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Ruben's pov

Avere in bagno una vasca invece di un vano doccia ha i suoi vantaggi. Ti dà la possibilità di stare comodo e di concederti una pausa, un piccolo momento di benessere. La mia vasca è rosa nella parte inferiore ed ha il bordo bianco, è perfettamente in tono col resto dei colori del bagno. È grande abbastanza per farci stare due persone, per me che sono piccolino è davvero comoda. Apro il getto dell'acqua calda e aspetto per qualche minuto che si riempia completamente. Ho tanti saponi di varie fragranze diverse, il mio preferito è all'essenza di rosa ma mi piace cambiare. La mia mano si ricopre di energia azzurra e brillante, la stessa avvolge un flacone viola. Non mi serve toccarlo, usando la telecinesi ne verso il contenuto nell'acqua, un buon odore di lillà si espande per tutta la stanza. È un potere davvero molto utile, anche sul lavoro mi risparmia fatica e tempo. Certo, c'è un limite che non riesco a superare. Non posso sollevare oggetti troppo pesanti, provandoci l'energia traballerebbe fino a spegnersi del tutto. Posso avere al massimo due target alla volta, la mia concentrazione deve rimanere fissa e non dividersi ulteriormente. I miei target devono essere vicini a me, mi esercito ogni giorno ma il mio potere non funziona con oggetti più lontani di due metri. Infine quando sono in gran forza posso addirittura sollevare me stesso viaggiando per brevi distanze senza camminare. Inoltre quando uso i miei poteri i miei occhi rimangono castani. Che io ricordi non sono mai diventati rossi e minacciosi.
Abbasso le spalline del mio vestito celeste e lo lascio cadere a terra, lo metto dentro il cesto dei panni sporchi insieme alle mutandine. Dovrò al più presto andare in lavanderia per fare una lavatrice. Mi avvicino al lavabo tenendo lo sguardo basso così da non guardare lo specchio. Tolgo delicatamente i laccetti dalle orecchie appoggiando la mascherina su un ripiano. Mi lavo il viso e passo sopra la pelle una crema idratante per mantenerla morbida e pulita. Ne metto molta sulla guancia destra dall'orecchio fino all'angolo della bocca e su gran parte del mento. Non mi piace toccare questa zona del viso, ma devo prendermene cura. Ogni volta che tolgo la mascherina mi sento molto vulnerabile, non voglio farmi vedere così da nessuno. Sono orribile, disgustoso, un piccolo mostro. Devo nascondere questo aspetto di me a tutti i costi, metterebbe in ombra la mia bontà e dolcezza. Purtroppo devo togliere ogni tanto la mascherina per lavarmi, per dormire e per far riposare le orecchie. Scuoto la testa, pensare queste cose non mi fa bene.
Dopo aver finito mi immergo dentro la vasca e sospiro sentendo il calore pervadere il mio corpo. Chiudo gli occhi e lascio andare tutte le preoccupazioni e i momenti negativi. Nonostante ci sono ancora persone cattive, a lavoro sta andando bene. Svolgo i miei compiti non dando nessun motivo di lamentele. Tengo pulita e in ordine la divisa da cameriera e mi mostro sempre impeccabile. Non lascio che nessun commento o risatina mi tolga il buon umore, sono sempre cortese con tutti. Molti colleghi mi adorano, ho stretto tante amicizie come ad esempio con Camilla. Altri colleghi invece si approfittano della mia gentilezza e pensano che io non me ne renda conto. Danno per scontati i miei favori e non si chiedono nemmeno se io sono d'accordo o meno. Mi sono trovato più di una volta a dover coprire interamente il turno di un collega lavorando per due persone. E la cosa peggiore è che io non riesco a dire di no, mi sentirei in colpa a non aiutare gli altri. Però sta diventando sfiancante lavorare tanto ricevendo poco in cambio. Spero che seminando gentilezza e affetto un giorno raccoglierò le stesse cose buone.
Sono così rilassato da perdermi nei miei ricordi più belli. Ad esempio i momenti con i miei genitori, per fortuna i loro volti non sono ancora svaniti. Mia madre era una donna minuta dai capelli molto ricci di castano chiaro e gli occhi azzurri. Amava indossare vestiti eleganti in ogni occasione senza alcuna vanità. Le avevano detto di non poter avere figli, per lei la mia nascita era stata un miracolo. Chissà come reagirebbe nel sapere che il suo angioletto è diventato un diavolo, né sarebbe delusa? Mio padre era un uomo slanciato, teneva i suoi capelli castani corti e ben curati. Dai suoi occhi castani sprigionava tanto amore per la sua famiglia, faceva tutto il possibile per non farci mai mancare niente. C'era sempre per me e mi aiutava ad affrontare ogni difficoltà. Entrambi hanno subito accettato la mia natura e hanno lottato affinché io potessi essere me stesso in ogni contesto quotidiano. Già nei primi anni di scuola potevo indossare i vestitini colorati senza venir preso in giro. Ho passato serenamente tutta la mia breve vita grazie al supporto dei miei genitori e a tutti gli amici che mi volevano bene. Non ho un solo ricordo cattivo fino al mio ultimo giorno. Quello vorrei dimenticarlo, ma l'Anniversario me lo farà ricordare per l'eternità. L'unico rimpianto è di non aver conosciuto prima Hyuly, forse quel giorno con lui al mio fianco non sarei morto e saremmo potuti crescere insieme.
