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Gabriel's pov

L'ennesimo sorriso compare sul mio volto, ma potrebbe benissimo essere sempre lo stesso che ho avuto per tutta la giornata, e che non se n'è mai andato.
Non lo so sinceramente, ormai non sento più le guance, ma sono felice.
Dopo il volo di ieri ho trascorso l'intera giornata con Edwin, e finalmente mi ha permesso di dormire di nuovo assieme a lui, non solo ai piedi del letto, ma vicini, tra le coperte, stretti per non scivolare.
Ho avuto paura all'inizio che il battito del mio cuore lo avrebbe tenuto sveglio, e certe volte quando lo vedo muoversi temo proprio sia così, ma poi avverto il suo tocco su di me, e mi rassereno.
Non potendo dormire ho finto di farlo, tenendo gli occhi chiusi e godendomi ogni secondo. Il suo profumo, il suo calore... è tutto così perfetto.
Timidamente e con incertezza lo sento infilare una mano sotto la mia camicia, ed involontariamente sussulto al tocco.
Non me lo aspettavo, l'ho sentito muoversi, ma non avevo idea di cosa volesse fare.
Al mio gesto avverto che la sta allontanando, ma lo fermo subito, bloccandogli le dita proprio sul mio cuore, ed apro gli occhi, rivolgendogli un sorriso.
Ci ritroviamo a guardarci senza sapere bene cosa dire o fare.
Per me non è un problema, passerei volentieri tutta la mia intera eternità a guardarlo.  
-Credevo di starti dando fastidio...- dice Edwin, ma non sembra volere più togliere la mano dal mio petto.  
-Non potrai mai darmi fastidio.- rispondo appoggiando la fronte sulla sua, chiudendo gli occhi. -Mai...-
Edwin mi prende l'altra mano e la porta al di sotto della maglietta facendola appoggiare sul suo petto. Senza pensarci, lo stringo a me, sfregando il viso contro il suo.
-Ti amo tanto!- esclamo.
-Io ti amo di più...- mi fa una linguaccia e poi si mette a ridere come un bambino. -Alla fine sei riuscito a conquistare il mio cuore, pennuto.-
Mi abbasso, rubandogli un bacio sulle labbra. Continuo a stringerlo come se fosse la cosa più preziosa dell'universo, ed in un certo senso lo è. -Di questo sarò sempre grato al Signore.- sospiro, accarezzandogli i capelli.  
-Dobbiamo andare a lavoro. Vuoi ti presti qualcosa di mio? La tua camicia si è sporcata di sangue e andrebbe lavata.-   
-Sì! Sì ti ringrazio!- annuisco vigorosamente; avrò l'odore di Edwin addosso!
Mi metto a sedere, tenendogli una mano. Non penso nemmeno al tempo trascorso dall'ultima volta che abbiamo lavorato assieme, è come se tutto fosse stato cancellato, ed ora c'è solo gioia nei miei giorni.
Lui mi porge una maglia blu scuro a maniche lunghe. -Ecco a te. A me viene larga, forse a te potrebbe venire un po' stretta.-
Una volta datami la maglia rimane fermo davanti l'armadio. -Ti... ti dispiace se mi vesto in bagno?-
-No no fai pure. Aspetterò qui.- dico sorridendogli.
Per certe cose dopotutto ci vuole un po' di privacy, probabilmente sarebbe strano stare nel bagno con lui se deve fare le sue cose.  
-Grazie- mi sorride più sollevato, chiudendosi in bagno mentre io inizio a cambiarmi.
La maglia effettivamente è un po' stretta, non mi copre completamente la pancia, però non mi dà fastidio.
Aspetto pazientemente, fino a quando non sento la porta aprirsi, ed Edwin torna da me, ma di colpo, appena mi vede, scoppia in una fragorosa risata.
-Scusa ahaha! Cavolo, ti sta davvero male!- esclama, reggendosi la pancia, e di fronte alla sua reazione sento improvvisamente un enorme senso di disagio cogliermi.
Sono... sono così ridicolo?
Poteva dirmelo con un po' più di tatto almeno... sta continuando a ridere...
-Purtroppo non ho di meglio da offrirti.-
-Oh...-
Quindi dovrò continuare a tenere questa ridicola maglia, ed a farlo ridere.
Se incontrassimo qualcuno si prenderebbero certamente gioco di me...
E se Edwin mi prendesse in giro assieme ad altri?
Non ha veramente altre maglie? Avevo sistemato il suo armadio, e ce n'erano tante...
