrei tanto sistemarglieli io, ma ho il timore potrebbe metterlo a disagio.
-Allora tra un paio di giorni li risistemerò.- dico allegramente. Sono molto felice il mio gesto gli sia piaciuto e gli abbia dato un po' di sollievo.

Il Piacere del PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora