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Gabriel's pov

Mi dispiace se ne sia andato in quel modo, ma forse non potevo evitarlo. È normale si sia offeso. Lo hanno insultato, trattato in malo modo ed io li ho dovuti seguire rompendo il bel momento si era creato fra me ed Edwin.
Tornato nel paradiso entro subito nella mia stanza, iniziando a sistemarla. Sono mancato per una settimana ed è il tempo di pulirla.
-Hey da quanto non ci si vede?-
Girandomi mi accorgo che a parlare è stato Giacomo, un angelo dai capelli castani e gli occhi verdi.
-Quasi tredici anni, il tuo protetto?- gli chiedo sorridendo
-Ha raggiunto prematuramente i cieli purtroppo, non si può sempre vincere.-
-Mi dispiace tanto... ed ora è nel purgatorio?-
-Si, presto lo andrò a cercare. Tu invece? Ancora nessun protetto?-
-Preferisco prendermi il mio tempo.-
-Hai tutta l'eternità, ma ti assicuro è un esperienza meravigliosa.-
Non ne dubito, scegliere l umano a cui fare da angelo custode deve essere una gioia immensa, anche se bisogna combattere con i diavoli per evitare diventi un criminale o muoia.
-La raccolta delle anime come va?-
-Direi bene, non c è stato alcun calo.-
-Ottimo, non possiamo darla vinta ai diavoli.-
-Non tutti però sono cattivi.-
Mi guarda anche lui come i due angeli di prima.
-Gabriel, non penso serva spiegarti come sono...-
-Lo so, ma perchè dobbiamo marchiarli tutti a quel modo...?-
-Perchè se fossero stati diversi sarebbero angeli.-
E' inutile ribattere, conobbi Giacomo poco dopo essere morto, subito instaurammo un buon rapporto ma è sempre stato facile notare la sua avversione verso i diavoli, lui non capirebbe Edwin.
-Non è che ti sei avvicinato ad un diavolo?- Mi chiede all improvviso.
-Si.-
Non posso mentirgli, non voglio nemmeno, che male c è nell'avere Edwin vicino?
-Vuoi diventare un angelo nero?-
-Non accadrà, non facciamo nulla di male parliamo e basta.-
-Ti contaminerà, non puoi veramente credere non possa accadere.-
-È gentile, certo ha i suoi modi rozzi ma non è cattivo.-
-Certo, un diavolo che non è cattivo, divertente.-
Sospirando esco dalla stanza, tanto mentre parlava l'ho sistemata perciò non ho alcun obbligo di restare.
-Stai andando da lui?-
-Sto andando a volare.-
Non è una bugia, ho solo omesso con chi. Forse però sarò costretto ad allungare il mio giro, non vorrei mi seguisse per cercare di allontanare Edwin.
Il mio volo dura quasi due ore. Non pensavo fosse così veloce, l'unico modo in cui sono riuscito a seminarlo è stato passando tra una schiera di anime. È stata una sensazione strana ma almeno adesso non potrà più seguirmi.
Volando in picchiata mi precipito nei dormitori, ormai conosco bene la posizione della stanza dove dorme Edwin ed infatti eccolo lì, con la sua chitarra, non sento però alcun suono, forse i vetri sono troppo spessi. Picchiettando sul muro cerco di attirare la sua attenzione.

Edwin's pov

Rimango col maestro per un po', mi piace la sua compagnia. Lui per me è quasi come il padre che non ho mai avuto: lui sa come farmi stare meglio, come darmi conforto e quali consigli sono più adatti. Non vengo qui a trovarlo spesso perché ha molto lavoro da fare. Essendo il capo delle guardie degli Inferi ha le giornate piene di impegni tra scartoffie varie, dare sentenze e punizioni a chi trasgredisce le regole, stare attento che tutto fili liscio e mantenere l'ordine. Inoltre periodicamente partecipa ad un gran concilio insieme ad altri diavoli potenti dove parla col grande capo dell'Inferno. Solo loro lo possono vedere. È strabiliante come nonostante tutto questo riesca a tenersi informato sul mio conto, venirmi a trovare e trovare del tempo per chiacchierare con me.
Sospiro un'altra volta guardando il fiume e gli iracondi che si scannano tra di loro.
-Alex è tornato operativo oggi-.
Cazzo, anche lui no.
-Mai una gioia- Mormoro, adesso il mio umore è peggiorato. Di sicuro sarà molto arrabbiato con me, forse la nostra amicizia è appesa ad un filo. Cosa posso fare? Come posso farmi perdonare?
-A lui ci posso pensare io, non preoccuparti. E non stare qui, altrimenti il tuo amico piumato non ti troverà-.
Lo guardo, senza capire. A cosa si riferisce? Lui non credo possa stare davvero con me.
-Lotta per ciò a cui tieni, ma prima di tutto devi pensare a cosa senti tu, alle tue emozioni. Vedrai che poi ti sarà tutto più chiaro-.
Lo ringrazio e apro un portale direttamente in camera mia, è più per comodità che per altro. Tengo la finestra chiusa e mi metto a suonare per far passare il tempo.
Sento come bussare, ma non proviene dalla porta. Mi giro e vedo Gabriel fuori dalla finestra, subito la apro.
-Gabriel..?-.
Sono felice di vederlo e preoccupato allo stesso tempo, non voglio metterlo nei guai. -Entra, non vorrei che qualcuno ti vedesse qui-.
-Perchè? Che problema c'è?- mi chiede con aria innocente, forse ha veramente il cervello di un piccione.
-Non voglio che ti metti nei guai a causa mia, tutto qui-.
-Perchè dovresti mettermi nei guai?Guarda che quegli angeli non mi faranno nulla.-
-Non vogliono che ci parliamo-.
-Perchè non ti conoscono, non possono certo impedirmelo.-
-Lo spero, vuoi restare?-.
-Sono qui apposta.-
Gli faccio spazio, così che possa entrare
Prima di sistemarsi accanto a me chiudo la finestra.
-Potevi salutarmi prima.-
Senza pensarci neanche una volta lo abbraccio e mi stringo a lui.
-È il tuo modo di salutarmi?-.
Chiede sorridendo e ricambiando all'abbraccio, le sue mani iniziano ad infilarsi sotto la mia maglia, e la cosa non mi dispiace.
-Se vuoi sì-.
-È dolce.-
-Gnew...-.
-Mi piace abbracciarti.-
E a me piace stare tra le tue braccia.

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