59

50 4 1
                                    

Hyulius's pov

-Ruben, ti va di andare insieme per negozi?-.
Gli chiedo mentre lo aiuto a pulire, oggi ha avuto il turno di pranzo e io ho avuto l'intera giornata libera. Accellerare il ritmo del lavoro sta dando i suoi frutti, sono stato premiato con queste ore di pausa. In questi giorni sono riuscito a finire tutte le scartoffie in arretrato, ho anche aiutato alcuni miei colleghi facendo parte delle loro mansioni. Sono più veloce, sì, ma do molta attenzione al non fare errori e mi sta riuscendo bene. È stato stancante, ho speso molte energie e adesso posso rilassarmi con questo scricciolo adorabile.
Ho potuto notare che la mattina viene molta meno gente rispetto alla sera. Meglio così, Ruben non ha avuto troppo da fare e mi ha fatto compagnia durante il mio pasto. Da quando abbiamo parlato sembra essere molto più rilassato e sicuro di sé. Sono contento si sia confidato con me. Mentre lui lavorava ho pensato a lungo a cosa proporre di fare insieme. Tutte le idee mi sono sembrate o esagerate o poco divertenti o poco consone al rapporto che abbiamo adesso. Alla fine ho optato per proporre un'uscita per negozi, qualcosa di semplice e carino.
-Ho bisogno di comprare dei vestiti nuovi e il tuo aiuto sarebbe prezioso, io sono negato in queste cose-.
Questa non è del tutto una scusa, ho davvero bisogno di cambiare il guardaroba. Ho solo maglioni larghi di lana dal colletto alto e tutti sono ormai vecchi, alcuni perfino sgualciti. Se dovessi andare da solo prenderei ancora quelli, invece vorrei cambiare un po'.
-Sì certo, ti aiuterò molto volentieri!- mi risponde mentre trascina il secchio pieno di acqua e sapone, vedendolo in difficoltà glielo sposto io. -Adoro fare compere e vedere i nuovi articoli alla moda. I negozi sono sempre ben forniti-. Vedo i suoi occhi brillare come due stelline.
-Grazie piccino, sarà una giornata fantastica!-.
Pulisco io gli ultimi tavoli lasciandogli così il tempo di cambiarsi. Non trovo giusto lui debba sempre chiudere la mensa andando via per ultimo. Tutti i colleghi e le colleghe che lavorano con lui durante i turni lo lasciano da solo campando le scuse più svariate. Più volte ho pensato di fermarli ed ammonirli con severità, ma tutte le volte Ruben mi ha detto di non farlo. A lui sta bene andarsene per ultimo, farebbe di tutto pur di far stare bene gli altri. È la bontà in persona. A me non dispiace minimamente aiutarlo in queste ultime faccende. Solo che per essere scrupoloso e fare un buon lavoro finisco per essere un po' lento. Una volta aver terminato tutto, Ruben chiude la porta e va a consegnare il mazzo di chiavi. Lo aspetto tenendo il suo borsone con all'interno la sua divisa da cameriera, faccio sempre così per evitare che portarla possa risultare pesante per lui.
-Ti dispiace se passiamo nella mia stanza? Non sono vestito in modo adeguato ad un'uscita serale- mi chiede un po' in imbarazzo e io annuisco senza nessun problema. Al dormitorio rimango fuori dalla porta così da dargli tutto il tempo che gli serve. Mi guardo attorno contando tutte le porte, chissà chi altro abita qui. Mi piacerebbe conoscere altri amici di Ruben.
-Eccomi!-.
Indossa un vestito rosso acceso la cui gonna arriva sotto le ginocchia, l'orlo e il colletto sono decorati di pizzo bianco, le maniche lunghe e strette. I suoi capelli sono in ordine come sempre e fra le ciocche ha fissato un grosso fiocco. Sul lato destro della mascherina sempre rossa c'è la stampa di un piccolo fiore giallo. Infine le sue gambe sono coperte da pesanti calze bianche e ai piedi porta degli stivaletti bassi rossi.
-Come sto?- mi chiede girando su sé stesso.
-Sembri una piccola fragolina- rispondo con un sorriso, lo vedo arrossire.

