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Hyulius's pov

Apro lentamente gli occhi e spengo la sveglia a forma di gatto prima che possa suonare. È mattino presto, dalla finestra entra la luce artificiale sprigionata da fuori. L'Inferno è formato da grotte e cunicoli sotterranei scavati nella roccia. In principio i diavoli dovevano vivere senza la luce del sole e senza il calore divino. Ed effettivamente è così, da qui non si può vedere il vero cielo. Tuttavia molto tempo fa sono state implementate delle.luci artificiali in quasi tutti i gironi infernali in modo tale da avere una scansione giorno e notte. Di giorno le luci sono intense e calde, di notte sono più pallide e sul soffitto in pietra vengono proiettate delle stelle finte. Inoltre vengono anche accesi dei lampioni per strada in modo tale da non stare troppo al buio. Tutti sanno non è vera luce e girano delle voci su di essa. C'è chi dice venga creata da una misteriosa guardia di Flegiàs, una bellissima donna dai capelli bianchi. Si dice non si faccia vedere perché orribilmente sfigurata, oppure perché tenuta in catene per farle compiere il suo lavoro in eterno e senza sostanza. Ho sentito alcuni mormorare siano le luci di Lucifero, altri ancora che sia lo stesso Flegiàs a crearle. Di lui girano così tante dicerie, potrebbero descrivere facilmente un centinaio di persone. A me queste cose non interessano più di tanto, le luci fanno il loro lavoro e questo mi basta. Poi posso sempre salire in superficie e vedere la luna insieme a Ruben.
Già, Ruben...
Sta dormendo tranquillamente accanto a me, i suoi capelli sfiorano la mia spalla. È rimasto a casa mia la scorsa notte, abbiamo visto episodi di quella serie finché non si è fatto tardi. Però ha avuto un incubo e allora l'ho accolto nel mio letto. Non serve chiedergli di restare, lui lo fa spontaneamente e io ne sono felice. Sembriamo quasi come una famiglia e il pensiero mi scalda il cuore. Mi alzo facendo molta attenzione a non svegliarlo, gli sistemo le coperte prima di uscire. Mi faccio una doccia dando più attenzioni ai capelli. Dopo essermi vestito lì asciugo con cura usando solo un asciugamano. Scendo in cucina per preparare lz colazione, farò tanti pancake con lo sciroppo d'acero per me e per Ruben. Seguo la ricetta passo dopo passo e canticchio una canzoncina nel mentre.
Famiglia, amore, sono cose a cui non ho mai pensato in vita. Certo, avevo i miei genitori e volevo loro tanto bene, più che altro non ho mai pensato ad una famiglia tutta mia. Dopo la morte di Ruben ho chiuso il mio cuore dedicandomi solo agli studi e al lavoro. Ma adesso se penso alla famiglia e all'amore puro, questi nella mia mente si tingono di rosa, un bellissimo rosa come lo zucchero filato.
Mi fermo un attimo a guardare di fronte a me, un sorriso si dipinge sulle mie labbra. Minosse aveva ragione, ora lo so. Quello che provo per Ruben non è una semplice amicizia, è un legame molto più forte e molto più profondo. Ora lo so, mi sto innamorando di Ruben. È lui lo zucchero filato dei miei pensieri. Ma cosa dovrei fare? Dovrei dirglielo? Non lo so, potrebbe non fargli piacere, potrebbe rovinare il nostro bellissimo legame. Non voglio perderlo un'altra volta. Aspetterò e coltiverò questo sentimento con cura.

Sentire rumore di passi mi fa tornare alla realtà, torno a cucinare facendo attenzione a non bruciare i pancake, sarebbe un vero peccato.
-Buongiorno!- mi saluta lui, si avvicina a me e si mette in punta di piedi per darmi un bacino sulla guancia.
-Buongiorno, piccino- ricambio io continuando a cucinare.
-Uh! Stai facendo i pancake? Posso darti una mano?-.
Scuoto la testa. -Siediti e rilassati, per favore. La colazione è quasi pronta-.
-Va bene, allora sistemo la tavola per entrambi!- ribatte lui facendomi ridacchiare. Potrebbe vivere come un re in casa e invece si impegna a darmi un aiuto. È davvero dolce.
Per prima cosa copre il tavolo con una tovaglia rosa a fiori e usa la sua telecinesi per prendere uno alla volta tutto il necessario. Posiziona due piatti uno di fronte all'altro e ci poggia vicino una forchetta ed un bicchiere.
-Se ti può essere utile ho preso delle cannucce colorate, sono nel secondo cassetto- gli dico. -Così potrai bere senza spostare troppo la mascherina-.
-Davvero lo hai fatto per me?- mi chiede guardandomi con occhi brillanti.
-Certo! Farei qualsiasi cosa per te, piccino-.
Apre il cassetto e si sceglie una cannuccia viola a strisce lillà. Infine mette al centro del tavolo una bottiglia di succo di frutta presa dal frigorifero. Solo dopo questo si siede composto e si rilassa. Dopo qualche minuto divido i pancake in due pile dandone decisamente di più a lui. In televisione metto dei cartoni animati così da avere qualcosa di sottofondo. Guardo sempre lo schermo così da dare a Ruben la privacy che merita.
-Hai dormito bene?- gli chiedo io mangiando a piccoli bocconi. Mi sono venuti bene, forse sono troppo dolci. Sembra che lui li stia gradendo.
-Sì, il tuo letto è molto comodo- mi risponde con calma. -Scusa se ti ho chiesto di dormire di nuovo con te, ma...-.
-Non importa, non ti lascerei mai da solo in balia degli incubi. Ti accoglierò sempre a braccia aperte-. Non mi piace interromperlo, però mi sembra giusto dirglielo subito. -Quindi non serve scusarsi-.
-Devo ammettere che...- fa una pausa e si sistema la mascherina prima di girarsi a guardarmi. -... è bello dormire insieme a te-. Le sue guance si tingono di rosso.
-Beh, puoi dormire insieme a me quando vuoi- ridacchio imbarazzato. -Che cos'hai sognato?-.
Abbassa lo sguardo facendosi più cupo. -Ho sognato i cani...-. Non servono altre parole per capire.
Mi avvicino a lui per fargli delle carezze, non mi piace vederlo stare così male. -Va tutto bene, ci sono io a proteggerti. Pensa a questo, va bene?-.
Non lo do a vedere, ma mi sento in colpa. Se solo quel giorno non fossi arrivato in ritardo... se fossi stato al suo fianco. Forse in questo momento saremmo entrambi in vita, una vita bellissima senza dolore, insieme come una famiglia.

Il Piacere del PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora