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Gabriel's pov

Le mie ali fremono, l'impazienza cresce dentro di me. Sto tornando dal mio ragazzo, da Edwin. Il mio ragazzo.
Ogni volta che lo penso, il sorriso si amplia sul mio viso. Oooh, che gioia! Non credevo nemmeno di essere capace di provarla. Da oggi io ed Edwin saremo sempre insieme, felici, e senza nessuna preoccupazione.
Ormai il dormitorio è vicino, e rapido volo fino alla finestra, picchiettando sul vetro per attirare l'attenzione di Edwin. Dopo aver atteso qualche minuto lo vedo affacciarsi e aprire la finestra.
  -Hey, ben tornato!-. Si sporge un po' dalla finestra così da potermi dare un bacio. Spalanco le braccia per stringerlo a me. -Sono tornato amore!-.
  -E io ne sono felice, pennuto-. In un attimo vedo una piccola scintilla dentro i suoi occhi. Che gli sia venuta un'idea?
  -Ti va di volare insieme? E poi potremmo fare una passeggiata- mi chiede.
  -Ma certo! Mi renderebbe molto felice.- sorrido stringendogli le mani. -Sono migliorato dalla nostra ultima volta.-
  -Ah sì? Bene, non vedo l'ora di vedere cosa sai fare. Ma prima...-.
Mi fa spostare e si lancia dalla finestra, evoca le mie ali e si alza in volo. Sbatte le ali un paio di volte e lascia che il vento gli accarezzi il viso e gli scompigli i capelli.
Lo guardo ed il cuore accelera. È bellissimo, e vederlo così mi è mancato terribilmente.
Lo seguo, ridendo di gioia, mettendomi al suo fianco in volo. -Sei stupendo.-
  -Gnew, non è vero- guarda altrove, ma non smette di sorridere. -Dai, fammi vedere cosa sai fare, vediamo se riesci a starmi dietro!-.
Senza darmi tempo inizia ad allontanarsi sbattendo le ali rapidamente.
  -Se riuscirai a starmi dietro mi potrai vedere senza maglietta!- mi urla ridendo.
-Invece sì. Sei la cosa più bella dell'universo.- sorrido, godendomi il suo rossore. Per quanto dica non gli faccia piacere, comincio a credere che sia il contrario, o almeno lo penso dal sorriso che cerca ogni volta di trattenere.
Quando si allontana lo inseguo immediatamente, ed alla sua proposta sento un formicolio avanzare nel petto.
Edwin senza maglietta... senza maglietta... che visione celestiale.
Posso quasi rivedere il nostro primo bacio, ed il secondo, e quelli dopo ancora. Il contatto con il suo corpo, le mani che scivolano...
BAM!
Perso tra quest'idilliaca immagine non ho prestato abbastanza attenzione a ciò che avevo davanti. Edwin si muove abile, ed avrei potuto stargli dietro se non mi fossi distratto, finendo dritto contro una delle pareti rocciose del Purgatorio.
L'urto è stato... d'impatto. Sento un forte dolore al naso, e tenendolo tra le mani mi piego chiudendo gli occhi lacrimanti.
Me lo sono rotto, sento il sangue scivolarmi tra le dita.
  -Ti sei fatto male?- mi chiede notando il sangue, è davvero preoccupato per me. -Cavolo, mi dispiace. Avrei dovuto rallentare e starti vicino. Forse è meglio scendere un attimo sulla spiaggia o comunque fermarsi da qualche parte-.
  -No, no no, tranquillo.- alzo la testa, sorridendo.
Immagino di non essere la visione più bella in questo momento.
Mi sfrego gli occhi scacciando le lacrime, usando la camicia per pulirmi il naso.
A questo punto la levo e basta, sarebbe inutile cercare di pulirla, e non voglio tenerla con il rischio di tornare in Paradiso e subire una scenata di Marcus o gli altri.
  -Siediti un po' con me. Appena starò meglio voglio continuare a volare con te.-
Rimane a fissarmi come un ebete, è così tenero. -Eh?-. Sbatte un paio di volte le palpebre tornando di nuovo in sé. -Ah... sì sì certo che rimango con te!-.
Sorrido felice, richiudendo le ali sulla schiena. Quando si siede avvicino una mano alla sua. -Sei sempre incredibile. Vederti volare è un vero spettacolo.-
   -Adoro volare, lo sai, e farlo con te ha tutto un altro sapore. Solo devo andarci un po' più piano con te- mi dà un bacio sulla guancia. -Ti fa tanto male? Vorrei tanto fare qualcosa per aiutarti-.
Non gli chiedo i dettagli sul fastidio alle ali. Non importa cosa sia successo, ora non c'è più, ci siamo solo noi e va tutto bene.
Gli stringo la mano dandogli un bacio sulle nocche. -Questo è più che sufficiente.- dico sorridendogli, tamponandomi di nuovo il naso con la camicia per assicurarmi di aver smesso di sanguinare.
  -Certamente rendi il volo qualcosa di unico. Prima di incontrarti era solo un modo per spostarmi da un punto all'altro, ma volando come fai tu sento l'adrenalina scorrermi nel petto.-
E l'amore, visto sono con te.
  -Non è solo l'adrenalina, sento anche di essere libero. Quando volo non ho preoccupazioni, non ci sono pensieri negativi, nessuno può farmi del male e posso raggiungere ogni luogo io desideri. Soprattutto da quando ci sei tu. Adesso riesco ad arrivare anche al Paradiso-. Dice quest'ultima frase con un tono di voce più basso. -Cos'è che ti ha distratto per farti andare a sbattere contro un monte chilometrico?-.
Annuisco, pur non capendo appieno. Io sono sempre libero, il Signore è nel mio cuore, e mi ha sempre aiutato a scacciare i pensieri negativi apprezzando la vita.
Alla sua domanda, arrossisco ridacchiando. -Ecco... è un po' imbarazzante...-
Sarebbe volgare dirgli che ho pensato a lui in quel modo? Siamo una coppia adesso, però quando posso fare simili pensieri senza metterlo a disagio, e quando posso agire seguendo il mio desiderio senza offenderlo?
Mi rendo conto che la mia totale inesperienza sul fronte relazioni non mi fa cogliere tutti i segnali che dovrei vedere, e la paura di ripetere gli errori passati, e di allontanarmi di nuovo da lui, è terrificante...
  -Stavi pensando a me senza maglietta?- mi chiede, c'è solo imbarazzo nella sua voce. -Puoi pensare a me tutte le volte che vuoi e in tutti i modi-.
  -Anzi...-.
Si guarda scrupolosamente intorno vedendo che non c'è nessuno nelle vicinanze, neanche un'anima. Prende un respiro profondo e con molta calma rimane anche lui a petto nudo.
Non riesco a smettere di sorridere dall'imbarazzo. Sì, ha proprio indovinato, mi sa leggere come un libro... annuisco brevemente, continuando a guardarlo.
Sono felice non gli dia fastidio che penso a lui in una maniera più fisica.
Sto per dirglielo, quando mi coglie alla sprovvista, e si toglie la maglietta. I miei occhi si spalancano, il cuore accelera, ed in pochi secondi sento il formicolio provato nel petto spostarsi più in basso, sempre più in basso, dal ventre fino all'inguine, spingendo sulla stoffa dei jeans.
Lo guardo, il cuore mi esplode, ma rimango immobile. Non so cosa fare, da dove cominciare, e più tentenno più mi maledico.
Non posso fargli credere non mi piaccia, non deve pensarlo!
Allungo una mano sulla sua, portandomela alle labbra per baciarla senza mai smettere di guardarlo. Sento le lacrime agli occhi, è un sogno, deve esserlo. È tutto così perfetto, così romantico.
Oh, quale meraviglia mi sono perso fino ad ora, quanto avrei potuto gioirne, ma va bene così, sono felice che Edwin sia il primo, e custodiró questo amore in modo duri in eterno.

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