Il centro commerciale più grande si trova prima del quarto cerchio, una lunga strada piena di negozi e cartelli. Ci sono sia persone sia anime che camminano, chiacchierano e fanno compere. Ruben guarda le varie insegne e alla fine entriamo in un negozio di abbigliamento maschile. Giriamo insieme per i vari scaffali ed espositori. Ruben saltella veloce da una parte all'altra passandomi varie cose fra magliette, polo, felpe e jeans. Io fatico a seguirlo per quanto è veloce, in pochi minuti mi ritrovo tra le mani una montagna di vestiti. Non sono proprio sicuro starò bene con queste cose addosso.
-Dovrei aver preso le misure giuste, però è sempre meglio provarli. I colori scuri ti starebbero bene, soprattutto le sfumature di blu! C'è un colore che preferisci?-.
-Il verde scuro o il blu notte, ma puoi prendermi tutti i colori che vuoi. Mi fido del tuo giudizio estetico-.
Alla fine trova una maglietta blu mare con su una piccola stampa di un coniglietto stilizzato. Saltella da me tenendo la gruccia come se fosse preziosa, gli brillano gli occhi. Non è proprio nel mio stile usare qualcosa con sopra degli animaletti, ma non posso dirgli di no.
-È davvero bellissima, questa la compriamo- gli dico mettendo la maglietta in cima alla montagna.
Il suo grande entusiasmo riesce a contagiarmi e farmi ridere. Noto che ci sono altri tre o quattro ragazzi oltre a noi e tutti loro non sembrano inteneriti come lo sono io. Fulmineo lancio loro svariate occhiatacce finché non tornano a fare gli affari loro. Fortuna che Ruben non si è accorto di nulla.
Quando entro in uno dei camerini ho con me tantissime cose da provare. Con le felpe larghe mi sento a mio agio, un paio sono a tinta unica e altre hanno una fantasia stampata sopra. Con le polo e le magliette a maniche corte non è la stessa cosa.
-Sei sicuro mi stanno bene cose come queste?- gli chiedo uscendo per l'ennesima volta. Ho indosso un paio di jeans chiari e una polo azzurra con ricamato nell'angolo sinistro un libro aperto.
-Certo! Ti stanno a pennello e mettono in risalto il tuo fisico, forse ti ci dovrai abituare-.
-Non ho proprio un bel fisico, sto in ufficio e mi muovo poco. Non sono mai stato un patito della palestra e dei muscoli- commento guardandomi allo specchio. Le polo sono più stette rispetto a magliette e felpe, a primo impatto mi sembrano meno comode. Però mi piace il tessuto con cui sono fatte e adoro il colletto fatto in questo modo. Forse ha ragione Ruben, mi ci devo solo abituare. In un attimo mi sento stretto in un abbraccio.
-Hyuly sei uno scemo, non dire queste cose! Non sono vere, per me sei tanto bello e tutto quello che metterai ti starà bene-.
Queste parole mi scaldano il cuore e mi fanno sorridere come un ebete, è così dolce. Inoltre questo soprannome mi piace molto.
-Grazie piccino, per me anche tu sei tanto bello-.
Alla fine usciamo da lì con un sacchetto pieno di vestiti, lo tengo io visto pesa molto. Tecnicamente quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, eppure non vogliamo tornare indietro. Ci mettiamo a camminare chiacchierando di vari aneddoti successi ad entrambi. Passiamo davanti alle vetrine luminose, entriamo in altri negozi a dare un'occhiata, ridiamo e scherziamo facendo a volte innervosire commessi e commesse. Il pomeriggio vola via sereno e prima di accorgermene gli orologi suonano annunciando l'inizio del tramonto, mi sembrano essere passati solo pochi minuti. Alla fine arriviamo ad una grande pasticceria dalle tinte color panna e un'idea mi viene in mente.
-Ruben, hai fame? Ti andrebbero dei dolcetti?- gli chiedo. Non serve una risposta, glielo leggo negli occhi. Ci mettiamo in fila dietro ad altre persone e quando arriva il nostro turno mi faccio preparare un vassoio con dolci alla fragola, alla crema ed ai mirtilli. Una volta usciti ci sediamo su una panchina più appartata e lontana dal flusso di gente. Come sempre Ruben si gira nascondendosi e mangia i dolci alzando di poco la mascherina. È una piccola pausa e il silenzio non è per nulla pesante, ci rilassa. Una volta finito torniamo a camminare. Essendo calata la notte in superficie, la strada è tutta illuminata da tante luci zrtificiali decorative fissate da dei pali. Fra un negozio di scarpe e uno di mobilia c'è una piccola bottega dall'insegna color viola pastello, nelle vetrine sono esposti tantissimi peluche.
Lo indico per farlo notare da Ruben. -Guarda che cosa carina, ti va di andare a dare un'occhiata?-. Non finisco la domanda che già siamo sulla soglia. Anche le pareti interne sono pitturate di viola pastello e gli scaffali a forma di nuvola sono di color panna. Ci sono peluche di tutti i tipi e misure, anche un paio giganti quanto una poltrona. Tutto è stato sistemato con cura e sono stati creati degli scenari adorabili. Alcuni orsacchiotti stanno prendendo il thé, dei gattini stanno comodi sulla spiaggia, un cagnolino e un coniglietto dormono dentro un letto matrimoniale. Ruben si mette a saltellare trattenendo a stento il suo entusiasmo e corre da una parte all'altra parlandomi di ogni singolo peluche. Sembra aver trovato il suo mondo. Quando trova la zona dedicata al rosa urla con voce acuta e si mette ad abbracciare ogni peluche. Ma quello che lo incanta di più è un pinguino con un avocado sopra la testa, credo se ne sia già innamorato. All'improvviso la sua espressione cambia diventando cupa, posa il pinguino e abbassa lo sguardo.
-Va tutto bene?- gli chiedo.
-Non mi sento più a mio agio, penso ti aspetterò fuori...- mi risponde andando verso l'uscita.
Lo guardo perplesso, non capisco cosa sia successo. Un dubbio mi balena in mente, guardo il prezzo sulla targhetta. Probabilmente Ruben non ha abbastanza soldi per comprarlo, forse lo pagano poco. Si merita tutte le cose più belle del mondo, inizierò con questo piccolo gesto. Vado alla cassa e una volta finito lo raggiungo. Sta poco lontano dalla bottega, guarda a terra e si cinge con le braccia. Senza dire nulla gli avvicino il sacchetto rosa.
-Per te- gli dico con un sorriso.
Lo apre e l'entusiasmo torna sul suo viso. Mi abbraccia di colpo e io ricambio con un braccio.
-Grazie grazie grazie!- mi dice con voce acuta e io gli dedico alcune carezze. Alla fine decidiamo di tornare al Purgatorio, non voglio fargli fare troppo tardi.
-È tanto carino, vero?- mi chiede stringendo a sé il pinguino.
-Mai quanto te, piccino-.

-Mai quanto te, piccino-

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Avviso!

Abbiamo aperto un account su Deviantart a nome de Il Piacere del Peccato. Per chi non sapesse cosa sia Deviantart, questo è un social simile a Facebook dove si possono pubblicare soprattutto disegni. Creare un account è facile e gratuito, vi si può accedere tramite Google o tramite la app apposita. Trovate il link dentro la mia biografia!

Il Piacere del PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora