Gabriel's pov
-Oh... sì certo, andiamo. Pennuto... sono diventato troppo sentimentale? Vuoi che torni ad essere un po' stronzo? Se c'è qualcosa che posso cambiare la cambio...-.
-Ma no, tu sei perfetto così!- mi affretto a dirgli. -Ti amo proprio perchè sei tu, non vedo perchè mai dovresti cambiare, o come potresti se sei già perfetto così.-
-È che oggi... non so, me la immaginavo diversa come giornata. Non come avvenimenti. Mi sembra di star sbagliando tutto...-.
-Ma no amore mio, non potresti mai sbagliare nulla.- dico volandogli accanto, prendendogli la mano. -Tutto ciò che fai è darmi gioia, anche con la tua sola presenza.-
Non è lui ad essere sbagliato dopotutto, ma se gli parlassi dei miei sentimenti, ho paura che potrei allontanarlo... preferisco affrontare tutto questo da solo piuttosto che rischiare di nuovo di perderlo.
-Tu me lo diresti se ci fosse qualcosa che non va, vero? Io non voglio farti del male, neanche involontariamente. Siamo noi due, no? Ci amiamo e ci aiutiamo a vicenda come una coppia. Quindi se vuoi fare qualcosa con me, se hai dei dubbi o non ti piace una mia idea, puoi dirmelo. Io mi fido di te, so che non mi faresti mai del male-.
Mi bacia per poi darmi il tempo di rispondere.
-Ma certo che sì. Non preoccuparti, va tutto bene.-
Voglio vederlo felice, il resto non conta.
-Adesso pensiamo solo al nostro appuntamento all'Eden... non vedo l'ora di arrivare.-
-Sì anche io-. I suoi occhi brillano al solo pensiero di poter vedere l'Eden. -Portami all'Eden, per favore-.
Mi dà un altro bacio. Annuisco felice, godendomi il resto del volo con lui. Presto arriviamo all'ingresso del giardino, dove una donna accoglie gli angeli ed i diavoli in arrivo.
-Sei mai stato in un giardino simile in vita?- gli chiedo curioso.
-No, mai. Nel quartiere dove abitavo non c'era molto verde. C'era solo un piccolo parco poco curato. Tu invece?-.
-Avevamo una serra nella nostra villa. Da piccolo mi piaceva andarci a giocare.-
Non ci pensavo da tanti anni, chissà come stanno ora quei fiori. Le domestiche se ne sono sempre prese cura alla perfezione.
-Le mie sorelle l'avrebbero amata, loro adorano i fiori soprattutto se colorati. Quando erano piccole facevo per loro dei fiori con la carta velina e il fil di ferro. Li mettevo dentro veri vasi, ogni mattina li annaffiavano con l'acqua-.
Ridacchia al ricordo. Finalmente possiamo entrare dentro. I suoi occhi brillano alla vista delle diverse piante e dei diversi alberi.
-Sono certo allora che adoreranno l'Eden. Potreste venire qui tutti i giorni.-
Beh, magari non tutti tutti... non potrei rinunciare al mio tempo con lui.
-Troviamo un posto tutto per noi? Forse conosco un punto.- dico ricordando di quando ho preso qui i non ti scordar di me, per regalarglieli.
Erano in un posticino tranquillo, e mi piacerebbe molto vederlo circondato da quei fiori.
-Ti ci porto?- chiedo volendo che resti una sorpresa.
-Sì certo, andiamoci subito!-.
Meraviglioso, sono certo che farà colpo su di lui! Sono emozionato come un bambino, e stringendogli la mano cammino a passo svelto verso quel punto. Lo ricordo bene, visto ho incontrato Beatrice e Luca lì. Mi fermo lungo il sentiero, portando Edwin verso il punto in cui lei ha raccolto i fiori. I piccoli cespugli dall'erba alta ci concedono un punto dove sistemarci senza il rischio di rovinare i fiori.
-Cosa ne pensi?-.
-È stupendo! Sì è il posto perfetto per noi!-.
Si sdraia subito tra i fiori senza rovinarne nessuno. Quanto vorrei potergli scattare una foto, o essere in grado di dipingere la sua bellezza, ma temo che sarebbe impossibile. Nemmeno l'artista più bravo al mondo ne sarebbe in grado. Mi sdraio accanto a lui, accarezzandogli delicatamente i capelli. Attorno a noi c'è la pace assoluta.
-Potrebbe diventare il nostro posto, che ne dici? Sarebbe bello venite qui più spesso, no? Qui siamo davvero solo io e te. E i fiori ovviamente-.
