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Attenzione, questo capitolo contiene scene di violenza. Consiglio a chi non gradisce o è sensibile a certe cose di saltare le parti e godersi comunque la narrazione.

Alex's pov

Sono passati alcuni giorni, non sono più guidato dalla rabbia e dall'impeto. Adesso posso ragionare con più freddezza e lucidità. Ho rischiato molto con le mie azioni degli ultimi tempi, stavo per buttare anni di reputazione e macchinazioni. L'arrivo di quell'angelo maledetto mi ha rovinato tutti i piani e mi ha fatto agire d'impulso. Non avrei mai voluto sprecare dei preziosi Teschi per comprare Edwin. Io voglio avere tutto. Voglio avere soldi, averi, persone. Non accetto di rinunciare a qualcosa per qualcos'altro. Era meglio cacciare la preda piuttosto che comprarla al supermercato. È solo colpa di quel pennuto di merda e soprattutto di Edwin. Se solo si fosse fatto scopare prima io non starei in questa situazione. Vorrei sfogarmi su di lui in tutti i modi peggiori, ma non posso neanche avvicinarmi. Per un po' dovrò tenere un profilo molto basso, svolgere i miei affari con discrezione e pensare a come agire con Edwin. Ormai la mia copertura da migliore amico è saltata e lui non è così idiota da cascarci di nuovo. Devo trovare un'altra via, devo pensare a come manipolare la situazione a mio vantaggio. Dovrò pensarci bene. Per il momento posso solo rimanere a guardare da terra la sua finestra senza muovere un dito. C'è da dire che farmi vedere così potrebbe essermi utile. Non sto facendo del male a nessuno, sto solo guardando una finestra qualunque. Ma sentirmi addosso gli occhi di quel confetto dai capelli rosa mi urta. Che schifo, come può un ragazzo conciarsi così? Che problemi ha? Se la sta andando a cercare. Se non avessi già una preda ci penserei io a lui, lo terrei prigioniero e lo massacrerei fino a farlo comportare e vestire come si deve. Vedo spesso un tizio dai capelli blu insieme a lui e non posso fare altro che pensare con malizia. Sto tizio ha davvero gusti strani a far andare in giro la sua preda in questo modo. Spero per lui si diverta a sfondarlo, un giorno lo farà in mille pezzi.
Farmi fantasie sugli altri non è proprio soddisfacente e non posso più avere le grazie di Queen, maledizione. Dovrò trovare qualcosa su cui sfogarmi. Limitarmi a guardare la finestra mi manda ai pazzi. Cosa starà facendo quel pennuto alla mia preda? Lo starà sicuramente usando senza di me. Lo farà urlare in lacrime mentre gli ferisce tutto il corpo e lo riempie di morsi fino a staccargli la pelle? Lo farà supplicare e si godrà le supplice mentre infierisce su di lui? Devo riappropriarmi della mia preda al più presto. Anche condividere non è un'idea che mi piace, ma potrei vedere di scendere a patti con l'angelo se necessario. Al momento posso solo aspettare che quella cosa inutile di Cassandra faccia qualcosa.
Almeno lavorare mi dà delle soddisfazioni, ci sono tante anime da ingannare e portare dalla mia parte. In più è divertente maltrattare gli angeli che mi capitano. Ne cambio uno ogni una o due settimane, non durano più di così. Lasciano il posto per farsi sostituire e scappare così da me. Ho sempre acconsentito al cambio, mi piace avere sempre carme fresca. L'ultimo tizio l'ho ipnotizzato e fatto precipitare da un punto molto in alto del Purgatorio. Che risate mi ha fatto fare vederlo cadere senza sbattere le ali e schiantarsi sulla sabbia della spiaggia! Credo si sia rotto tutti e quattro gli arti e anche qualche osso in più. Oggi dovrebbe arrivare il nuovo, chissà chi è.
Do un'ultima occhiata alla finestra di Edwin prima di andare, ancora quel pennuto non è uscito. Evoco le mie ali e mi dirigo svelto verso la spiaggia e vedo il Custode farmi cenno. Avvicinandomi vedo che con lui, c'è un angelo di sesso femminile. È praticamente una ragazza molto giovane, ma con tutte le curve al posto giusto. Ha i capelli lunghi e lisci castani e gli occhi dello stesso colore. Non male.
