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Gabriel's pov

Sarei dovuto andare a lavorare, ma non avevo voglia di vedere il mio "collega"... è Edwin il diavolo con il quale volevo essere assegnato, non lui, e ogni volta che lo vedo mi irrito. Mi sento come se stesse cercando di prendere il suo posto. Ho cercato di fare passare il tempo e di andare a parlare con Elena, ma non mi permette di avvicinarmi neanche all'ingresso.
  -L'ho fatta grossa...- sospiro appoggiandomi a una delle rocce nel Purgatorio. Anche con Marcus le cose non vanno bene, faccio di tutto per evitarlo... e dire che fino a poche settimane fa lo consideravo tra gli angeli a cui potevo dire tutto, per di più evito allo stesso modo anche Beatrice. Sento che le basterebbe vedermi negli occhi per fare riemergere le mie paure... istintivamente guardo le mie piume, trovandole bianche. Stavolta il sospiro che esce dalle mie labbra è di sollievo.
  -Va tutto bene?-.
Tra tutti questi pensieri non me n'ero accorto, ma un angelo mi si è avvicinato. É una ragazza dalla carnagione scura e gli occhi e i capelli celesti. Perfino il trucco che indossa è dello stesso colore, solo i jeans marroni che indossa e il cappotto rosa che gli arriva alla vita rompono lo schema.
  -Sì, va tutto bene, grazie.-
  -Angela, è successo qualcosa?- Un altro angelo si avvicina, stavolta un ragazzo, anche lui dalla pelle scura ma solo gli occhi e i vari piercing che ha in faccia sono azzurri.
  -Sì scusa, mi era sembrato stesse poco bene.- rispose lei sorridendogli, tornando a guardarmi. -Piacere di conoscerti. Io sono Angela, ma l'avrai capito, e lui è Anthony, il mio ragazzo.-
  -Piacere.- mi sorride l'altro.
  -Io sono Gabriel, molto lieto.-
  -Sicuro che vada tutto bene? Dall'alto mi sembravi un po' giù...- mi chiede nuovamente Angela.
Non me la sento di parlare a degli sconosciuti dei miei problemi, per quanto sembrino di buon cuore. -Sì, sono solo un po' stanco.-
  -Lo capisco amico, avere a che fare con le anime del Purgatorio può essere difficile. E i diavoli non aiutano certo. Io ho appena perso l'anima di un ragazzino.- mi confessa Anthony.
  -Già, può essere difficile avvolte...- Non è esattamente tra le mie preoccupazioni al momento, ma non sto dicendo esattamente una bugia. É davvero difficile a volte, tutto in generale.
  -Sai, quando mi sento così la poesia mi aiuta. Potresti provare a mettere i tuoi sentimenti su carta.-
Rifletto un minuto sulla proposta di Angela, e forse ha ragione. La poesia può essere un modo con cui trasmettere ad Edwin il mio amore! Un largo sorriso compare sul mio volto.
  -Grazie, credo lo farò subito.-
  -Felice di averti aiutato.- Salutandoli entrambi, sperando di poterli incontrare in futuro, spicco il volo allontanandomi tra i picchi che ci circondano. Non voglio mi vedano andare verso l'Inferno, quindi aspetto un po' prima di muovermi. Spero Edwin stia dormendo o sia in bagno, avrà una bella sorpresa più tardi!

Ho perso un po' di tempo a scrivere le poesie, ma ne varrà la pena. Tornando davanti alla porta busso quattro volte.
  -Edwin?- aspettò un po' per vedere se è in camera. Se è occupato proverò a entrare di nascosto, spero solo di non spaventarlo.
  -Non sembra essere in casa.- dico con un sorriso. Mi guardo attorno per assicurarmi non ci sia nessuno, poi apro la porta. Invece Edwin è in stanza, sta alla scrivania e quando sente la porta aprirsi si gira di scatto.
  -Hey Gabriel- mi saluta per poi tornare chino sulla scrivania.
