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Gabriel's pov

Ho cercato di essere il più delicato possibile con Edwin, di non spingerlo eccessivamente, ma a quanto pare non è bastato.
Perché non può bastare? Comprendo la mia inesperienza, ma se solo si lasciasse andare sono certo di poterlo far sentire bene, di poter cancellare ogni suo cupo pensiero e di sostituirlo con altri ben più felici.
Sento un peso nel petto, ma non intendo farglielo notare. 
Alle sue parole sorrido cordiale, anche se a malapena lo sento, annuendo accarezzandogli con il pollice il dorso della mano.
-Ti va di tornare a casa insieme? Possiamo volare in giro se ti va-
-Sarebbe splendo.- dico muovendo le ali, pronto a volare. -Posso anche portarti tra le mie braccia se lo desideri.-
Arrossisce distogliendo lo sguardo. -Non riusciresti a sostenere il mio peso, gnew. Scommetto dieci baci che non riusciresti a portarmi in braccio!-
Non crede che io sia forte? Mi vede debole?
Per questo mi ha dato quella maglietta? Perchè sono piccolo e debole?
Sorrido in risposta, celando i miei pensieri, sentendo comunque il cuore palpitare alla promessa dei dieci baci, e prima che possa dire altro faccio scivolare un braccio sotto la sua vita, sollevandolo e sorreggendolo delicatamente.
-Direi che ho vinto, no?-
Sono forte, posso proteggerlo, anche da Alex... e da chiunque.
-E riusciresti anche a volare con me in braccio?- 
-Nulla di più facile, ma non era questa la sfida.- 
Non mi muoverò finché non avrò il mio dolce premio, non che mi dispiaccia tenerlo in questo modo.
-Hai ragione, un premio è sempre un premio.-
Così mi dà i dieci baci promessi accarezzandomi una guancia. Per un istante ho quasi il timore che le mie gambe non riescano a reggere. Ad ogni suo bacio mi sento come se stessi già volando, e dimentico ogni cosa attorno a me.
Cerco di indugiare il più possibile sulle sue labbra, bramandone il calore e contando ogni bacio per fare durare il più possibile l'ultimo. È come se la vita stesse tornando a scorrermi tra le vene.
-Edwin... ti...-
-Gabriel!-
Un urlo alle nostre spalle rompe la magia del momento, facendomi voltare di scatto. Istintivamente stringo ancora più forte Edwin a me, confuso ed allarmato.
Vorrei che non fosse vero, ma dall'alto dei cieli vedo Marcus precipitarsi verso di noi.
-Marcus! Ascolta ti prego!- tento di urlare, ma è evidente che non vuole ascoltarmi.
Lo vedo sollevare una mano, e delle scintille prendono forma attorno ad essa, fino a creare una lunga lancia di fulmini che scaglia contro di noi, mirando direttamente contro Edwin.
Reagisco immediatamente, voltandomi di spalle e facendo colpire la mia ala sinistra al posto suo. Per una manciata di secondi il dolore che mi pervade mi annebbia la vista, ma non lascio cadere Edwin.
-Gabriel! Allontanati da quel mostro!-
-Ma che diavolo di problemi hai? Ti sei bevuto il cervello?!- urla Edwin rivolgendosi a Marcus. -Gabriel, fammi scendere!- 
-No!- rispondo, con un tono più alto di quanto vorrei, ma è il dolore a causarlo.
Comincio a volare, portando via con me Edwin.
Se Marcus vuole fargli del male farò tutto il possibile per impedirglielo.
-Gabriel! Fermati!- urla Marcus alle nostre spalle, seguendoci mentre volo in picchiata tra le sporgenze del Purgatorio, oltre le anime ed in ogni passaggio che mi permetta di entrare.
Purtroppo al contrario mio Marcus ha sempre avuto un certo amore per il volo, quindi non ha alcun problema a starmi dietro, contando anche che sto tenendo Edwin tra le braccia, e continua a lanciarci contro delle lance di fulmini nel tentativo di fermarci.
-Sto cercando di salvarti!-
Ogni volta che Marcus ci lancia una lancia di fulmini Edwin apre uno dei suoi portali e la fa schiantare dove non può fare del male a nessuno. -Stai cercando di ammazzarci! Smettila!-
Non riesco a pensare, non so cosa fare per fermare Marcus. I miei poteri non funzionano come attacchi diretti, e non ho abbastanza concentrazione per rallentarlo, anche se sarebbe completamente inutile.
Certo di muovermi in spazi sempre più stretti, scegliendo direzioni casuali e senza senso, in modo che non capisca cosa voglio fare.
In qualche modo così facendo riesco a mettere un po' di distanza tra noi, ed immediatamente atterro, nascondendo Edwin dietro una roccia.
-Rimani qui, cercherò di parlarci.-
Mi dà una carezza e un veloce bacio per rincuorarmi. -Fai attenzione.-
Annuisco, ricambiando il bacio, ed a passo deciso mi dirigo verso la zona aperta lì vicino.
