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Ruben's pov

Un paio di giorni fa ero nella mia stanza, avevo riempito la vasca con tanta acqua calda e sapone all'essenza di rosa. Ero pronto a godermi un bagno rilassante fatto di schiuma rosa e coccole. Stavo per togliermi il pigiama verde e la mascherina quando ho iniziato a sentire delle urla provenire dal corridoio.
-Maledizione, apri questa cazzo di porta o giuro che dopo averla sfondata farò lo stesso anche con te!-. Era la voce di un diavolo di cui ho sentito parlare, Alex se non erro. Stava urlando infuriato e colpendo una porta con tutta la sua forza. Ho sbirciato dalla serratura e ho visto Gabriel colpirlo. Seduto a terra con le spalle appoggiate alla mia porta ho sentito tutto. Alex stava dicendo cose davvero orribili, aveva fatto cose indicibili ai danni di Edwin. E quelle cose le voleva fare ancora, stava cercando di entrare in camera di Edwin. Ma Gabriel lo ha fermato, ho sentito i rumori del combattimento e le risate di Alex. Ho premuto le mani contro le mie orecchie e ho cercato di non singhiozzare per non farmi sentire.
-È stato un piacere farti il culo, dai un morso da parte mia a Eddy!- ha detto Alex per poi andarsene. Sono rimasto immobile tremando come una foglia, non riuscivo a muovere nessun muscolo del mio corpo. Solo dopo molto tempo sono uscito da quel torpore, mi sono alzato appoggiando il peso sulle gambe deboli. L'acqua era diventata gelida e il sangue secco sul pavimento del corridoio.

-Ruben? Ruben ci sei? Oggi sei distratto-.
La voce della mia collega mi riporta alla realtà. Ero così immerso nei miei pensieri e ricordi da essermi completamente distratto. Mi guardo attorno notando di star tenendo in mano una scopa. È da poco finito il turno di pranzo e a pulire siamo rimasti io e questa ragazza. Si chiama Camilla e ha i capelli a caschetto color lilla, la pelle grigio chiaro e gli occhi castano scuro. Non ha indosso la divisa da lavoro, ma un semplice completo in tutta blu scuro con delle onde disegnate al centro della felpa. Sono felice sia rimasta ad aiutarmi, così finirò in fretta.
-Sì scusami tanto, ho alcune preoccupazioni per la testa- le rispondo imbarazzato. Spazzo per terra e raccolgo lo sporco nell'apposita paletta.
Oggi Hyulius verrà un po' tardi, un suo collega è venuto da me a darmi un suo biglietto. In pratica ha avuto un imprevisto a lavoro e non sa quando finirà. Ho deciso andrò io da lui fra poco, devo parlargli di ciò a cui ho assistito. Ero rimasto molto turbato, ma ripensandoci più e più volte sono arrivato a delle conclusioni.
-Oh mi spiace molto, spero non riguardino qualcosa di grave- afferma dispiaciuta, in un attimo mi toglie la scopa tra le mani. Mi fermo e la guardo perplesso. -Stacca prima oggi, finisco io al tuo posto. Continuare a pensarci ti rallenta e ti fa solo del male. Riposati, prenditi cura della tua salute e vedrai che le cose andranno meglio-.
-Sei sicura? Non è un disturbo per te?-. Io non avrei mai avuto il coraggio di chiederglielo, sono più abituato a fare io questo tipo di favore.
-Ma certo, nessun disturbo! Vai subito-.
La abbraccio in un attimo stringendomi forte a lei. -Grazie grazie grazie!-.
Mi affretto ad uscire dalla mensa e corro verso il dormitorio per raggiungere la mia stanza. Nel corridoio del piano terra incrocio Alex, passa vicino a me camminando in direzione opposta. Il suo viso è ricoperto di fasciature, soprattutto all'occhio destro. Mi si gela il sangue, devo usare tutta la mia forza di volontà per non tremare, urlare o scappare via. Sa già che ho ascoltato tutto? Probabilmente no e io non voglio dargli nessun motivo per pensare il contrario.
-Buon pomeriggio- lo saluto mostrando la mia solita cordialità, è mia abitudine salutare chi incontro. Non farlo potrebbe insospettire.
-Hey- ricambia semplicemente, mi rivolge uno sguardo serio e indifferente. Se ne va senza dire altro, senza sfiorarmi con un dito. Eppure mi ha spaventato.
Un'ora dopo raggiungo l'ufficio in cui lavora Hyulius, gli ho portato del succo di frutta e qualcosa da mangiare. Gli faccio compagnia mentre termina le ultime cose, ma sono molto taciturno e pensieroso.
-Qualcosa non va, piccino?- mi chiede bevendo il succo. Forse tenermi tutto dentro non mi farà bene.
Sospirando gli racconto tutto quello a cui ho assistito, a ciò che Alex ha fatto e vuole fare ad Edwin, di Gabriel che ha lottato contro di lui. Non risparmio nessun dettaglio e nessuna parola sentita, anche se mi costa fatica fare tutto ciò.
-Mi sento un po' in colpa. Edwin e Gabriel sono miei amici e io avrei dovuto fare qualcosa contro Alex. Invece non solo non ne sapevo nulla, ma sono rimasto pietrificato dietro la mia porta. Ma cosa potrei fare io? Come dici tu sono piccino, non farei male neanche ad una mosca. Sono un pessimo amico- concludo abbassando lo sguardo. Mi sento subito circondare dalle sue braccia.
-Essere piccino non è un difetto, tutt'altro. È una tua caratteristica e questo nomignolo te l'ho dato con affetto- afferma Hyulius. -E poi non è la forza fisica a determinare chi è amico e chi no. Si può aiutare dando il proprio sostegno, consolando, facendo cose carine. Avere qualcuno al proprio fianco è una forza che non tutti riescono ad avere-.
Penso qualche attimo e annuisco più volte, non so come faccia a dire sempre le parole giuste e capaci di farmi stare meglio. A volte penso sia questo il suo vero potere.
-Una cosa carina da fare potrebbe essere preparare una torta per loro?-.
-Oh certo! Ti aiuterò e la mangeremo insieme a loro. Non vedo l'ora di conoscerli, chi è tuo amico è anche mio amico- risponde lui entusiasta della cosa. -Useremo la cucina della mia casa-.
-Uh? Hai una casa tutta tua? È una casa intera e non una semplice stanza?- chiedo incredulo. Non credevo potesse essere possibile averne una tutta per sé, deve costare molto. Se ne avessi una la dipingerei di tutte le tinte di rosa, sarebbe piena di peluche e oggetti carini, e userei un'intera stanza solo per farci un enorme armadio.
-Beh sì, ma non è un granché- mi dice lui grattandosi la testa imbarazzato. -Non sono bravo con la scelta di colori e arredamenti. Ma spero comunque ti possa piacere-. Dopo aver finito lo spuntino che gli ho portato si rimette a lavoro. -Ne avrò ancora per almeno un'ora, perché non scrivi tutto l'occorrente per la torta? Andrò a prendere tutti gli ingredienti subito dopo aver finito-.

Il Piacere del PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora