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PURGATORIO
Il Custode

L’immensa spiaggia biancastra che circonda la base del Purgatorio si staglia di fronte a me, i suoi fini cristalli sono immobili, non un soffio di vento né i passi delle anime possono disturbarla.
Perenne ed imparziale, proprio come dovrebbe essere il suo custode.
Da innumerevoli eoni il mio compito è quello di vegliare su questa landa, e sul precario equilibrio formatosi tra le schiere degli angeli e dei diavoli.
Ho assistito a molte storie, innumerevoli cambiamenti, e non ho alcun dubbio che altri ancora ne giungeranno presto, tuttavia per quanto concerne i risultati, mi astengo dall’offrire alcuna opinione.
Solo il tempo saprà svelarli, e quello è senz’altro una cosa che non mi manca.
Alzo lo sguardo sull’immenso cielo che avvolge il monte del Purgatorio, ed il lago nel quale è racchiuso; la sua particolarità più grande è che, nonostante l’azzurro del cielo sia presente, e così anche il sole, la luna e le stelle quando la notte le chiama, oltre quel tiepido colore si staglia una chioma infinita di nuvole bianche, atte a separare il Paradiso da qualsiasi cosa si trovi sotto d’esso.
È un fenomeno che molte anime la prima volta lo vedono definiscono impossibile, fuori dalle leggi della fisica e della natura, tuttavia, qui, tali leggi sono nulle, ed un evento simile è comunque possibile.
Personalmente è l’ultima delle cose di cui sorprendersi nell’aldilà, mi diletta molto più concentrarmi sulle mie annotazioni e letture, custodite all’interno della casa che ho eretto alla base del Purgatorio, in un punto della spiaggia normalmente isolato ed ignoto alle anime che devono iniziare il loro percorso.
Al suo interno ogni parola, ogni nota è meticolosamente custodita tra le pagine dei libri a mia disposizione, il cui numero va oltre qualsiasi conosciuto. Dall’esterno l’edificio pare molto più piccolo di quanto è in realtà, ma non ho mai avvertito il bisogno di cambiarlo, o di farlo apparire diverso da quello che è. Ha già tutto ciò che mi serve per condurre un’esistenza appagata e serena, e grazie alla magia che le permette di possedere uno spazio infinito non dovrò mai preoccuparmi di non avere un punto dove collocare i miei manoscritti, al momento tuttavia non ho il tempo di occuparmene.
All’alba di ogni giorno la barca che porta con sé nuove anime per questo mondo giunge puntuale sulla spiaggia, sempre nello stesso punto, ed il mio compito è sia quello che accoglierle, spiegando loro la loro nuova esistenza, ed assegnare per ciascuna una coppia di esseri che sceglierà il loro destino.
Del loro giudizio o le azioni che intraprendono non ho commenti da elargire.
Uscendo dalla mia dimora trascino la cappa grigia che avvolge il corpo che ho scelto verso il punto dove la barca deve giungere, intravedendola già da lontano, con le anime al suo interno che osservano l’acqua opaca del lago; se ci cadessero dentro, o se la toccassero, nulla accadrebbe ai loro corpi o al loro spirito, è solo acqua, ma prima di alcun fondo.
Essendo già morti comunque, non corrono alcun rischio di affogare.
Appena la barca in legno attracca loro sono libere di scendere, le vedo guardarsi attorno confuse, i loro corpi privi di sostanza si muovono agitati, circondati da una celeste aura eterea.
Con un singolo gesto muovo il mio bastone attirando la loro attenzione.
-Anime umane! La vostra esistenza terrena è giunta al limite, e siete stati condotti in questa terra per raggiungere l’espiazione dai vostri peccati!- 
La mia voce risuona tra di loro, e tutte si fermano.
Per intere ere mi sono assicurato che ciascuna comprendesse il motivo della loro presenza al Purgatorio, in modo che potessero procedere senza indugiare.
Naturalmente non tutte hanno trovato subito la forza necessaria per farlo, alcune hanno tentato di rimanere nella spiaggia, in questo limbo di vuoto assoluto, ma eventualmente hanno tutte affrontato le prove della montagna.
Devo dire che gli umani, rispetto a tutti gli altri esseri che arrivano qui, sanno essere tra i più cocciuti e meno intuitivi, gli animali ad esempio non hanno nemmeno bisogno della mia guida.
-Vi trovate nella spiaggia che circonda il Purgatorio, ed il vostro scopo è scalare la montagna che scorgete alle mie spalle. Essa rappresenta i peccati dell’esistenza, e superandola avrete accesso al Paradiso, ma non crediate sia un viaggio privo di sofferenza. In quanto essa fa parte della vita stessa, per raggiungere l’eterno sollievo dovrete affrontarla.-
Un’anima più bassa delle altre alza un braccio, sperando probabilmente di avere attirato la mia attenzione. 
-Mi scusi… ma per scalare la montagna… saremo soli? Qualcuno ci darà gli strumenti per farlo?-
Sento molte altre domande, alcune scortesi, alcune sotto forma d’urla insoddisfatte, ma le ignoro.
Con i secoli ho imparato a non dare attenzione ad ogni voce, ed a rispondere solo a chi lo merita.
-Non avrete altri strumenti se non le vostre forze. Ma non sarete soli, all’inizio del vostro viaggio incontrerete due diverse entità, dovrete raccontare loro la vostra storia, e scegliere chi delle due seguire. La vostra scelta decreterà la vostra sorte.-
Ho smesso di spiegare con chiarezza la distinzione tra angeli e diavoli, alcune volte nemmeno ne trovo, ma in ogni caso mi evita di perdere tempo.
Le barche non aspettano nessuno, nemmeno me ed i miei sproloqui, perciò è sempre meglio informare le anime su tutto lo stretto necessario e non indugiare sui dettagli.
-Una volta presa la vostra scelta il viaggio incomincerà. Il monte è diviso in otto cornici, esclusa la spiaggia e le prime due, in cui troverete dei luoghi dove non potete accedere.- 
Nemmeno io mi reco lì, ma non perché siano pericolose o non vi possa accedere. In quanto entità separata da angeli e diavoli, io posso muovermi ovunque, benché scelga di rimanere qui.
Semplicemente, tempo addietro angeli e diavoli scelsero di costruire delle strutture in quei luoghi che ricordassero loro il mondo hanno abbandonato, un luogo neutrale dove recarsi e trascorrere del tempo serenamente; uno è quello che gli umani chiamano ristorante, l’altro un semplice edificio per attività ludiche e ricreative.
L’intero Purgatorio di per sé è uno spazio neutrale, dove nessuna delle due fazioni ha la supremazia rispetto all’altra, tuttavia scontri e sventure non mancano, ed io ho smesso da tempo di intervenire.
Per quanto taluni eventi siano profondamente ingiusti, farlo da parte mia comprometterebbe l’intero equilibrio che si è creato.
Sono un’entità neutrale, e per il bene delle cose devo restarlo.
-La prima cornice è riservata al peccato della superbia, dove dovrete camminare spogliati di ogni avere fino a raggiungere la porta della seconda cornice, e l’invidia vi mostrerà le immagini di ogni oggetto che vi ha suscitato tale sentimento nella vostra vita. Nella terza cornice dovrete redimervi dall’ira, camminando con dei rovi tra le mani e le caviglie. Superata anche la sua porta, al termine di questa cornice giungerete a quella dell’accidia, dove durante la salita il corpo vi peserà quanto l’intera montagna. In seguito, arriverete alla cornice dell’avidità, nella quale trascinerete con voi dei pesanti sacchi pieni d’oro, arrivando alla sesta cornice, quella dei golosi, dove percepirete i sapori dei cibi che avete gustato durante la vostra vita, senza poterne mangiare alcuno. Superata questa sfida potrete raggiungere la settima cornice, dove l’astio vi costringerà a patire un freddo intenso, ed infine troverete finalmente il sollievo tanto agognato, raggiungendo l’Eden, un giardino fiorito, dove attenderete vi si aprano le porte del Paradiso.-
Non tutte le anime in verità sono destinate allo stesso percorso, tutto dipende dai peccati commessi; un’anima può partire dalla prima cornice come dall’ultima, o non riuscire affatto a superare alcuna porta se il suo spirito non intende realmente redimersi, tuttavia considerato il loro numero, non sarebbe ottimale specificare tutte queste differenze.
Mi rendo conto sia una spiegazione insufficiente per loro, e che probabilmente non fa altro che terrorizzarle di più, ma non posso fare oltre per aiutarli senza rischiare di togliere del tempo ad altre anime. 
Scopriranno tutto durante il loro viaggio, se sceglieranno di seguire gli angeli, altrimenti verranno divorati dalla terra, e cadranno all’Inferno.
Il fatto che io abbia evitato di rivelare cosa accadrebbe se scegliessero un diavolo è voluto, in quanto essere imparziale non posso fare sorgere preferenze tra l’una o l’altra via.
-Nel momento in cui giungerete al termine del vostro percorso, arriverete all’Eden, un giardino di sola pace, dove potrete riposare ed attendere l’apertura dei cancelli del Paradiso.-
Terminata la mia spiegazione mi volto, la nave è già sparita da tempo oltre la debole foschia che circonda il lago, connessa ai mondi dei vivi dai quali provengono e che impedisce alle anime di scorgere un’altra spiaggia dove dei diavoli più pacifici di altri hanno deciso di vivere, ma che a prescindere da dove ci si dirige condurrà sempre qui.
Ignoro le grida delle anime e le loro suppliche di paura mentre mi allontano, alcune tentano di aggrapparsi a me, ma la mia cappa sfugge tra le loro dita.
-Andate, oh voi anime. Date un senso al vostro viaggio, e proseguite per la vostra strada.-







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