Mara's pov
Dopo tutti i casini e gli idioti che ho incontrato l’altro girono, non ho affatto voglia di uscire oggi.
Mi sono chiusa nella mia stanza dopo avere incontrato quell’angelo dai capelli celesti, e non sono più uscita.
I dormitori dell’Inferno non sono tanto male, mi ricorda un posto dove viveva una ragazza che conosceva in vita.
Per una come me, che non ha voglia di pulire, un monolocale è lo spazio perfetto.
L’ho riempito con qualche attrezzo da ginnastica, tipo un bilanciere, una panca piana e vari pesi sparsi qua e là.
Almeno valgono le stesse regole della vita umana: se non ti alleni non otterrai nulla.
Naturalmente c’è sempre qualche tizio più fortunato di altri, nato con la costituzione perfetta, ma i muscoli non si mantengono senza niente.
In questo momento sono sdraiata di pancia sul letto, allenando il braccio destro con il peso più leggero che ho. Non ho voglia di allenarmi, ma nemmeno di stare ferma senza fare niente. Di dormire non se ne parla proprio, non ho voglia di ritrovarmi ad avere qualche incubo a causa della stupidità dei tre tizi di ieri.
Lo stupido angelo con cui lavoro, il pupillo bugiardo di Flegiàs, e quella ragazza.
Quella stramaledetta ragazza dagli occhi color del cielo…
-Mmm BASTA!-.
Lancio il peso contro il muro, rischiando di romperlo, ed infilo la testa sotto il cuscino cominciando ad urlare.
Non ci devo pensare! Non ci devo pensare e basta!
Chissenefrega se le ho tirato dei sassi in testa, o se ho cercato di intimidirla, e poi l’ho lasciata da sola.
…
…
-… merda.-
Non me ne frega niente di lei, però… non sembrava una persona pericolosa, ed era piuttosto vicina all’Inferno.
Una così bella ragazza potrebbe facilmente attirare l’attenzione di qualcuno.
-… e che cavolo!-.
Va bene stupido cervello, hai vinto tu!
Tu e quel tuo amico del senso di colpa!
Devo andare a controllare, se le fosse successo qualcosa sarà solo colpa mia.
Aprendo la porta spalanco le ali per lanciarmi nel corridoio ed uscire da qui, ma a metà strada vengo bruscamente frenata da una montagna di muscoli ambulanti.
-Guarda dove vai, pulce.-
Cesare… il diavolo più stupido, crudele, arrogante, e violento di tutto l’Inferno.
Sarà alto quasi due metri, ed ogni centimetro del suo corpo è ricoperto di muscoli. Perfino le corna sono enormi, anche se quello sinistro è spezzato alla base, ma tutti sanno che gliene basta uno solo per farti passare un brutto quarto d’ora.
Vedo i suoi piccoli occhietti porpora fulminarmi con lo sguardo.
Probabilmente se fosse in grado di farlo non ci penserebbe nemmeno un secondo.
Del sangue gli macchia i vestiti e le mani. Appena lo vedo sento il mio corpo rabbrividire.
-Di chi è quel sangue…-.
-Che te ne importa?-.
Mi mordo le labbra. Non sono sicura quel sangue sia proprio di quell’angelo, e se mi stessi sbagliando potrebbe decidere di andare a cercarla solo per gustarsi la mia reazione.
-Niente, fai solo schifo a girare così.-
Sento la sua mano colpirmi la guancia con il dorso. Lo schiaffo mi scaraventa a terra, ed avverto i suoi passi superarmi poco dopo.
-Stai al tuo posto, Mara.-
La pelle mi brucia, ma mai quanto la rabbia che sento nel petto. Eppure resto a terra, finché non se n’è andato.
-Figlio di puttana…-.
Non mi sento più la guancia, ho ben altro però a cui pensare adesso.
Facendo attenzione che non mi stia seguendo riprendo il volo, superando le porte del dormitorio e volando verso il Purgatorio.
Non ricordo esattamente dove fossi andata l’altro giorno, sono sicura comunque che non sia troppo lontano, ed in ogni caso posso sempre orientarmi con le rocce che ho distrutto.
Sono vicina, comincio a vederne alcune ed a riconoscere il posto, ma c’è qualcosa di diverso.
…
…
…
-Che diavolo è successo?-.
In alcuni punti ci sono delle piccole torri di rocce, messe in equilibrio le une sulle altre.
Sono sicura che ieri non ci fossero, Cesare è veramente passato da qui?
Però non è certo il tipo da fare qualcosa di così delicato.
-Sei tornata!-.
Sobbalzo sentendo una voce alle mie spalle, e voltandomi raduno a me alcune rocce per difendermi.
A pochi metri da me c’è l’angelo dell’altro giorno.
-Non credevo saresti tornata, ti piace quello che ho fatto?-.
Fa un passo verso di me, ma io mi allontano.
Cavolo, da vicino è ancora più carina.
-D-di che cavolo parli…-.
-Le pietre! Ne ho già impilate alcune lì.- dice indicando alle mie spalle, ma non c’è più niente. -Oh… devono essere cadute.-
Guardo il punto dove prima c’erano le pietre, poi guardo le mie mani avvolte dai guantoni.