-Ti ho offeso in qualche modo?- mi chiede notando la mia palese delusione.  
-No, no assolutamente.- rispondo alzandomi, prendendogli le mani e dandogli un bacio sulla fronte. -Vuoi mangiare qualcosa prima di andare a lavorare?-
E se non mi volesse vicino perché sono così ridicolo?
Gli altri gironi almeno mi trova bello?
In vita non ero io a vestirmi, o a sistemare i miei capelli, pensavano a tutto le mie tate.
Non ho idea di come curare il mio aspetto da solo, in quanto angelo non ne ho nemmeno veramente bisogno, visto posso modificarlo quanto più mi aggrada, tuttavia non conosco gli abbinamenti migliori, non so nemmeno come dovrei pettinarmi, o se sembro sciatto!
Oh no, Edwin pensa io sia sciatto? No no, no no no... merda! Perché non mi hanno mai insegnato a vestirmi?!
-Ottima idea, effettivamente ho un po' di fame.- mi sorride in risposta, ed assieme usciamo dalla stanza, ma ogni mio movimento è fatto senza che nemmeno me ne accorga.
Ci sto pensando troppo? Forse troppo poco, non ho mai dovuto pensare così tanto prima d'ora... Edwin l'ha notato? Ha visto prima di me questi miei difetti?
Cosa ho fatto nella mia vita se non seguire tutto ciò i miei genitori mi dicevano?
Niente! E adesso di fatto non so fare niente, nemmeno vestirmi!
Devo quantomeno evitare di mostrare il mio disagio per questa dannata maglia, o peggiorerei solo le cose con Edwin... a questo punto però vorrei solo levarmela!
-Vuoi entrare con me?- mi chiede una volta siamo di fronte alla mensa.
-Assolutamente.- rispondo io, cercando di sorridere.
Ora anche tutti gli altri diavoli mi vedranno... sento già i loro sguardi su di loro, riesco quasi a sentire i loro pensieri.
"Ridicolo", ecco cosa pensano di me...
Entrando Edwin prende subito un vassoio e una ciotola, riempiendola fino all'orlo di latte e cereali.  
-Tu vuoi prendere qualcosa?-
-No ti ringrazio. Non ne ho bisogno.-
Non sono più un essere umano, e se non è cucinato da Edwin non ho nemmeno piacere a mettermi qualcosa in bocca.
Lo seguo mentre si muove, ma mi guardo attorno con molta attenzione evitando che lui lo noti.
Un pensiero continua a perseguitarmi... se Alex fosse nei paraggi, probabilmente non riuscirei a reggere l'umiliazione.
Maledizione... perché tra tutte le maglie proprio questa... possibile Edwin non ci abbia pensato?
E se... se ci avesse pensato?
Ricordo bene come si comportava con Alex all'inizio...
Rimango in silenzio, e dopo aver pagato ci sediamo ad un tavolo più appartato. Edwin inizia a mangiare, e rimaniamo entrambi in silenzio.  
-Quindi...- è lui a rompere per primo il silenzio, e sento il mio intero corpo irrigidirsi; riderà nuovamente di me? -Dopo il lavoro cosa ti andrebbe di fare?-
-Tutto quello che vuoi.- sorrido guardandolo mangiare. -È buono? È abbastanza caldo? Vuoi qualcos'altro?-
Alla minima parola andrò subito a prendere ciò che vuole, forse così non avrà motivo di deridermi.     
-Sì, i cereali sono buoni e a me piace molto bere il latte.-
Sorrido annuendo, notando che si è involontariamente sporcato la guancia.
La mia espressione si ammorbidisce, e raccolto un fazzoletto avvicinandomi per pulirlo.
È tenero, ma anche buffo.
Forse sto davvero ingigantendo tutta questa storia della maglia... Edwin non si comporterebbe a quella maniera, non è come Alex.
Lo vedo arrossire, e distogliere lo sguardo al mio gesto, ma mi lascia comunque fare.
-Potremmo fare delle passeggiate al Purgatorio, che ne dici?- mi propone, continuando a mangiare e finendo tutto in pochi altri bocconi.
-Oooh sì! Potremmo andare nell'Eden! Sarà come entrare nel quadro che ti ho regalato.-    
-Non avevo pensato all'Eden, sarebbe effettivamente bello andarci.-. mi risponde,  guardando la ciotola vuota. -Mh... farei volentieri il bis...-
Fa per alzarsi, ma gli afferro il polso per fermarlo. -Tranquillo, faccio io amore.-
Non c'è bisogno che muova un dito, se me lo chiedesse lo porterei addirittura in braccio ovunque.  
