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Angela's pov
 
Oggi ho deciso di svegliarmi con più calma del solito, me lo merito in fondo, il lavoro è andato bene ultimamente, e mi sono fatta una nuova amica.
Per evitare di dimenticare il suo nome l’ho ripetuto varie volte sulla strada del ritorno in Paradiso.
Mara Mara Mara Mara Mara.
Lo faccio sempre con la gente nuova che conosco, e dopo avere ripetuto il nome cinque volte sarò sempre certa di non dimenticarlo mai.
È la prima volta comunque che faccio amicizia con un diavolo, non che abbia particolari riserve nei loro confronti. Certo, come tutti sanno è sempre meglio fare attenzione con loro, visto che non si può sapere se sono persone per bene o se intendono ferirti, ma Mara ha avuto tante occasioni per farmi del male e non le ha mai usate, almeno volontariamente.
La questione dei sassi che mi sono arrivati in testa è passata, l’ho già perdonata, soprattutto dopo averle fatto a mia volta del male con la mia voce.
Non mi aspettavo comunque che sarebbe tornata, o che l’avrei rivista così presto.
Magari il caso ci avrebbe fatte incontrare al lavoro, oppure ci saremmo incrociate nel Purgatorio per caso, invece è tornata praticamente subito, e per giunta poco dopo ero arrivata anche io nel piccolo spiazzo che ha creato con i suoi poteri.
Se non è destino questo, allora non so cosa sia.
Sono certa che dovevamo diventare amiche, anche se forse sto andando un po’ di fretta.
Tendo a farlo effettivamente, ma Mara mi piace, è istintiva e mi fa tanto ridere quando la metto in imbarazzo.
Ho fatto uno scivolone quando ho accennato con la nostra abilità di rigenerarci siamo al sicuro rispetto agli umani, non ho pensato che lei è comunque un diavolo, e non deve avere una vita tanto facile.
Almeno credo… non l’ho mai chiesto a nessun diavolo.
Chissà come se la starà passando in questo momento Mara.
Con uno sbadiglio mi decido ad alzarmi dal letto, le coperte sono così morbide che potrei rimanere qui per sempre. Un vero peccato non posso effettivamente dormire, ma la sensazione è comunque piacevole.
Oggi ho un appuntamento con una mia amica, guardando l’ora vedo che ho ancora un po’ di tempo per prepararmi.
Credo che oggi metterò quel vestito rosa dal top viola che mi piace tanto. Le balze della gonna sono trasparenti e con le calze bianche stanno benissimo.
Guardando fuori dalla finestra vedo che è una splendida giornata. Non dovrebbe essere una novità visto il Paradiso è sempre così, ma non per questo non dobbiamo esserne grati.
Canticchiando esco dalla porta, prendendo un profondo respiro.
La mia casa si trova in un gigantesco campo verde, ed ai lati ho piantato anni fa dei fiori per fare crescere un giardino.
I risultati si sono visti fin da subito, ed anche se non è necessario me ne prenda cura lo faccio comunque ogni giorno per mantenere una buona abitudine.
La mia non è l’unica casa nei dintorni, ce ne sono moltissime altre sparpagliate per il campo.
Anche l’amica che devo incontrare vive da queste parti, e mi basta volare per una manciata di minuti prima di arrivare.
La sua casa è molto diversa dalla mia, dall’aspetto rettangolare con il tetto piatto, è costruita interamente in pietra, con un liscio rivestimento bianco esterno.
L’interno è molto piccolo, massimo un paio di stanze, soprattutto se paragonato al giardino esterno, incredibilmente curato ed elegante, con piante di vite messe in fila e cespugli di fragole.
Da lontano vedo la mia amica nel suo giardino, che sta sistemando una coperta sull’erba per il nostro pic-nic.
Piegando le ali plano verso di me.
  -Agata!-
  -Oh, Angela, sei in anticipo.- mi sorride alzandosi.
È una ragazza così carina, molto più bassa di me, dai capelli e gli occhi neri che mettono in risalto la pelle bianca. Sta indossando una lunga gonna marrone ed una camicia bianca dalle spalle basse, le sta veramente bene.
  -Ciao tesoro, come stai?- le chiedo abbracciandola. -Tuo marito?-
  -Emanuele sta lavorando, forse riuscirà a raggiungerci più tardi.- mi risponde sorridendo. -Ho preparato i tessuti per continuare a cucire se ti va.-
  -Ma certo!-
Io ed Agata andiamo molto d’accordo, ma in vita appartenevamo a due mondi decisamente diversi.