Il nostro posto speciale... sì, suona bene. -Direi che è un'ottima idea.- dico felice all'idea. -Un angolo di Paradiso tutto per noi, anche se il Paradiso per on è colpa tua.- dico accarezzandogli la testa. -... che cosa è successo?-
Non capisco, prima ci stavamo baciando, e credevo che lo volesse anche lui, poi però mi ha spinto via.
Forse... in realtà non mi ama? Si sta sforzando di fingerlo solo perchè si sente in dovere dopo la mia dichiarazione?
La paura che sia vero comincia presto a schiacciarmi.
-Mi ha preso il panico... non so dire perché. Ho avuto paura...-.
-Ma non devi avere paura di me, l'hai detto tu stesso, non ti farei mai del male.-
Continuo ad accarezzarlo, cercando di calmarlo.
-Mi dispiace, sono un vero disastro. Avrei dovuto lasciarti fare...-.
-No amore, non sei un disastro, ma se non mi dici cosa ho sbagliato non saprò come rimediare.- lo stringo a me, cercando di asciugarmi gli occhi. -Come pensi mi sentirei a fare qualcosa che ti fa sentire a disagio? Sto già morendo così, per esserci andato vicino...-.
-All'inizio volevo, volevo tantissimo. Ho cominciato a baciarti perché mi sentivo bene, stava andando tutto bene. Poi ho cominciato ad avere i primi dubbi e li ho scacciati, poi sono tornati e non sapevo cosa fare. Non volevo deluderti, così ho cercato di più il tuo calore e credevo di farcela. Ma quando mi hai toccato i pantaloni...- cerca di spiegare in un modo non sia troppo confusionario. -Non so perché ho reagito così, sono arrivato ad un limite che neanche io so spiegarmi. Forse dovrei parlarne con Queen, lei sa molte cose su questi argomenti. È lei che mi ha aiutato ad aprire il mio cuore a te-.
-Edwin, se devo essere onesto, mi fa più soffrire che ti sei spinto oltre piuttosto che il fatto non abbiamo continuato... non ti ho mai chiesto di farlo, e non potresti mai deludermi per cose simili. Ho tutto il tempo nell'universo per aspettare che tu ti senta a tuo agio, ma sto continuando a ripeterti che l'unica cosa mi interessa è che tu stia bene. Come posso fare per convincerti?- cerco di spiegargli, sentendo un malessere crescermi nel petto.
-Mi dispiace, ho sbagliato tutto. Credevo di star facendo bene e invece ho sbagliato. Non è mia intenzione farti soffrire. Tu non hai sbagliato niente, tutte le bellissime parole mi dici io me le segno sempre, stanno sempre nella mia mente e nel mio cuore. Ce la sto mettendo tutta, credimi, e le tue parole sono molto importanti.-
Però non è con me che ha detto vuole parlare…
-… chi è Queen?-.
-Queen è una mia amica, dà amore a tutti quelli che glielo chiedono. Soprattutto col suo corpo, ma anche con le parole. Per lei l'amore è sacro e cerca di darne il più possibile, cerca di farne nascere il più possibile. Non fraintendere, a me non interessano le ragazze, con lei ho sempre solo parlato. Sa cosa Alex ha fatto, ha evitato si sapesse in giro e non gli parla più. Ho parlato a lei di noi, è lei che mi ha aiutato ad aprirmi a te. Lei forse saprà dirmi perché ho reagito così male. Tu non sei Alex-.
Dà amore? Che significa? In che modo ha condiviso dell'amore con Edwin? Un fuoco comincia a divamparmi nel petto. Di cosa avrebbero parlato sull'amore? Chi è questa persona e perché gli è vicina?
Quando le sue parole si spostano su Alex, una sensazione acida mi sale in gola.
No, certo che non sono lui, ma perché dovrebbe pensare altrimenti?
-Edwin, è tutto passato. Adesso siamo insieme, è tutto apposto.-
-Sì, lo penso anche io. È per questo che Queen mi può aiutare a capire e superare cose come quella che è successa prima. Mi può dare buoni consigli e modi per evitare gli attacchi di panico. Come ho detto a me le ragazze non piacciono e lei lo sa. Sa di te e mi ha sempre incoraggiato ad amarti. Può davvero aiutarci, non credi?-.
Ancora Queen.
Perché non puoi aprirti con me invece? Come dovrei rispondere alla sua domanda? No, non voglio parlare con una... una...
-Amore, va tutto bene, stendiamoci un po', annusiamo i fiori. Non dobbiamo pensare ad altro.-
-... va bene-.Avviso!
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Il Piacere del Peccato
RomanceAttenzione, storia boyxboy, astenersi chi non gradisce questo argomento Personaggi originali, storia scritta a quattro mani da me e @khailea Link per accedere all'account de Il Piacere del Peccato: https://www.deviantart.com/ilpiaceredelpeccato Può...