-Va bene, grazie.-
Sorridendo felice prendo la ciotola, scattano verso il bancone. -Mi scusi, potrei avere il bis? È per il mio ragazzo.-
Il mio ragazzo, che suono celestiale! Una ragazza sgrana gli occhi e sbatte le palpebre un paio di volte, sembra essere sorpresa.
Probabilmente perché davanti a lei c'è un angelo e probabilmente perché mi ha visto con un diavolo. Rimane per qualche attimo ferma per poi prendere la ciotola.  
-Ma certo!- mette per prima cosa il latte e poi indica i vari tipi di cereali. -Quali preferisce il tuo ragazzo?-
Oh no, quali preferisce?! Sono stato talmente impegnato a guardarlo che non ho prestato attenzione!
Sono uno sciocco, come posso meritare il suo amore se nemmeno so cosa preferisce?  
-Ecco... potrei... avere un po' di tutto? Magari in contenitori separati...?- chiedo timidamente.
So che è una richiesta folle, ma prego che riesca a vedere nei miei occhi tutto l'amore provo per Edwin, e che mi conceda questo piacere...
Ti prego, ti prego ti prego ti prego... per l'amore!
Alla fine grazie al cielo la ragazza sorride e annuisce porgendomi la ciotola piena di latte. -Ma certo, dammi solo qualche minuto. Ti do anche un vassoio per portarli tutti insieme senza farli cadere. Ti consiglio di fare attenzione a cosa piace al tuo ragazzo, lo apprezzerà tantissimo.-
Senza altri indugi prende cinque piccoli contenitori di plastica e li riempie ognuno con un gusto di cereali, e come ha detto pone i contenitori su un vassoio prima di darmeli. -Ti ringrazio, che Dio ti benedica!- dico quasi piangendo, tornando da Edwin.
Da oggi starò attentissimo a tutto ciò che gli piace, così da non commettere più lo stesso errore. -Eccomi qua, scusa se ci ho messo tanto!- dico appoggiando i vassoi sul tavolo evitando di far cadere anche solo una goccia.  
-Hai preso tutti i tipi di cereali? Perché?- mi chiede sorpreso, ma poi cambia discorso. -Ti ringrazio.-
Arrossisco, vergognandomi troppo per rispondere.
Vedo comunque che sta mangiando prima quelli al cioccolato, probabilmente sono i suoi preferiti.
-Adesso sì che mi sento pieno.- afferma una volta finito tutto; spero di non avergli causato un mal di pancia... -Dici che ho mangiato troppo?-
-No no, puoi mangiare tutto quello che vuoi.- rispondo io sorridendo, prendendolo per mano non appena si alza, e seguendolo verso l'uscita della mensa.
Voliamo assieme continuando a tenerci per mano, e rapidamente raggiungiamo il Custode sulla spiaggia, che ci porge le cartelle dell'anima da approcciare.
La cartella oggi riguarda un giovane ragazzo, nella cui foto sorride ed ha i capelli biondi e gli occhi azzurri. Non ci sono particolari dettagli, come sempre, sarà lui a doverceli dare, ma lascerò la sua anima ad Edwin, sono sicuro che gli farà piacere.  
-Pronto?- lo guardo, muovendo lentamente le ali in attesa.  
-Sì, andiamo.-
Non impieghiamo molto a trovare il giovane, è fermo quasi all'inizio del Purgatorio, e si guarda attorno sconsolato.  
-Vai pure Edwin, te lo lascio con piacere.- dico prima che ci veda.  
-Aspetta, io non prendo anime senza un valido motivo. Voglio prima sentire la sua storia.-
O-oh... non... non mi aspettavo... cavolo, avrei dovuto aspettarmelo invece... Edwin è una così brava persona che non prenderebbe l'anima di un innocente.
Mi mordo subito la lingua, guardandolo avvicinarsi al ragazzo.
Credevo che gli avrebbe fatto piacere il mio gesto, dopotutto è il nostro lavoro raccogliere più anime possibile per la fazione a cui apparteniamo, e se l'accettasse non mi accadrebbe niente, quindi non ho veramente visto alcun problema a riguardo, ma sono stato troppo precipitoso... dovevo chiederglielo dopo avere sentito la storia del ragazzo.