  -Oh! Ciao! Scusami se ti ho spaventato.- dico imbarazzato. Come mai non mi ha risposto? Forse non mi ha sentito? -Che stai facendo?- Chiedo incuriosito.
  -Sto scrivendo delle ricette così da non dimenticarmene. Quando tornerò a lavorare voglio sperimentarle alla mensa- mi risponde.
Un enorme sorriso compare sul mio volto. -Quindi tornerai a lavorare con me anche?-.
   -Sì certo, tra qualche giorno tornerò a svolgere tutti i miei incarichi. Il periodo di malattia è quasi finito. Verrai ad assaggiare ciò che cucinerò?-.
  -Colazione, pranzo e cena! E qualsiasi cosa in mezzo!- Giurerei di avere le ali ai piedi, se non fossero sulla mia schiena. Sono al settimo cielo, ma non devo distrarmi, ho comunque un lavoro da fare. Quatto quatto appoggio un foglio sul cuscino di Edwin, e mi dirigo in bagno. -Mi do una sistemata, se non ti dispiace.-
  -Sì, fai pure-.
Mentre sono in bagno attacco un foglio davanti allo specchio e uno dentro la doccia, sul muro più largo. Dovrebbe notarli facilmente la prossima volta entrerà.
  -Eccomi, scusa se ci ho messo tanto.- dico allegro uscendo dal bagno. Cosa potrei fare ora? Dovrei rimanere e aspettare li noti o andare via e lasciargli la sorpresa? Sinceramente, vorrei non andarmene mai.
Finisce di scrivere l'ultima ricetta e ripone i dieci fogli con cura in uno dei cassetti. -Non aprire l'armadio, potrebbe caderti una pila di vestiti in disordine addosso-.
  -Vuoi che li sistemo?-.
   -Solo se per te non è un disturbo-.
  -Assolutamente no, qualsiasi cosa che ti riguardi è solo un piacere.- Apro l'armadio venendo investito dai vestiti, non mi dispiace, anzi ne sono felice. Hanno tutti il profumo di Edwin. A poco a poco comincio a sistemarli, attaccando poi davanti all'interno dell'armadio un altro foglio. Con questi siamo a quattro, tutte poesie per decantare il mio amore.
  -E questo cos'è?-. Edwin ha trovato il primo foglio! -L'hai... l'hai scritta tu?-.
L'ha letta! L'ha letta! -Sì!- annuisco più volte senza smettere di sorridere. -Ti piace?-.
  -Sì, è davvero bellissima. Ti ringrazio-.
Rimaniamo in silenzio per alcuni minuti, ma non è un silenzio pesante. Sono così felice l'idea di Angela abbia funzionato! Chissà, magari dopo aver letto tutte le poesie aprirà il suo cuore al mio amore!
  -Posso chiederti una cosa?- mi domanda dopo averci probabilmente pensato. -Mi hai visto piangere, mi hai visto distruggermi e mi hai visto imbarazzato. Cosa... cosa pensi di questo altro lato di me? Sei... sei l'unico che mi abbia mai visto così-.
Sento una scarica per tutto il corpo. Sono l'unico. É indescrivibile la felicità sto provando. Cerco però di riprendermi in fretta, mi ha fatto una domanda molto importante.
  -Beh, penso che sia bellissimo, perché tu sei meraviglioso, e ogni lato di te è perfetto.- dico cercando di racimolare tutti i pensieri. Quando si tratta di Edwin sono come un fiume in piena, inesauribile. -Se parli più nello specifico penso di volerti stare accanto, costantemente, e di renderti felice, e di farti sorridere!-.
  -Quindi non ti dà fastidio vedere le mie emozioni? Non vorresti solamente quell'Edwin stronzo e manesco?-.
   -No, io voglio vedere tutto di te. Altrimenti come potrei toglierti ogni dubbio di amarti?-.
