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Terzo giorno

Edwin's pov

Il mal di testa peggiora, non riesco più a dormire. A giudicare dall'oscurità tinteggiata da una flebile luce immagino non manchi molto all'alba. È ancora molto presto e la cosa mi irrita, non è da me svegliarmi a quest'ora. Di questo passo non farò altro che sentirmi sempre più stanco e fragile.
Non ho più la testa sul cuscino morbido di piume, ma sento comunque un calore rassicurante e rilassante. L'ho già sentito prima d'ora. Gabriel è sul mio letto appoggiato al muro, ha gli occhi chiusi e mi abbraccia tenendomi sul suo petto coperto dalla camicia. Stranamente non sento l'istinto di staccarmi, picchiarlo e mandarlo via, anzi al contrario mi sento al sicuro. Non credo di provare un sentimento di odio nei suoi confronti, ma non so come effettivamente chiamarlo. Ad ogni modo sono felice di vederlo qui con me, tuttavia da oggi ai prossimi giorni non sarà un gran bello spettacolo.
Sulla mia pelle iniziano a spuntare lividi neri e violacei ovunque su tutto il corpo. Sono i segni delle percosse. Oltre ai lividi si aprono piccoli tagli sulle braccia, sul petto e sul viso un labbro si è spaccato e un grosso graffio bruciato è comparso sulla guancia destra. Ricordo ogni singolo segno, ognuno di essi. C'ero abituato alle percosse, ero abituato a tutto. Mi facevo picchiare per loro, chinavo la testa e soffrivo in silenzio. Lo facevo sempre anche se avevo tutta la forza per fermare le botte. Potevo ribellarmi, affrontarlo e ridurlo peggio di come riduceva me. No, non era la cosa migliore. Si sarebbe vendicato su coloro alle quali tenevo più della mia stessa vita. Non riesco ad aprire un occhio a causa di uno dei lividi, di sicuro in questo momento faccio schifo.
Rimango appoggiato al suo petto mentre i segni e i ricordi mi tormentano. Piano piano alzo un braccio e gli accarezzo i capelli. Sento il cuore accellerare il ritmo, sono sicuro che le sue labbra siano morbide.
-Fanno molto male?-. Lo vedo baciare i segni uno dopo l'altro con tanta delicatezza, rimango sorpreso dalla cosa. Penso sia un gesto molto dolce.
-No, tranquillo, va bene così. Mi dispiace devi vedermi in questo stato, sono diventato un rottame-. Le mie labbra si increspano in un sorrisino triste.
-Sei bellissimo invece.- Lo guardo alzando un sopracciglio, mi ha spiazzato. Indico me stesso con incredulità, non sono sicuro si stia riferendo a me.
-Chi altri se no? Siamo solo noi due qui.-
Effettivamente ha ragione, non c'è nessun altro oltre a noi. Eppure non riesco a pensare alla mia persona in quel modo, non credo di essere bello. Invece lui lo è.
-Appunto, non ci sono solo io su questo letto. C'è qualcun altro ad essere bellissimo qui e mi sta facendo da cuscino-. Distolgo lo sguardo restando comodo.

Rimaniamo in silenzio mentre la notte scivola via lentamente. Lui mi accarezza e continua a lasciarmi piccoli baci, nel mentre io mi sento stordito. Da una parte ci sono i ricordi dolorosi della vita passata e dall'altra lui e le sue coccole. Non so cosa provare in questo momento, nella mia testa si mescolano una moltitudine di cose. Eppure il dolore sta svanendo bacio dopo bacio, non capisco. Io non dovrei trovarmi nello stesso letto con un altro uomo, dovrei allontanarlo e correre lontano. Ma ne sento così tanto il bisogno, ho passato molte notti nel freddo della solitudine. È così bello sentire il suo calore e le sue braccia avvolgermi saldamente. Perché è così difficile per me ammettere di essere attratto da Gabriel? Che cosa c'è che non va in me? Forse sono rotto, da buttare.
In un attimo l'amalgama di cose si ferma, nessun pensiero mi passa per la mente. Delicatamente mi ha alzato il mento e le sue labbra si sono scontrate con le mie. Chiudo gli occhi e mi lascio andare ricambiando per come posso. Lo accarezzo stringendolo a me con le poche forze che ho in questo momento. Schiudo la mia bocca e lascio che la sua lingua cerchi la mia. Sono totalmente preso, corpo e mente non vogliono che tutto questo finisca, non voglio fermarlo e staccarmi da lui. È così bello, mi sento come se andassi a fuoco. Anzi è come se dentro di me si fosse accessa una fiamma.
All'improvviso una fitta allo stomaco mi fa tornare alla realtà, a malincuore mi stacco da lui. Altre fitte una dietro l'altra, sono i colpi di tanti calci. Il dolore è tale da farmi piegare in due. Mi copro la bocca con una mano iniziando a sputare sangue. Cazzo, non adesso.
-Edwin!-.
Subito si alza e corre via per poi tornare in fretta con un asciugamano. Mi pulisco dal sangue premendo la stoffa contro le labbra. Inizia ad accarezzarmi i capelli lanciandomi sguardi pieni di preoccupazione. Continuo a tossire, tingendo l'asciugamano di sangue.
-Scusami...- riesco a mormorare, la voce esce ovettata. Voglio riprendermi per poter rifarlo. Lo so, è una pazzia. Ma ne ho così tanto bisogno.