Questo comincia a raccontarci della sua vita, tuttavia io non presto molta attenzione, anche se da quello che capisco ha vissuto una vita piuttosto normale, con una buona famiglia, che l'ha sostenuto nella sua passione per il calcio.
Ha ventuno anni, e faceva parte di una squadra popolare nella sua città. Un pomeriggio dopo gli allenamenti è tornato a casa, e gli pare di avere sentito un incidente, ma non ha una chiara idea se sia morto a causa sua o meno.
Certe volte capita che le anime non sappiano dire come sono morte. Se diventano diavoli probabilmente avranno questa preoccupazione ogni volta che si avvicina l'Anniversario.  
-Gabriel, per favore portalo con te.-
Edwin si rivolge a me con un dolce sorriso. Lo guardo per qualche secondo, chiedendogli un ultima volta con lo sguardo se ne è sicuro.
Lui annuisce e si fa da parte allontanandosi di qualche passo.
Va bene, se è questo che vuole... allungo la mano verso il ragazzo, e lui me la stringe sorridendo.  
-Ci vediamo allora.-
Il suo corpo comincia a svanire, lasciando solo una nuvoletta di piume.  
-Beh, è fatta direi. Come è stato tornare al lavoro?- gli chiedo voltandomi, ormai il ragazzo è un ricordo già lontano, per il quale non ho alcun interesse.
L'unica cosa che mi importa è Edwin, ed anche il fatto abbia cercato di lasciargli quell'anima... non mi sta toccando affatto.
Era semplicemente un'occasione per vederlo felice, cos'altro doveva importare?  
-È stato interessante... sai, stavo pensando che non dobbiamo prendere le anime solo per il gusto di averne di più o vincere una qualche stupida gara. Che ne dici? Io mi accanirò contro chi se lo merita veramente e tu avrai le anime come quel ragazzo. È meglio avere un mondo più equo, no?-
Annuisco, cercando di non sembrare troppo forzato, ma in questo momento un forte senso di disagio mi sta salendo lungo la schiena.
Lui è così... buono, ma è un diavolo.
Io sono un angelo, però allora... perché non riesco a possedere gli stessi pensieri? Perché non sono felice mi stia dicendo così?
Non... non so provando nulla, tutto questo non mi procura altro che indifferenza.
Ma perché? Per tutta la mia vita, e nei miei quindici anni di esistenza nel Paradiso, non tenevo al mio lavoro? Non tenevo alle anime?
Cerco di concentrarmi, di pensare a fondo ai miei sentimenti, ma non trovo nulla.
Ricordo solo che mi è stato dato un compito, ed io lo eseguivo senza pensare, proprio come facevo in vita, lo facevo solo per aumentare il numero di angeli in Paradiso, non perchè volevo salvarle, come invece ho sempre creduto, ma se fosse stato veramente così, non avrei fatto ciò che ho fatto... anche per quanto riguarda le mie conoscenze, con nessuno ho sviluppato una qualsiasi forma di amicizia, se non con Marcus, ma perché è stato lui ad insistere, ed a rimanermi affianco.
Se non mi avesse detto nulla, se nessuno mi avesse mai parlato, se non mi avessero dato quel compito... non avrei fatto nulla.
Proprio come in vita, ho solo seguito quello che mi era stato detto...
Edwin è la mia prima vera "scelta" dal giorno in cui sono nato.
Comincio a chiedermi se quello che è successo alle mie ali, se il nero colore che ha preso a perseguitarle, non possa dipendere da questo, dal fatto che... che c'è qualcosa di sbagliato in me, di orribilmente sbagliato.
Beatrice credeva dipendesse dalla rabbia che mi ha assalito quando ero con Edwin, dalla mia incapacità di saper gestire questo amore, ma se si fosse sempre sbagliata? Se il problema... fossi semplicemente io?
La testa prende a girarmi talmente forte che mi sento sul punto di svenire, ed il cuore batte talmente forte nelle orecchie da impedirmi di sentire alcun suono.
Mi sento come se stesi morendo di nuovo, ma non posso lasciare che Edwin lo noti, non posso permettere che scopra tutto questo.
Ho vissuto una vita vuota, ho perso l'immagine che credevo di avere di me, non ho niente che mi appartenga, ma se perdessi anche lui... credo potrei davvero morire.
  -Andiamo?- chiedo decidendo di ignorare momentaneamente questi pensieri.
Adesso sono con Edwin, e con lui sono felice. Non importa altro.





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