Apro gli occhi all'improvviso sentendo bussare alla porta d'ingresso, chi sarà mai?
  -Ruben? Sei qui?- Ma è Hyuly? Oh cielo, che ore sono? Dovevamo vederci al piccolo parchetto non molto lontano da qui. Facendo il bagno ho perso la cognizione del tempo. Esco velocemente dalla vasca e copro il mio corpo con un asciugamano.
  -Sì, entra pure!- urlo per farmi sentire dal bagno.
La porta si apre e Hyuly entra in camera, io rimango in bagno non volendo farmi vedere così. Avvolgo i capelli con un altro asciugamano per tamponare l'acqua.
  -Scusa se mi sono presentato qui- dice lui, sono felice non si stia avvicinando al bagno. -Ma non vederti mi ha fatto preoccupare-.
  -Sono io a doverti delle scuse per il ritardo- gli rispondo dispiaciuto. -Spero di poter rimediare in qualche modo-.
  -Ti perdono solo se mi dai un bacio sulla guancia- scherza lui.
Ridacchio a mia volta intenerito dalla cosa. -Molto volentieri!-.
Indosso la mascherina lasciata sul mobiletto del lavabo così da potermi vedere allo specchio. Mi pettino i capelli, li asciugo usando un phon e li sistemo per bene. Adesso sì che mi sento carino! Però adesso come faccio? Dovrei vestirmi, ma non posso andare di là così, sarebbe molto imbarazzante e potrebbe dargli fastidio. Non ho molte scelte. Mi affaccio quel poco che serve, con una mano tengo l'asciugamano che mi copre a sufficienza per evitare mi cada a terra. Uh, ha messo la maglietta color blu mare con la stampa del coniglietto stilizzato che mi piace tanto. Lo avrà fatto per me come gesto carino? No no, che scemenze sto pensando. A Hyuly piace questa maglietta, per questo se l'è comprata.
  -Posso chiederti un piccolo favore?- gli chiedo. -Mi prenderesti dei vestiti dall'armadio?- ci conosciamo già da un po', conosce i miei gusti.
  -Ma certamente!- mi risponde e dopo pochi minuti si presenta sulla soglia del bagno. Mi porta un vestito verde mela dalle maniche a sbuffo con mutandine e mascherina coordinate e calze lunghe bianche. Divento rosso e mi avvicino per prenderli, ma finisco per scivolare e rischio di cadere. Hyuly prontamente mi stringe a sé evitandolo. Sto stretto a lui e il rossore sul mio viso aumenta. L'asciugamano che mi copriva è finito a terra, sono completamente nudo addosso a lui. Sento la sua mano accarezzare la pelle della mia schiena, è una sensazione bellissima.
  -Oh cielo, che sbadato- ridacchio imbarazzato. -Grazie dell'aiuto-.
  -D-di nulla!- risponde con lo stesso tono. -Non ti avrei mai lasciato cadere-.
Rimaniamo così per alcuni minuti senza sapere cosa fare. Non posso staccarmi, mi vedrebbe completamente nudo. Come potrebbe reagire lui? Come potrei reagire io? Un amico può vederti nudo? Forse non c'è niente di male, Hyuly non è un maniaco. In questi momenti non sta facendo nulla che possa mettermi a disagio o in allarme. La sua mano sta ancora accarezzando la mia schiena senza andare oltre. Eppure non riesco a decidermi, rimango stretto a lui. È solo che così inizio ad avere freddo...
  -Uhm... facciamo così- è Hyuly a rompere il silenzio. -Io adesso chiudo gli occhi e li terrò chiusi finché non uscirò dal bagno così che tu possa vestirsi, va bene? Non ti guarderò, te lo prometto-.
È di parola, mi lascia ed esce senza guardarmi, finisce anche per sbattere una spalla contro lo stipite della porta. La chiudo e mi appoggio ad essa. Sento il cuore correre veloce e delle piccole scariche pervadono il mio corpo. È solo l'adrenalina causata dell'imbarazzo o è qualcosa di più? Come avrei reagito se mi avesse visto nudo?




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