Marcus non impiega molto ad arrivare. Rimane in volo per qualche altro secondo, guardandosi attorno, prima di scendere ed atterrare accanto a me.
-Dov'è il diavolo?-
Come se volessi dirglielo mentre ha una lancia in mano.
Dove diamine l’ha presa? Chi gliel’ha data? 
-Vattene da qui.- mormoro a bassa voce, non volendo farmi sentire da Edwin mentre uso simili toni.
-Non me ne andrò senza di te, e senza essermi occupato di lui.-
La mia espressione si contrae all'istante. -Non farai proprio niente.-
Marcus ricambia gelido, stringendo con forza l'arma nella mano.
-Guarda cosa ti sta facendo, guarda cosa hanno fatto quelli come lui da quando esistono. Perché non riesci a capire? Perché non vuoi ascoltarmi?-
Ironico come io sia quello che non vuole ascoltare, quando è lui che è venuto ad attaccarlo direttamente.
-Se solo gli dessi una possibilità capiresti che è una brava persona.-
-Lui non è una persona! È un diavolo.- urla Marcus, agitando la lancia in aria. -Non importa cosa faccia, non importa quello che ti dice, è un diavolo! Questa storia non riguarda solo voi due! Hai idea di quanti si sono fatti trascinare come te? Di quanti angeli abbiamo perso? Puoi credere di conoscere tutto di lui, puoi anche avere la certezza che non ti farà del male, ma ti sbagli, perché appena altri lo scopriranno, coglieranno la prima occasione per farti a pezzi, e chi vuoi che verrà a proteggerti quando sarà troppo tardi?-
Non… non mi interessa.
La verità è che non mi importa di quello che altri diavoli possono fare ad altri angeli.
Mi importa solo di me ed Edwin.
-Ne ho abbastanza Marcus!- urlo spingendolo via, sentendo il sangue montarmi nella testa.
Lui mi guarda sconvolto, e lentamente la sua espressione si tinge nuovamente di un odio accecante. -Tu non sai cos'è l'amore, non l'hai mai provato, e vuoi sapere la verità? Questo non è amore. L'amore non ti trasforma in qualcuno che non sei, in una persona violenta, che mente ed allontana i suoi amici pur di fare come gli pare. Questo si chiama egoismo, ed è la prova che lui non è altro che un lurido diavolo, come tutti gli altri!-
-Basta così!- grido scagliandomi contro di lui, colpendolo con un pugno al viso facendolo cadere.
Immediatamente gli salgo addosso, cominciando a colpire una, due, tre, quattro volte, fino ad arrivare alla quinta, quando Marcus mi afferra il polso, e con una rapida mossa mi ribalta piazzandosi sopra di me. Cerca di tenermi fermo ma io continuo a dimenarmi, ed alla fine spingendomi via mi lascia andare, allontanandosi di vari passi rimanendo in una posizione di difesa.
Il suo viso è ricoperto di sangue, il naso ed il labbro rotto che lentamente si stanno rigenerando.
Un denso liquido scarlatto mi cola tra le dita, ed un brivido mi attraversa tutto il corpo.
-Ngh...- mormora rialzandosi, guardandomi dritto negli occhi.
È orribile, è disgustoso. Riesco a vedere ogni singolo dettaglio, ogni ferita che ho aperto, ogni vena che ho rotto.
Merda…
Cosa… cosa ho fatto… Dio, è orribile.
-M-Marcus…- mormoro, rabbrividendo quando… quando Edwin compare.
No… no!
Gli avevo detto di stare nascosto, perché diamine non vuole mai darmi retta?! 
So cosa è meglio per lui, lo amo, lo so, non lo capisce?
DANNAZIONE! CRISTO! 
MAI MAI UNA VOLTA CHE MI ASCOLTI!
COME SE FOSSI UN’IDIOTA, UN POVERO STRONZO BUONO SOLO PER LA SUA FACCIA!
Lo vedo mettersi in mezzo a noi, come se non fossi in grado di controllare la situazione o sbarazzarmi di Marcus, e comincia stupidamente a prenderlo a pugni ed a calci.
-Chi sei tu per poter parlare in questo modo? Chi è il mostro qui? Chi ha attaccato per primo? Non sei migliore di me, non sei migliore rispetto a qualsiasi altro diavolo!- gli urla contro, iniziando una stupida manfrina. -Ti sembra questo il modo di comportarsi? È questo porgere l'altra guancia?! Per una buona volta apri quelle orecchie di merda e ascoltalo, maledizione! È tuo amico, hai attaccato un tuo amico! Quale razza di mostro farebbe questo? I veri amici dovrebbero coprirsi le spalle a vicenda, aiutarsi e capirsi. Ma tu emetti sentenze senza neanche ascoltare! Chi ti credi di essere, eh?! Puoi insultarmi quanto ti pare, ma non ti permetterò di fare del male alla persona che amo!-
Vorrei tirargli uno schiaffo in questo momento, ma per fortuna mi trattengo, e lui non nota la mia rabbia, finendo per baciarmi usandomi per accentuare il suo ridicolo discorso.