Gabriel's pov

Ogni volta che stacco le labbra dal suo corpo mi sento morire, non ho mai provato questa sensazione ma è meravigliosa e tremenda allo stesso tempo. So cosa è ma non pensavo d'essere in grado di provarlo. È così bello che non riesco a fermarmi, ora gli sto baciando il collo delicatamente, mentre con le mani gli accarezzo il petto. Anche se in modo indiretto mi ha fatto un complimento, pensa sono bellissimo.
-Che carino, sei molto dolce-. Dico sorridendogli senza staccare le labbra, ora ho portato le mani al suo bacino e le labbra dalle sue guance, ha molti lividi sul viso, mi chiedo cosa gli sia successo.
-Gnew-, mormora lui e questo mi basta. -Spero che resterai fino alla fine-.
-Ma certo che resterò.- Avvicino il mio volto al suo posando la fronte sulla sua. Riesco a sentire perfettamente il suo respiro. Mi chiedo cosa accadrebbe se lo baciassi, resto fermo così per il momento, non voglio costringerlo.
Per un fatale attimo perdo totalmente il controllo, poso le labbra sulle sue nonostante siano ferite. Sono così calde, non mi staccherei mai da lui in questo modo. Non riesco a controllarle e le accarezzo con la punta della lingua in una muta richiesta d'entrare, le mani intanto passano sulla sua schiena, la gamba destra appoggiata alla sua. Anche se mi respingerà ne sarà valsa la pena.
Invece con mia piacevole sorpresa ricambia il bacio e mi stringe a sé, che tenero che è. Ma la magia si spezza e con timore lo vedo contorcersi e sputare sangue. Mi affretto a prendergli qualcosa per pulirsi senza lasciarlo da solo per troppo tempo. Voglio essergli di conforto, mi dispiace debba subire tutto questo.
-Scusami...- riesce a mormorare, la voce esce ovettata.
-No no no! Scusami tu, ho sbagliato tu stai male ed io non dovevo, non era il momento. Tu stai male avrei dovuto aspettare.- Gli dico preso dal panico, l'asciugamano è completamente rosso, non ho idea di come aiutarlo e l'ho pure baciato. Anzi vorrei farlo nuovo!
-Ehi ehi, stai calmo. È passato per ora e poi le cose fatte di getto sono le migliori, tipo cosí-. Allontana l'asciugamano dalla bocca e riprende a baciarmi, non penso di potermi trattenere più di tanto. Già così è difficile, ma devo ricordare sta male, non ho intenzione di staccarmi da lui però adesso devo essere molto più delicato. Dopo qualche minuto si stacca, tossendo di nuovo. -Hai delle labbra morbide, mi piacciono-.
-Le tue invece sono secche e screpolate, ma sono calde ed è piacevole toccarle.- rispondo sorridendo, non posso fare a meno di accarezzandogliele.
-Già. Mi dispiace tu debba vedermi così.-
-Non è colpa tua, resti comunque bello-.
-Ascolta- mi guarda diventando serio. -Fin ora è tutto a posto, ma da domani sarà molto più atroce, non riuscirò a muovermi, né a parlare-.
-Non importa, rimarrò qui in silenzio.- Anche io sono serio sebbene stia sorridendo, gli lascio un piccolo bacio sulla fronte.


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