…
-Tsk… che cosa scema.-
Cavolooooo! Ma perché ti devi mettere a fare una cosa così delicata proprio con le rocce?!
Mi volto per evitare veda la mia faccia.
Non sarei mai dovuta venire!Angela's pov
Non mi aspettavo l’avrei mai rivista.
Ammetto che quando ho visto le ali di un diavolo avvicinarsi mi sono subito nascosta, temendo potessero aggredirmi o altro. Quando però l’ho riconosciuta mi sono subito tranquillizzata.
Lo so che si dovrebbe prima conoscere qualcuno per giudicarlo, ma lei emana un’aura positiva.
Di sicuro non mi sbagliavo, perché non sta provando in alcun modo a farmi male.
Sorrido quando mi dà le spalle. Che carina, devo averla imbarazzata.
-Allora… sei venuta a scusarti per avermi tirato dei sassi in testa?- chiedo provocandola.
La sua reazione è esattamente come la immaginavo.
Spalancando le ali si solleva di qualche metro, puntandomi un dito contro urlando a squarciagola.
-Io non devo scusarmi di nulla!-.
-Ahah, tranquilla, puoi tornare a terra.-
La mia risata deve averla imbarazzata ancora di più, perché si rifiuta di farlo, anzi si alza ancora di più verso il cielo.
È proprio una tipa stramba, ma mi piace.
Facendo spallucce per darle l’impressione non do troppo peso alle sue reazioni mi incammino verso un cumulo di rocce, inginocchiandomi per fare un’altra pila.
Tengo le ali aperte, così sarà costretta ad avvicinarsi se è curiosa.
Come immaginavo dopo qualche minuto eccola che arriva.
-Si può sapere che stai facendo?-.
Abbassando le ali raccolgo un altro paio di sassi, per impilarli davanti a lei.
-Sono le pietre dell’equilibrio.-
-A me sembrano solo sassi…-.
-Non è la loro forma l’importante, ma il contenuto.- spiego continuando a creare. -Sono una forma d’arte che si basa sull’impilare in vari modi le pietre. Io la uso per meditare però, mi piace in particolare la tecnica del contrasto, dove rocce più piccole dipendono dal peso di quelle sovrastanti per mantenersi. C’è anche da dire però che è molto difficile riuscirci, me ne sono cadute varie nei pochi tentativi ho fatto.-
-E allora perché continui? Non serve a niente, e non sei brava.-
Aiah, che lingua tagliente.
-Perché mi rende felice.- rispondo semplicemente.
Sento che continua a guardarmi, e per un po’ non risponde.
-Bah… sono solo rocce.-
Dice così, eppure è ancora qui a guardare.
Secondo me fa solo la timida e vorrebbe provare.
-Anche tu però sai creare con le rocce.-
Sollevando una mano sfioro i suoi guantoni in pietra.
Li avevo notati ieri, non pensavo però fosse in grado di crearli così rapidamente, appena li tocco però si disintegrano subito.
-Q-questa non è arte! È il mio potere!- esclama mettendosi in piedi.
-Ooh, forte! Io invece posso aumentare il volume della mia voce!-.
-… già l’ho notato.-
Incrociando le braccia mette su un muso, forse l’ho offesa?
Effettivamente, ieri non ci siamo incontrate nel migliore dei modi.
-Mi dispiace per l’altro giorno. Spero che non ti abbia rovinato le orecchie.-
Nuovamente lei mi da le spalle. -Ma sei scema o cosa? Non siamo mica esseri umani, anche se mi rompessi un braccio si sistemerebbe dopo qualche ora.-
-Ah già, è vero.-
-Te ne eri veramente dimenticata?!?-.
Effettivamente sì ahah.
Non mi capita spesso di ferirmi a mia discolpa.
-È proprio comodo, non corriamo alcun rischio.- annuisco contenta, lei però si rabbuia, smettendo di guardarmi.
-Ti sbagli.-
Cala un pesante silenzio tra di noi, riesco a percepirlo chiaramente.
È come se all’improvviso avesse fatto calare su di sé un’ombra per non permettere a nessuno di avvicinarsi.
Mi mordo la lingua, pentendomi di non avere prestato più attenzione alle mie stesse parole.
Un diavolo certamente non ha vita facile.
-… ehi, ti andrebbe di aiutarmi con queste pietre? Sono sicura che ti divertiresti.-
L’ombra si solleva, e la ragazza tona a guardarmi come se fossi un’aliena.
-È una cosa stupida.-
Sorrido, ignorando ancora una volta la sua lingua tagliente.
-Potresti scoprire che ti piace più di quanto credi.-
Non mi risponde, ma dopo qualche minuto si inginocchia accanto a me.
È come un randagio con cui devi guadagnarti la fiducia passo passo.
In silenzio le passo la prima pietra.
-Mi chiamo Angela, comunque.-
-… Mara.-Avviso!
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Il Piacere del Peccato
RomanceAttenzione, storia boyxboy, astenersi chi non gradisce questo argomento Personaggi originali, storia scritta a quattro mani da me e @khailea Link per accedere all'account de Il Piacere del Peccato: https://www.deviantart.com/ilpiaceredelpeccato Può...