Lei ha vissuto nel 1664, ed il suo modo di porsi, i suoi hobby, rispecchiano molto quel periodo in cui le donne non avevano diritti e si conduceva una vita molto dura.
Io al suo contrario invece sono nata a Seattle nel 1919, ed a vent’anni ho cominciato a lottare attivamente assieme al movimento femminista di quegli anni, battendomi per i nostri diritti.
Ammetto che la prima volta l’ho conosciuta alcune sue frasi e suoi pensieri sui ruoli delle donne mi hanno messa in difficoltà, ma sia lei che suo marito si impegnano molto per mescolarsi al resto del Paradiso senza creare discussioni, e si sono adattati in molti modi a questa loro nuova vita, anche se certi modi di fare sono rimasti, Agata infatti ancora non si è decisa a cominciare a lavorare, se non per prendersi cura della casa, cosa che in verità non ha nemmeno bisogno di fare visto non si accumula polvere e nulla può andare a male.
Conosco angeli che hanno preferito chiudersi nei loro gusci non facendo niente per cambiare nemmeno dopo secoli e secoli di vita qui. Per fortuna ciascuno può spostarsi in qualunque momento nell’ambiente che più lo rispecchia, inclusi in questo caso in comunità dal pensiero un po’ datato.
  -Allora, come sono andate le tue giornate? È da un po’ non ci vedevamo.- comincia Agata, passandomi un pezzo di stoffa su cui l’ultima volta stavo ricamando.
  -Oh, sapessi! Sai che ho incontrato un diavolo?-
  -Intendi… sul lavoro?-
  -No no! Fuori!-
  -Cielo, non sarai andata…-
Non termina la frase, ha paura perfino a dire la parola Inferno o diavoli.
  -No no, ero nel Purgatorio, avevo appena finito di lavorare, ed all’improvviso… BAM! Un sasso mi colpisce in testa!-
  -Oh, povera! Ti hanno aggredita?!-
  -No no, è stato un incidente. Poi è arrivata questa ragazza, che aveva dei guantoni di pietra, e mi sono spaventata, e ho urlato. Lei si è fatta male credo.-
  -Nulla di grave spero.-
A prescindere da chi si tratti, Agata ha sempre un cuore d’oro.
  -Direi di no, credo almeno. Dopo è andata via, io però sono rimasta perché in giro ho trovato tantissimi sassi. Credo sia stata lei a crearli, ed allora ho deciso di farci una sorta di giardino zen!-
  -Zen? Angela… quanto sei così emozionata è un po’ difficile capirti.- mi dice cercando di non ferire i miei sentimenti.
Effettivamente le ho spiegato tutto malissimo…
  -Scusami, hai ragione.- dico imbarazzata. -Immagino comunque avrai intenzione di tornare in questo giardino zen.-
  -Non è proprio un giardino zen. Immaginati di essere in mezzo a delle montagne, e di trovare ad un certo punto una parte completamente liscia, senza ostacoli. Ci sono solo questi piccoli sassolini. Lo sai che mi piace molto l’arte, e vari tipi di meditazione. Sto sfruttando questi sassi per fare entrambe le cose, mettendoli in equilibrio uno sopra l’altro.- mentre spiego mimo i movimenti, cercando di aiutarla a capire.
  -Stai mettendo in ordine.- annuisce lei, anche se non è esattamente quello che sto cercando di dirle.
  -Diciamo…-
  -E questo posto si trova nel Purgatorio.-
  -Sì.-
  -E questa… ragazza, sa che tu ci vai.-
  -Sì! Ci siamo incontrate un paio di volte già.-
  -Non credi però che sia pericoloso? È comunque pericolosa…-
Immaginavo me lo avrebbe detto, al suo posto farei lo stesso.
Appoggio il tessuto a terra, spostando lo sguardo sulle viti.
  -È la prima volta, che conosco un diavolo.-
È facile farsi guidare da quello la gente racconta su qualcuno. Sarebbe facile credere che tutti i diavoli siano dei mostri, fidarmi esclusivamente del fatto tutti dicono che sono pericolosi e spaventosi, ma quando ho incontrato Mara, non ho pensato facesse paura.
Ho pensato che fosse buffa.
Sarebbe giusto smettere di fare qualcosa che mi piace, solo perché una parte di me ha paura di lei? Solo perché non la conosco?
Probabilmente Agata non capisce, ma mi sorride comunque cercando di sforzarsi.
  -Promettimi almeno che farai attenzione.-
Le sorrido, grata di ciò che ci diciamo e di ciò che evitiamo di dire per preservare la nostra amicizia.
  -Sì.-








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