-Lei è Lucia e lavorerà con te fino a nuovo ordine- dice il Custode. -Affrontate al meglio il vostro lavoro e prendete bene le vostre decisioni.
-Contaci- gli dico e quando il Custode si allontana lancio uno dei miei sorrisi migliori alla gentil donzella.
Lei non mi guarda, tiene la testa bassa e trema come una foglia. Non dice nulla, nemmeno una singola sillaba.
-Cosa c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua o io ti sembro un lupo cattivo?-. Avanzo di scatto come se volessi colpirla, ma è tutta una finta per vedere la sua reazione. Emette un urlo acuto più simile allo squittio di un topolino. Si appallottola a terra e trema più forte. Rido di gusto alla scena, mi divertirò molto con lei. Le tendo la mano per farla alzare.
-La prossima anima è mia, intesi? Sennò ti picchio-. Lo dico col sorriso più sincero riesco a fare. Finché siamo di turno non posso fare nulla, ma appena l'anima sarà sparita... beh, avrò carta bianca. Rifiuta il mio aiuto e non prende la mia mano. Si mette a gattonare allontanandosi un po' da me.
-Va bene, fifona. Andiamo dall'anima. Lo sai che non puoi scappare!-. Mi metto in volo alzandomi da terra. Mi dirigo verso l'anima, ma sto attento che la ragazza mi segua, non voglio perderla di vista un solo attimo. Ha preso il volo solo dopo essere sicura di aver messo abbastanza distanza fra di noi. Una volta arrivato rimango deluso, l'anima è quella di un bambino piagnucolone. Che palle, vengo sempre circondato da cose inutili. Leggo la cartella e sbuffo, non è buono a nulla, non è neanche morto in modo violento. Il marmocchio è morto nel sonno e non ha fatto praticamente nulla nella sua breve vita. Non mi presento, sarebbe solo una grossa perdita di tempo. Perdere un'anima così è davvero snervante. Mi volto verso l'angioletta, se ne sta ancora a distanza e neanche lei dà le sue generalità.
-Te lo cedo, ma fai in fretta se no tormento anche lui- le dico facendo un paio di passi indietro.
-V-vieni...-. Lucia si inginocchia allungando una mano verso il bambino. Il bambino le prende la mano e sparisce in pochi istanti.
Bene, adesso che il lavoro è finito posso divertirmi un po' con questa bella ragazzetta. Prima che possa allontanarsi o volare via, mi metto davanti a lei così che possa guardarmi dritto negli occhi. Appena si avvicina lei riprende a tremare e arretra a piccoli passi senza guardarsi indietro. Ormai è tardi. I miei occhi cambiano colore diventando rossi e intensi. Un solo sguardo, davvero pochi secondi per attivare il mio potere. Mi basta un po' di concentrazione e ogni persona cade ai miei piedi. Mi piace controllare le persone e soprattutto mo piace in pochi sanno questa cosa! Posso agire indisturbato senza temere conseguenze! Ecco, adesso questa angioletta farà tutto ciò che voglio io. Potrà pensare e provare emozioni, ma tutto il suo corpo e le sue azioni risponderanno solo a me.
-Adesso fai la brava, spogliati e fammi vedere tutte le tue grazie. È quello che vuoi, dopotutto!- le dico in modo calmo, le mie parole sono ordini e lei non può opporsi. Difatti da brava bambina fa come detto, nei suoi occhi c'è tanto terrore e vergogna. Le sue mani si muovono nonostante il tremore e fanno cadere l'abito bianco e la biancheria che indossa.
-Non far uscire le lacrime, non c'è niente per cui piangere. Sei tu che stai facendo tutto. Sei tu che vuoi concederti a me, vuoi saltarmi addosso-.
Le sue gambe si muovono avanzando di un paio di passi. Siamo molto vicini e la cosa è piacevole.
-Non dovrei cadere in tentazione, ma... se proprio insisti-.
