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Edwin's pov

E ancora non riesco a prendere sonno, ci sto provando inutilmente tenendo gli occhi chiusi. Ho provato a svuotare la mente, a contare le pecore, a contare al contrario, a pensare ad una ninna nanna, a pensare a cose noiose. Ogni tentativo è stato vano.
Mi sono messo sotto le coperte, ma non mi sono tolto alcun indumento per ovvi motivi.
C'è da dire che Gabriel non si è mosso di un centimetro dalla sedia e la cosa in qualche modo mi rincuora. Non mi sento in pericolo in questo momento. Bravo pennuto, ti sei guadagnato un paio di punti.
Però mi sento osservato e la cosa non mi piace per niente.
Sbuffo più volte e mi giro verso la sua direzione. Non si muove di un millimetro e forse neanche respira. Anche se lo vedo a stento a causa della pochissima luce so che i suoi occhi sono fissi su di me.
-Sembri un maniaco inquietante così, sai?-
-Chiedo scusa- mi risponde con un sussurro abbassando la testa.
Però nonostante questo non smette di fissarmi. Per certi versi mi fa ridere come cosa.
-È inutile se continui così, non te lo hanno insegnato? Le scuse devono essere sincere-.
-Chiedo di nuovo scusa- ripete facendomi ridacchiare.
Decido di alzarmi, accendere la luce e mettermi seduto di fronte a lui con la schiena appoggiata al muro. Restiamo in silenzio e semplicemente ci guardiamo. Io almeno cerco di studiarlo.
Guardo il lato positivo: piuttosto che perdere tempo con incubi e ricordi posso concentrarmi su altre cose. Soprattutto su tutte le cose che ancora non capisco sia da parte sua che da parte mia.
Lo conosco da solo una settimana, non so nulla di lui, non mi fido per nulla, ma adesso sono calmo nonostante la sua presenza. Non era mai successo con nessun altro ad eccezione di Mary. Non capisco se è una cosa positiva o negativa.
Non conoscendolo bene potrebbe essere una di quelle persone che prima usa la maschera premurosa. Si mostra tanto gentile, amorevole e sempre pronto a fare regali. Il sogno di ogni persona fragile, bisognosa di affetto e stabilità. Solo quando la preda è completamente nelle sue mani mostra la sua vera natura aggressiva. E la preda non può difendersi ed ha difficoltà ad allontanarsi. Non voglio finire così.
Ho bisogno di sapere più cose su Gabriel per capire realmente chi è. Certo, sarei un arrogante a pensare di riuscirci in una notte. Ma da qualcosa si deve iniziare.
-Avevi un animaletto domestico?-
Di solito i malintenzionati iniziano a maltrattare loro.
Lo vedo pensarci prima di rispondere.
-No, non ne ho potuti avere.-
-E come mai? Allergico al pelo?-
-I miei genitori volevano mi concentrassi solo ad andare bene a scuola ed avere una buona carriera lavorativa come modello. Girare e farsi vedere con dei peli addosso non andava bene per loro. Tu invece ne avevi?-
Allora ho avuto ragione la prima volta a pensare fosse un damerino.
In principio non volevo dirgli nulla sul mio passato e ancora meno su me stesso. In questo caso suppongo di dover dare qualcosa per avere qualcosa.
-Io? Ne avrei voluti avere. Adoravo i cani di grossa taglia, ma ho sempre vissuto in piccole case e lì sarebbero stati davvero male-.
-Ti piaceva la musica?- gli chiedo dopo averci pensato.
-Oh sì molto- sulle sue labbra si è formato un grosso sorriso. -Adoravo ascoltare la musica classica e la musica pop.-
In qualche modo mi stupisco della risposta, non me l'aspettavo.
-Qualcosa nella tua vita che non ti piaceva e avresti voluto cambiare?-
-Nulla, il Signore mi ha donato tutto ciò si possa desiderare.-
Continuiamo a parlare ancora del più e del meno in modo tranquillo. Pensavo che rispondere alle sue domande mi avrebbe dato più fastidio. Invece mi sento tranquillo ed a mio agio.
Anche se siamo nella stessa camera da soli non ha cercato di farmi del male, non si è mai avvicinato a me.
Forse l'idea che gli angeli siano creature innocue non è tanto campata per aria.
Ma alla fine mi stufo e decido di chiedergli ciò che mi preme sapere di più.
-Come sei morto? Da quanto tempo sei un pennuto?-
-Sono stato ucciso quando avevo diciotto anni, a occhio e croce è successo quindici anni fa. Non avendo nulla da espiare sono stato mandato direttamente in Paradiso. Tu invece? In che modo la tua vita è finita?-
Ucciso eh? Lo dice con una tale leggerezza. Non mi piace.
-Sono stato ucciso quattro anni fa, ne dovevo compiere diciotto due o tre mesi dopo. Sono diventato un diavolo in poco tempo, non avevo nessuna colpa-.
Ancora ora mi sento un tale idiota. Se solo fossi stato più forte, se solo avessi resistito a quell'ultimo colpo. Ho tutta l'eternità per sentirmi così.
-Ti dà ancora pensieri essere morto? Anche tra gli angeli molti non riescono a scrollarsi dalle ali il fatto.-
Mi prendi in giro per caso?
-Ti sembra che non ne abbia? Non sarei neanche dovuto esistere e probabilmente me lo sono meritato di morire-.
Okay sto esagerando, mi sono fatto prendere dall'emozione e non va bene. Devo reprimere tutto.
-Non dire così, a me sarebbe dispiaciuto se non fossi esistito. Inoltre per quante cose si possano fare nessuno merita la morte. Mi dispiace abbiano ucciso anche te.-
Riesco a riprendere il controllo e non smetto di guardarlo.
-Sei stato ucciso? Che hai fatto? Hai rubato un gelato al figlio di qualcuno?-
-Ho rifiutato l'affetto di qualcuno.-
-Venivi perseguitato da qualcuno che si era ossessionato a te?-
Ed è per questo che perseguiti me?
-Ma perché tutte queste domande?- mi chiede perplesso. Ormai non posso più tirarmi indietro.
-Sono un tipo che sta sempre sul chi vive e tengo a distanza chiunque sia per me un potenziale pericolo. Divento aggressivo, è il mio modo di fare e va bene così. È insolito che qualcuno faccia come fai tu, che si interessi a me in questo modo. Vorrei solo saperne il motivo, tutto qui-.


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