Jules's pov
Non sono adatto ad essere amato, lo so fin da quando sono nato. Ma bramo l'amore così come i re bramano il potere. Do tutto me stesso a chi amo e purtroppo le mie paure e insicurezze rovinano tutto. Nessuno riesce a capire il dolore e il vuoto dentro di me, nessuno rimane a raccogliere i pezzi del mio cuore.
Fisso il bicchiere ancora pieno di birra poggiato sul tavolo davanti a me senza proferire parola.
Che cosa dovrei fare? Lei mi sembra così distante ultimamente...
Elisa è la mia fidanzata, stiamo insieme da qualche settimana. Ci siamo conosciuti in un locale e all'inizio, come al solito, è stato tutto idilliaco. Come nelle favole l'ho riempita di attenzione, affetto e premura chiedendo in cambio di amare solo me. L'ho sempre resa consapevole di quanto mi renda felice ogni giorno sempre di più. Lo faccio spontaneamente, mi piace farle sapere il mio stato d'animo. Col passare del tempo, tuttavia, una voce nella mia testa ha cominciato a farmi dubitare di lei. Giorno dopo giorno la paura di ritrovarmi nel vuoto si è fatta sempre più pressante. Le insicurezze hanno preso il sopravvento, avevo bisogno di sentirla più vicina a me, di sentirmi rassicurato. Ma lei si è allontanata sempre di più da me invece di starmi vicino. L'ho delusa in qualche modo? No, non credo. Mi sono comportato bene, ho continuato a trattarla bene. Lei invece non fa altro che darmi segnali negativi e dubbi, alimenta tutte le mie paure. Non sono ancora riuscito a spiegarle cosa mi fa stare male, cosa mi sta facendo vivere. Ogni volta mi irrigidisco e le mie parole diventano fredde morendo ancor prima di essere pronunciate. Lei si sta allontanando da me e il nostro rapporto si sta raffreddando.
-Dovresti pensarci di meno, sai? Non meriti di stare male per quella lì- mi dice Filostrato passando in salotto. È un ragazzo nella media dai capelli rossi lunghi arruffati e gli occhi di un verde scuro. Non ha corna né una coda, ma quando le evoca ha due grosse ali rosso scuro con dettagli dorati. Indossa un largo maglione giallo, jeans neri e scarpe da ginnastica bianche. Tiene in mano una bottiglia di birra vuota per metà, è la terza stasera. La cucina è ben fornita di alcolici di ogni tipo, ma la maggior parte di essi se li beve lui. A me non piacciono, gli lascio volentieri anche il mio bicchiere. Da circa cinque anni è un mio collega nonché mio coinquilino, ci aiutiamo e supportiamo a vicenda. Solitamente le persone non riescono a capire cosa io pensi o cosa io provi. Da molti vengo visto come una persona fredda e disinteressata alla vita degli altri. Beh, raramente esprimo le mie emozioni usando il linguaggio del corpo. Filostrato è l'unico che riesce a capirmi, mi conosce bene e sa quanto soffro ad ogni abbandono.
-E poi che fidanzata è quella che non ti soddisfa a letto? Ecco perché preferisco non avere legami- continua il suo discorso bevendo ampi sorsi. -Per me è una smorfiosa irritante-.
Non riesco ad essere d'accordo con lui. È vero che ad Elisa non piacciono certe pratiche sessuali che a me eccitano molto, ma non penso sia così grave. Se per essere amato da lei devo sacrificare un qualcosa per me importante allora ben venga. E poi io non ho alcuna intenzione di tradirla con qualcun altro. Sospiro più avvilito di prima, non so come comportarmi. In ogni caso non gli rispondo, non c'è niente da dire. Non mi piace sentire dire certe parole nei confronti di chi amo, anche se mi tratta male. Fil lo sa bene e di conseguenza cambia discorso.
-Sai che facciamo?-. Fil sembra aver pensato una delle sue brillanti idee. Spero non farà così tanti danni come l'ultima volta. -Adesso ce ne andiamo in un locale a bere e ballare senza pensare a lei!-.
-Non mi sembra una buona idea- provo a protestare, non sono il tipo di persona a cui piacciono i bar e le feste. È come portare ad un matrimonio una persona vestita da gatto. È tutto inutile, ne sono consapevole. Troverebbe comunque il modo per averla vinta. Fil mi fa alzare e mi dà una piccola spintarella.
-Su, va a sistemarti, vedrai ci divertiremo!-. Sono poco convinto, ma è praticamente impossibile dirgli di no. Perciò salgo le scale per andare nella mia stanza.
Ho comprato questa casa dopo pochi mesi di lavoro e fin dall'inizio l'ho condivisa con Filostrato. La zona comune consiste nella cucina, nel salone e nella lavanderia. Al piano terra, poi si trova la stanza di Fil con relativo bagno. Non entro praticamente mai nei suoi spazi se non è necessario, soprattutto quando ha compagnia. Certo, mi assicuro stia sempre bene e non faccia del male a sé stesso e agli altri. Tuttavia gli lascio la sua privacy per quanto è possibile. Salendo le scale del salone si entra nella mia zona, un piccolo corridoio unisce la mia stanza al bagno. La mia porta è sempre aperta per Fil per qualunque necessità. Ho imposto delle regole severe e degli orari da rispettare, la bacheca è affissa vicino al frigorifero. Sono molto utili per lui, ma spesso cerca il modo di sviarli. Avere delle cose da fare gli può far capire cosa sono le responsabilità, l'importanza delle cose e dell'impiegare al meglio il proprio tempo. Per certi versi Fil ha la coscienza di un bambino.
Dopo essermi fatto una doccia veloce mi pettino i capelli e li lego in una treccia ben ordinata. In camera prendo dei vestiti in un armadio per indossarli. Ad ogni passo sento il freddo delle mattonelle blu sotto i piedi nudi, tutta la casa ha questa tipologia di mattonelle. Le pareti, invece sono per la maggior parte azzurre, Fil ha voluto dipingere quelle della sua zona con un rosso fuoco. Attaccato al lampadario c'è un gancio di ferro, non mi è ancora mai servito. Il letto matrimoniale ha la testiera di ferro battuto nero con decorazioni a forma di spirale. Ho anche una vecchia scrivania in legno e un secondo armadio chiuso con un lucchetto. Elisa non vuole vederne il contenuto e per non buttare niente ho semplicemente sigillato tutto.
Avere dei mobili di legno è un azzardo con un piromane in casa. È ossessionato dal suo fuoco, lo affascina e lo eccita come se avesse davanti una bellissima ragazza o un ragazzo prestante. Di conseguenza cerca sempre il modo di bruciare qualcosa o qualcuno.
Essendo una guardia di Flegiàs voglio mostrarmi sempre impeccabile e autorevole anche quando non sono in servizio. Di conseguenza indosso una camicia bianca chiudendo ogni bottone, pantaloni neri in tessuto e scarpe nere. Mi dirigo alla porta d'ingresso di casa e aspetto Fil.
-Certo che potevi impegnarti di più- commento vedendo com'è vestito. È il solito ragazzo trasandato.
-E tu, damerino? Pensi che andremo in una serata di gala? Ti scambieranno per un cameriere-. Mi lascio sfuggire una piccola risatina. -Oggi ti farò dimenticare quella ragazza!-. Come se fosse possibile...È Fil a scegliere il locale, io non me ne intendo molto. Sull'insegna c'è scritto Black Moon, è un bel nome. È un pub non molto grande ed è un po' spoglio di decorazioni. Se dovessi scegliere preferirei di gran lunga il Barry's Castle, per quanto io non lo frequenti poi così tanto. Il volume della musica è alta, ma si riesce comunque a chiacchierare senza particolari problemi. La maggior parte delle persone è in pista a ballare sotto delle luci ad intermittenza. Un paio sta al bancone a bere, mentre i piccoli divanetti posti in fondo alla pista sono quasi del tutto pieni.
Fil sparisce tra la folla senza dirmi nulla, probabilmente ha visto qualcuno di interessante. Io rimango fuori dalla pista a guardare in giro. Non è certamente un posto che fa per me, avrei preferito fare una passeggiata in tranquillità. Non voglio lasciare Fil da solo, potrebbe dar fuoco a tutto. Così mi prendo un cocktail e rimango ad ascoltare la musica.