-Io ci sarò sempre per Gabriel e lo aiuterò con tutte le mie forze, lo proteggerò ad ogni costo, ci proteggeremo insieme. Io lo amo e nulla cambierà le cose. Se non ti piace quello che vedi allora vattene e lasciaci in pace!-
Tu non mi ascolti! Non mi parli, non mi dai retta!
Parli parli e parli, poi mi ridicolizzi, mi prendi in giro, e mai, MAI HAI PENSATO A COSA POTEVO PROVARE, A COSA PENSAVO O COME MI SENTIVO!
-Guarda cosa ti ha fatto... guarda cosa mi hai fatto! Al tuo migliore amico!- urla indicandosi il viso, furente, ferito. 
Non riesco a guardarlo, sento ancora il calore del suo sangue sulle dita.
Perché… perché l’ho fatto?
Per proteggere Edwin, ma Marcus… Marcus era il mio migliore amico. Siamo entrambi angeli, abbiamo condiviso così tanto, perché allora nemmeno lui ha voluto ascoltarmi?
A nessuno importa di quello che provo?
Non riesco a dire nulla, posso solo stringere a me Edwin, mentre Marcus fa lo stesso con la propria arma.
Alla fine lo guardo spalancare le ali ed andarsene, senza mai nemmeno voltarsi.
Lui ha aggredito Edwin, ed io ho aggredito lui.
Che cosa abbiamo fatto… 
-Stai bene? Le ali ti fanno male?- mi chiede Edwin.
Già, perché sono le ali a farmi male, l’unica cosa che riesce a vedere è quello che c’è in superficie…
Continuo a fissare il punto in cui Marcus è andato via, poi guardo Edwin.
Vorrei solo scoppiare a piangere, urlare o lanciare qualcosa, ma fin da bambino ho imparato a nascondere le mie emozioni.
Quando non volevo partecipare a quelle ridicole gare, quando non potevo uscire, ma dovevo essere il bambino perfetto, e sorridere.
Sorridere sorridere e sorridere.
-Sì io... sto bene.-
Dico sorridendo, emulando perfettamente il calore dell’amore che mi è stato insegnato.
Superficiale, come quello dei miei genitori, ma nel petto mi si sta aprendo una voragine.
Rabbia, dolore, abbandono, amore, paura.
Non riesco più a controllarli, non riesco più a reprimere tutte queste emozioni, sono troppe.
Non riesco più a non pensare ed a sorridere e basta.
Ho perso tutto, e continuo a perdere.
-Ho... solo bisogno di pensare.-
-Vai a farti un giro in un posto che ti possa fare stare bene, portati un amico con te e svagati un po', va bene? Ne hai bisogno-.
Amico... suona quasi come un brutto scherzo.
Che amici ho?
Già prima in Paradiso non ho mai fatto molto per trovarne, mi bastava la mia compagnia e quella di Marcus.
Involontariamente aggrotto la fronte alle parole di Edwin. Annuisco, ma non so dove andare.
Vorrei solo stare con Edwin, ma in queste condizioni ho paura di ciò che potrei dirgli. Non voglio ferirlo per una rabbia di cui non ha colpe.
Ho bisogno di calmarmi, e di tornare da lui a mente lucida.
-Puoi vedere se Hyulius e Ruben sono liberi per stare un po' con loro. Dovrebbero trovarsi all'Inferno in uno dei primi gironi. Rilassati e divertiti, mi troverai a casa stasera, promesso!-
Ha sempre qualcun altro in mente per risolvere le situazioni…
Annuisco senza rispondergli, cominciando ad allontanarmi da lui.
In ogni caso comincio a camminare, allontanandomi da lui.
Non credo di volere vedere quei due, sono solo dei tizi che hanno dei legami con Edwin, non con me, e Ruben non sembra nemmeno il genere di persona capace di gestire una simile conversazione.
Diavolo, non riesco neanche io a gestirla nella mia testa... cosa vuoi che ne sappiano due amebe come loro.
Già il fatto Ruben si comporti come se non fosse un diavolo e non l’avessero mandato all’Inferno dice molto su di lui; un ottuso, stupido e falso individuo incapace di gestire la realtà.
Perché ha dovuto nominare proprio loro... mi vede allo stesso modo? Crede che non possa essere meglio di così?
Ad eccezione del mio aspetto non ha mai avuto una parola di conforto nei miei confronti…
Non voglio pensarci, ma se Marcus avesse ragione?
Non ho mai amato, non so cos’è l’amore, ed ho allontanato tutti quelli che potevano aiutarmi.
Ho veramente rinunciato al Paradiso solo per un diavolo?




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