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Edwin's pov

  -Non montarti strane idee, pennuto. Non ho fatto nulla per te. Hai mania di protagonismo?-
Ma allora perché ho reagito in modo così esagerato? Perché ho sentito tutta questa rabbia?
Probabilmente solo perché mi sembra assurdo che esseri come quello possano riposare in pace. No, non lo merita.
Mi avvicino all'uomo con un inquietante sorriso sul viso, lui trema di paura.
  -Bene, hai fatto jackpot, mio caro. Andrai all'Inferno e li potrai avere tutto quello che vorrai. Soldi, alcol a fiumi e compagnia di qualunque tipo a cui sembrerai un divo. E potrai fare tutto quello che vorrai senza nessun freno. Ci saranno tanti tuoi simili con cui fare amicizia, che ti daranno sempre ragione, bello vero?-
L'uomo mi guarda con gli occhi pieni di avarizia, pende letteralmente dalle mie labbra. Se avessi avuto più tempo penso mi sarei divertito un po' di più con lui. Pazienza, ci penserà qualcun altro al posto mio.
Sta per avvicinarsi, ma io gli do un calcio più forte del precedente. Se fossi stato megalomane gli avrei intimato di baciarmi le scarpe.
  -Allora, che ne dici?-
  -Sì, sì. Nobile mostro, portami nel tuo regno, farò ciò che vuoi per riavere quello che era mio-.
Ghigno, a stento mi trattengo dal ridergli in faccia con immensa soddisfazione. Vedrai che sorpresa, brutto stronzo.
  -Vedrai, l'Inferno ti piacerà-.
Lascio che si alzi e con uno schiocco di dita faccio aprire un portale vicino ai suoi piedi. Da lì provengono urla strazianti, imprecazioni, suppliche e altri rumori poco definiti. Adesso sembra di nuovo terrorizzato.
  -Ah, mi ero dimenticato di dirti che dovrai soffrire parecchio per le tue colpe. Divertiti-.
E prima che si possa allontanare o dire qualcosa, lo spingo per farlo sbilanciare e cadere all'indietro. Non ha nulla a cui aggrapparsi, non c'è il suo amato denaro. Adesso sai cos'è la disperazione, vero?
Precipita ed ha solo il tempo di urlare qualcosa di incomprensibile. Dopo qualche istante chiudo il portale con un altro schiocco di dita, tenerlo aperto consuma molta energia.
Certo, non era necessario usarlo e soprattutto in questo momento, ma come potevo resistere?
Abbiamo finito, ma non ho la forza per tornare al dormitorio. Merda!
Mi giro verso Gabriel, guardandolo in modo crudele.
  -Io sono un mostro- ridacchio per poi letteralmente cadere seduto a terra, appoggiandomi ad un masso. Credo che riposerò un po'. Mi addormento subito, gli incubi però non si fanno attendere.

L'ennesimo mio ricordo. Tengo per mano le mie sorelline, ancora molto piccole. Io ero un bambino ormai fin troppo cresciuto, non sorridevo mai e ancora adesso che sono morto non lo faccio. Non ho nulla per cui sorridere.
Ci portano via e ci danno a lui, quel bastardo infame. Stavo per tornare nella polvere e nelle botte, non mi importava, ma loro non lo meritavano.
L'incubo continua con tante immagini che non vorrei ricordare.

Ma all'improvviso tutto cessa, l'incubo si sgretola lasciando solo il nero e un calore così rassicurante. È strano, non ho mai sentito nulla del genere, ma è così rilassante. Il mio sonno si calma, tutto è tranquillo e io piano piano recupero energia. Da dove deriva questo calore? Starei così per sempre. Non ho mai dormito così bene neanche da vivo. Questa sensazione, seppur sconosciuta mi piace molto.
Adesso però la sensazione è cambiata, sento come delle mani che toccano il mio corpo.
No non farlo, non toccarmi, smettila. Non voglio sentire altre mani su di me, non voglio essere picchiato adesso che non posso difendermi. Adesso che sono indifeso.
Sento qualcosa toccare la pelle del mio collo e del viso. Non riesco a capire cosa sia, ma sembra un qualcosa di dolce. Però non voglio rischiare un incubo a occhi aperti, eppure il calore non è scomparso, non riesco a capire.
Apro lentamente gli occhi ormai completamente ricaricato, ma la situazione mi lascia di sasso. Il viso di Gabriel è a pochi centimetri dal mio, non voglio pensare a cosa avrebbe fatto.
Aspetta, era lui? Era suo quel calore e quei tocchi sulla mia pelle? Tutti i miei sensi si attivano, non posso fare altrimenti. Lo spingo via da me e mi alzo in piedi. Sono confuso, ma soprattutto non mi fido.
  -Cosa diavolo stavi facendo?-

Gabriel's pov

Mi viene da ridere per come l'ha spinto negli inferi. Nonostante mi dispiaccia per l'uomo ha quel che si merita. Poteva avere una vita migliore, ma ha rifiutato. Quando Edwin si gira verso di me dicendo che è un mostro mi viene nuovamente da sorridere. Prima che possa ribattere con qualsiasi cosa lo vedo cadere a terra.
  -Edwin!-
Che gli è successo? Sta male? Preoccupato mi chino su di lui controllando il cuore ed il respiro, sembrano stabili. Noi non possiamo morire, ma non per questo non mi preoccupo.
Lo scuoto inutilmente cercando di svegliarlo, di fargli riprendere conoscenza.
Non ho idea di cosa fare, un attimo prima stava bene, non capisco.
Lo tengo qualche minuto appoggiato alle mie ginocchia, accarezzandogli con le mani il viso. È così bello che potrei guardarlo in eterno, ma non così, non in queste condizioni.
Resterò con lui fino a quando non si riprenderà, il lavoro può anche aspettare per lui.
Il tempo sembra quasi fermarsi del tutto, è come se in questo momento non esistesse nient'altro oltre a noi. Non so perché, ma mi sento incredibilmente felice. Senza che me ne accorga una mia mano dal suo viso s'infila sotto la sua maglia iniziando ad accarezzarlo. Ha un fisico magro con una muscolatura poco definita, si vede che si allena senza esagerare. Ha una pelle così liscia, morbida e tanto calda. Forse quest'ultima è una caratteristica prevalente nei diavoli visto il luogo in cui abitano.
Non ho idea di ciò che sto facendo ma senza pensarci mi abbasso sul suo viso posando le mie labbra sul suo collo. Nuovamente sento quella sensazione nella zona privata e fatico a contenermi.
Continuo a baciarlo passando dal collo, alla guancia ed infine all'orecchio. Dovrei fermarmi, ma non ci riesco.
Togliendo la mano dal suo petto gli tengo entrambe le guance. Vorrei sfiorare le sue labbra con le mie, vorrei assaporare. No, non è il momento.
Eppure mi sto ancora avvicinando fermandomi ad un soffio da lui.




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