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Gabriel's pov

-Veramente non so...-
Tento di dire ma non mi ascolta, per il suo carattere esuberante non vede mai oltre il suo obiettivo, ma non mi sento proprio dell'umore adatto... purtroppo però il suo trascinarmi è più forte della mia volontà, e guardandomi intorno mi rendo conto che effettivamente c'è un gran numero di angeli in attesa e che stanno arrivando.
-Sono proprio curioso di vedere chi altro arriverà, speriamo qualcuno di interessante.-
Disse Marcus visibilmente eccitato, nonostante sia un angelo da ormai quarant'anni ed abbia assistito ad un gran numero di arrivi si comporta sempre con grande eccitazione. Il suo carattere solare è adatto al suo ruolo, ed è talmente aperto da riuscire anche a parlare della sua morte con facilità, mi raccontò dopo cinque anni infatti che da vivo soffriva di una malattia respiratoria, che lo stroncò all'età di diciotto anni.
In ogni caso, pensando al presente, io purtroppo per questa volta non ho alcuna emozione a riguardo, non cerco nemmeno la maestosa figura dell'angelo a cui spetta l'onore di suonare il corno ed aprire così il cancello, per l'occasione come sempre coloro che hanno un grande amore per il canto in onore degli arrivati cantano una meravigliosa canzone con suadenti voci, vuote però stavolta alle mie orecchie.
Mi limito solo a guardarmi attorno ed incrocio così lo sguardo di Agata ed Emanuele, lei una splendida ragazza dal viso paffuto, bassa ed il corpo rotondo, dai lunghi capelli neri e gli occhi dello stesso colore, vestita con un comodo abito bianco, lui alto, dal viso scarno, occhi marroni e capelli crespi dello stesso colore, vestito con una camicia bianca e dei pantaloni marroni. Entrambi mi porgono un saluto ed io lo ricambio, sono una coppia arrivata qui ben prima di me, vissuta nel 1664. Entrambi appartenevano ad una famiglia povera e si sono incontrati durante l'aratura dei campi, da lì il loro puro amore è scattato ma le rispettive famiglie desideravano dargli in sposi ad altre persone, molto più benestanti, e così furono costretti a nascondere il loro amore. All'alba delle nozze della disperata ragazza, che non voleva certo disonorare la famiglia o arrecar loro dolore, ma nemmeno passare la vita con un uomo che non amava, scelsero di morire insieme avvelenandosi. Non hanno mai rimpianto la loro scelta anche se furono costretti ad una lunga punizione per il loro suicidio.
Quando sentiamo il chiaro suono del corno tutti scattiamo fissando il cancello, che producendo un sordo cigolio spalanca le sue porte. Centinaia di anime entrano nella nostra massa di angeli, ancora sono sprovvisti di ali ed alcuni sono nudi o vestiti con stracci, ma verranno condotti all'edificio più vicino adibito al consacramento. Questo ha l'aspetto di una grandissima chiesa ma all'interno, all'unica stanza presente, verranno immersi nell'enorme fonte d'acqua pura, riempita dall'acqua di cascate all'interno dell'edificio, ed una volta usciti saranno degli angeli.
Le anime vengono subito accolte con gioia, e le loro espressioni non nascondono la loro emozione, ricordo che anche io avevo provato un'immensa felicità...ora però non mi sento veramente in grado di provarne.
-Marcus, io vado al dormitorio, tu resta pure qui.-
Dico sorridendogli mettendogli una mano sulla spalla, volando subito via, senza nemmeno sentire la sua risposta.
Se ci fosse un modo per riavere l'allegria di prima lo farei subito, come penso ciò però in un flash mi appare il viso di Ed davanti agli occhi, assieme ad un amaro sorriso sulle labbra.
Ormai sono davanti al portone d'ingresso del dormitorio, la sua struttura imponente di sicuro è in grado di dar casa ad un gran numero di persone, all'interno nuove stanze possano apparire di continuo, senza occupare altro spazio, lo aiuta solamente. Basta voler andare nella stanza di qualcuno e, girando l'angolo, ti ci ritrovi davanti.
Superato il primo corridoio però nuovamente qualcuno mi ferma, stavolta però la voce appartiene ad una donna.
-Gabriel.-
Sospirando mi volto ancora una volta, vedendo stavolta Beatrice, una donna alta, dai fianchi larghi ed il seno prosperoso, la pelle nivea dagli occhi verdi, con alcune lentiggini sul naso, ed i capelli rossi sistemati in uno chignon. E' vestita con un lungo abito che le copre i piedi, e mi guarda con un dolce sorriso.
-Beatrice, che sorpresa.-
Lo è veramente, solitamente lei sta per la maggior parte del tempo nel Purgatorio per aiutare le anime a redimersi, e solo raramente torna in Paradiso dove oltretutto alloggia in una casa propria tra le lontane campagne. Quando era ancora in vita, tra il 1630, la sua vita era tutt'altro che santa, tuttavia, era infatti una nota prostituta che viveva solo per dare piacere, uomini e donne senza distinzione, venne uccisa dall'uomo che si era innamorato di lei. Divenuta angelo non abbandonò mai il desiderio d'elargire quel piacere, concedendolo infatti ad alcune anime nel purgatorio, ma ha trasmesso anche un puro amore nei confronti di tutte loro e per gli angeli che l'accompagnano, mai con fare volgare o provocante però, ma più come una madre con i figli.
-Ho visto nei tuoi occhi che qualcosa non andava, mentre eri alla cerimonia. Qualcosa non va?-
Mi chiede avvicinandosi accarezzandomi il braccio, certe volte essere come un libro aperto non è conveniente.
Sarò solo stanco, non preoccupatevi.-
Rispondo io con grande rispetto voltandomi, ma come lo faccio sento un sussulto di terrore e mi volto preoccupato. Beatrice è improvvisamente sbiancata ed ha una mano sulla bocca come a trattenere un urlo.
-Che succede?-
Chiedo facendo un passo verso di lei.
-Gabriel, ragazzo mio, le tue ali...-
Le mie ali?
Che cos'hanno che non va?
Le spalanco osservandole con molta attenzione ma non noto niente, fino a quando non vedo cinque piume nere.

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