La stringo a me, le tocco uno dei due seni mentre l'altro lo mordicchio un po'. La guardo, vorrebbe davvero piangere ma i suoi occhi semplicemente non fanno uscire le lacrime. Non mi importa di cosa provi in questo momento, ho certi impulsi che vanno soddisfatti. Dopotutto non avrò alcun tipo di punizione per questo. Lei non potrà dimostrare nulla e quando tornerà in sé penserà di averlo voluto.
-Se vuoi continuare fai un cenno con la testa, mia cara. Oh, non dovrei farmi tentare dalle tue forme, sai? Dovrei rimanere fedele ad una certa persona. Ma se è ciò che vuoi, chi sono io per dire di no?-.
La sua testa si muove facendo un cenno, non poteva fare altrimenti. Ci spostiamo di poco per non essere visti. La faccio sdraiare sulla sabbia in modo che continui a guardarmi. Questo non per mantenere attivo il potere, quello rimarrebbe per dei minuti anche senza un contatto visivo prolungato. Semplicemente voglio vederla in viso.
Mi tolgo la felpa lasciandola cadere a terra, mi slaccio i pantaloni lasciando la mia virilità in bella vista perfettamente eretta. Continuo a vedere in lei davvero tanta paura, è così bello. In parte mi ricorda Edwin durante la nostra prima notte. Con lui non ho voluto usare il mio potere, no no. Volevo sentisse tutto, volevo si agitasse per poterlo poi punire, non volevo un manichino. Ma in questo caso è tutto diverso, voglio solo sfogarmi.
-Rilassa tutto il tuo corpo, sarà una bella scopata, promesso-. Anche se ha molta paura, il suo corpo obbedisce a me e così posso entrare dentro di lei senza usare alcuna forza. Inizio subito con spinte decise e forti mentre affondo il viso sul suo seno. La sento emettere piccoli lamenti e qualche singhiozzo soffocato. Quello che conta è che mi sta soddisfacendo. Certo, sarebbe più piacevole se la potessi picchiare e tagliuzzare un po', ma al momento non lo posso fare. Mi accontenterò di questo. Più mi sento preso dalla situazione e più forte spingo dentro di lei. Le stringo un fianco e le tormento un capezzolo finché non mi sento vicino all'apice. Esco di fretta da dentro di lei e vengo sulla sabbia vicina. Non ho paura rimanga incinta, non sono scemo. Non voglio lasciare traccia di me. Mi pulisco e mi rivesto, lei sta ancora sdraiata con le gambe divaricate.
-È proprio vero: un povero diavolo verrà sempre tentato da delle belle curve. Fra qualche minuto potrai rivestirti e tornare dai tuoi amichetti pennuti. So che non dirai nulla, mia cara. Anche perché cosa mai potresti dire? Cosa penserebbero in Paradiso di un angelo che si concede ad un diavolo? Ci vediamo domani zuccherino, vedi di non scappare da me o ti renderò l'eternità un vero Inferno-.
Me ne vado e non le rubo neanche i vestiti, sono troppo stretti per quell'inutile di Cassandra. Questa angioletta potrebbe durare più degli altri, potrebbe essere un surrogato momentaneo di Edwin.

Decido di non volare subito al dormitorio, ma di farmi un giro. Non ho impegni ed è bello passare un po' di tempo senza fare nulla. Ma questa pace, per mio enorme fastidio, finisce in poco tempo.
-Alex! Che bello, ti ho trovato!-. Cassandra è completamente cieca, eppure riesce sempre a riconoscermi, che seccatura.
Lascio che mi abbracci e la stringo un po' a me. -Ciao a te, cara. È andata bene la giornata?-.
Lei si incupisce. -Purtroppo no, non sono ancora riuscita a trovare Edwin. Non esce dalla sua stanza e io non posso avvicinarlo-.
-Oh, mi stai deludendo molto sai?-. È anche a causa sua se non posso fare altro oltre aspettare. -E lo sai cosa succede se mi deludi, vero?- la stringo un po' di più a me. -Perdo interesse per te e ti sbatto fuori dalla mia stanza. E dove andrà la povera piccola Cassandra? Cosa farà senza Alex? Tu non puoi vivere senza di me-.
Trema e abbassa la testa, io comunque non la lascio. Più che un abbraccio la mia è una morsa.
-Ti prego, non abbandonarmi. Scusami, scusami tanto. Riusciró ad aiutarti, te lo prometto, te lo prometto- dice rapidamente per convincermi.
La obbligo a stringermi la mano così da usare il suo potere. -Guarda, guarda cosa mi fai fare quando mi rendi triste-. Sta vedendo ciò che ho fatto con Lucia, ma i ricordi sono lievemente modificati in modo sembri sia davvero lei a concedersi. -Ho provato a rifiutare, ma ho pensato di trovare un po' di quella felicità che tu non mi dai-.
Cassandra si mette a piangere inzuppando tutta la benda. Quando finisce di guardare stacca velocemente le mani dalla mia.
-Mi dispiace, mi dispiace. Sono una pessima ragazza, non ti do la felicità che meriti, sono un'ingrata. Tu sei tanto buono, non mi merito le tue attenzioni-.
-No, non le meriti, soprattutto quando mi deludi. Ma io sono tanto, tanto buono e posso perdonarti se fai tutto ciò che dico-.
-Certo, tutto quello che vuoi! Ti offro anche il mio corpo se necessario! Così sarai libero dalle tentazioni di ragazze cattive come quella! Farei qualunque cosa per te, ti devo la vita-.
Non può vedere il grosso ghigno che ho sul viso. È inutile, ma è un'ombra obbediente.
-Brava bambina, mi rendi felice con queste parole. Dammi tutti i tuoi soldi, quando saranno tantissimi avrai tutto il mio affetto-.
Mi dirigo al dormitorio insieme a lei e mi metto a pensare a come passare la serata. Potrei andare all'Inferno e partecipare alle lotte clandestine. Adoro fare scommesse e guadagnare su quei scimmioni idioti buoni solo a picchiarsi a vicenda. È una bella idea, sì.
-Alex-.
La voce di Flegiàs ci fa voltare, Cassandra mi stringe un braccio.
-Cosa vuoi da lui? Lascialo in pace, tizio cattivo!-. Non ha capito a chi si sta riferendo, è proprio stupida.
-Vai in camera, ti raggiungo dopo- le dico io, non la voglio tra i piedi. Lei annuisce e si allontana, io mi avvicino a lui.
-Flegiàs, cosa ti porta qui? Qualche nuova preda interessante?- chiedo in modo scherzoso.
Ma lui è molto serio e non si fa ammorbidire. -Sappi che ti tengo d'occhio, non ti avvicinare a Edwin-.
Maledizione, ci mancava solo il segugio. Rimango calmo e mi limito a sorridere. -Non ci sono reati col mio nome, sono un semplice diavolo che agisce nella legalità da te creata. Se Edwin mette in giro cose false perché non accetta la sua omosessualità, è un problema solo suo-.
Flegiàs stringe i pugni così forte da far sbiancare le nocche, è furioso e probabilmente vuole picchiarmi. Ma non si muove, rimane composto al suo posto.
-Sai che quando trovo una preda mi metto alla sua caccia senza sosta. Continuo finché non stringo quella preda tra le mie grinfie dando giustizia. Sentirsi braccato non deve essere una bella sensazione: non ci sono nascondigli dove stare al sicuro, nessun aiuto da parte degli altri, nessuna speranza di scampare alla sorte. Ho tanti cacciatori ai miei comandi e anche loro sono instancabili. Cosa può fare una povera preda indifesa?-.
Le sue parole e il suo tono così serio mi fanno sentire un brivido lungo la schiena. Cerco di non far capire il mio turbamento rimanendo impassibile, non riesco ad essere ancora spavaldo.
-Il mio è solo un consiglio- continua lui, -dovresti essere abbastanza intelligente da coglierlo e seguirlo. Lascia che Edwin sia felice-.
Se ne va poco dopo senza aspettare una mia risposta. Digrigno i denti maledicendomi, non sono riuscito a replicare in nessun modo. Quello non era un consiglio, ma una seria minaccia.








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