Con la coda dell'occhio noto qualcosa nella zona dei divanetti. O meglio noto qualcuno. Mi irrigidisco per un attimo; ma mi do un contegno. Mi avvicino per guardare meglio, forse mi sto sbagliando. Purtroppo no, è tutto vero. Elisa è seduta su uno dei divanetti in atteggiamenti inequivocabili con un altro ragazzo. Non sono adatto ad essere amato, lo so fin da quando sono nato, ma speravo lei potesse darmi ciò che non ho mai avuto. Invece è l'ennesima persona ad abbandonarmi. Rimango a guardarlo fermo ed in silenzio finché loro due non si accorgono di me. La loro prima espressione è di sorpresa, poi Elisa mi guarda con rabbia.
-Che ci fai qui?- mi urla. -Adesso ti sei messo a seguirmi? Dove arriverà la tua follia?-.
Non le rispondo in nessun modo, la mia espressione rimane glaciale. Molte persone smettono di ballare assistendo alla scena. Elisa si alza dalla poltroncina e si avvicina a me, l'altro non mi guarda neanche negli occhi.
-Chi ti credi di essere?- continua lei furiosa. -Essere una guardia non ti dà il diritto di controllarmi! Sei solo un fallito!-.
Già, ha ragione. L'ho spinta io tra le braccia di quel tipo. Non ho fatto abbastanza, non sono abbastanza. Sono uno schifo, sono uno schifo, sono uno schifo, sono uno schifo. Nessuno dovrebbe mai avere a che fare con uno scarto come me. Posso anche vestirmi bene, avere un lavoro, una buona reputazione, ma rimarrò per sempre una nullità senza amore. Allungo una mano verso di lei, vorrei darle almeno un'ultima carezza. Il mio gesto, però, non viene capito, probabilmente per via del mio silenzio o del mio sguardo. Sta di fatto che Elisa mi guarda spaventata, prende il mio bicchiere e me lo lancia addosso.
-Stammi lontano, sei solo una persona violenta! È finita tra noi, fattene una ragione!-.
Tanti sussurri riempiono il locale, ma le voci del mio passato sono ancora più forti. Raccolgo i pezzi del bicchiere caduto a terra senza pensare di potermi ferire. Li appoggio al bancone per poi uscire da lì, non mi accorgo nemmeno di essere seguito da Filostrato. Mi siedo su una panchina vicina e alzo lo sguardo in alto guardando le finte stelle.
-Vedi? Te lo avevo detto!- commenta Fil restando accanto a me. -Quella è solo una smorfiosa, non saprebbe distinguere un diamante da un pezzo di vetro. Fidati, è lei che ci ha perso! Chi ha bisogno di una come lei? Hai sempre me!-. Agita le braccia per attirare la mia attenzione, la cosa mi fa distogliere un po' dai brutti pensieri. Accenno un piccolo sorriso. Elisa esce poco dopo dal locale insieme a quel ragazzo. Fil mi lancia un sorrisino maligno prima di mettersi ad urlare.
-Hey! Mi ha chiamato la Morte, rivuole indietro la tua brutta faccia da cavallo!- fa delle smorfie per prenderla ancora più in giro. -Hanno inventato il sapone, potresti usarlo ogni tanto! Fai così schifo che la spazzatura ti guarda e ti chiama "mamma"!-. Sta ridendo a crepapelle, si tiene addirittura la pancia. Elisa, umiliata sta per andarsene trascinando il tipo con sé. Ma Fil non ha ancora finito, adesso si rivolge proprio a lui. -Hey tu, quanto ti ha pagato per una prestazione? Pagando un solo Teschio troveresti puttane migliori di lei!-. I due si allontanano mettendosi a litigare fra di loro. Fil vorrebbe inseguirli, ma io lo afferro per un braccio.
-Andiamo a casa-. Nonostante i miei sforzi trapela tanta stanchezza dalla mia voce. Ci mettiamo a camminare nella direzione opposta.
-Mi meraviglio di te- commenta Fil. -Io non riuscirei ad essere così calmo-.
Ti sbagli, Fil, la mia non è semplice calma. Dentro di me c'è solo vuoto.Avviso!
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Il Piacere del Peccato
RomanceAttenzione, storia boyxboy, astenersi chi non gradisce questo argomento Personaggi originali, storia scritta a quattro mani da me e @khailea Link per accedere all'account de Il Piacere del Peccato: https://www.deviantart.com/ilpiaceredelpeccato Può...