Lo sento alzarsi e con molta calma mi abbraccia da dietro affondando nelle mie ali. -Con te non dovrò fingere di essere indistruttibile, grazie-.
Grazie, grazie Signore per questa felicità che mi hai regalato! Sento le piume arruffarsi ma non importa, rimango immobile e appoggio le mani su quelle di Edwin, accarezzandogli le nocche. -Ti amo...-.
Ancora non risponde, ma in questo momento non ha importanza. Lo sento stare meglio, come se grazie alle mie parole un grosso peso si fosse tolto dalle sue spalle. Non trema più nonostante stia così vicino a me, si stringe in modo affettuoso e non disperato. Le cose tra di noi stanno lentamente migliorando.
Rimaniamo stretti l'uno all'altro per qualche minuto, poi Edwin si stacca con gentilezza. Mette la poesia nello stesso cassetto che contiene i fogli resi da me aeroplanini. Sta conservando tutto quello che gli scrivo! Li avrà letti più volte? Avrà pensato a me con amore? All'interno ci trova anche la scatola di cioccolatini che avevo portato insieme al vaso. La tira fuori e si siede di nuovo. -Ti va di mangiarli assieme?-.
  -Certo!- Mi siedo a terra accanto a lui, con le ali che ancora vibrano dall'emozione. Ho dimenticato il sapore del cioccolato, ma spero a lui piacciano. Edwin prende un cioccolatino fondente e lo mangia, poi mi porge la scatola. -Sono buonissimi!-.
  -Sono sicuro hai ragione.- Ne prendo uno anche io, più piccolo rispetto agli altri. Non sento nulla, eppure percepisco comunque la sua dolcezza. Dipenderà sicuramente dal fatto lo sto mangiando con Edwin.
  -Chissà come mai non senti i sapori. Tutti gli angeli non li sentono? O è una cosa solo tua?- Ne mangia un altro.
   -Nessun angelo può sentirli. Non siamo più esseri umani, molte cose di quel mondo non ci riguardano più.- spiego prendendo un altro cioccolatino. -La fame, la malattia, la vecchiaia, la povertà sono cose senza più alcun valore. Pensa al peccato di gola, all'eccedenza di cibo e bevande, perchè dovrebbe esistere nel Paradiso, se non è più necessario nutrirsi?-.
  -È vero, non ci avevo pensato. In effetti ho fatto una domanda stupida-.
Ne prende ancora un altro. Ultimamente mangia davvero poco, vederlo ritrovare l'appetito mi dá sollievo.
  -Qui dipende dal diavolo. Alcuni come me sentono il bisogno di mangiare e dormire, altri ancora una sola di questi due, altri nessuno. Molti diavoli si rifiutano di mangiare e di dormire perché lo trovano inutile. Alla fine siamo tutti già morti, non possiamo mica morire di fame o di insonnia. Io ne ho bisogno e questo non mi dispiace. Più che altro mi piace cucinare per gli altri. Non vedo l'ora di poter cucinare per te-.
  -Non sono domande stupide, alcuni si spaventano i primi giorni che sono in Paradiso.- anche io all'inizio ne ero rimasto spiazzato, ma con il tempo ci si abitua.
  -E io non vedo l'ora di mangiare qualcosa preparato da te.-
  -Grazie di passare il tuo tempo con me, te ne sono davvero grato- si china su di me e mi lascia un piccolo bacio tra i capelli.
Sento le mie guance arrossire. Ho mai smesso di sorridere per tutto questo tempo? Credo di no, è l'effetto che mi fa Edwin. Mi metto a fissarlo senza dirgli nulla, sperando che i miei occhi trasmettino tutto l'amore che provo per lui. Un giorno forse sarò in grado anche di dimostrarglielo. Distogliendo lo sguardo solo per un secondo guardo le mie piume. Sono ancora bianche.
Beatrice ha ragione, non è questo sentimento a fare la differenza, ma quello che ho provato contro Alex... è pericoloso. Non deve mai più accadere una cosa simile. Voglio amare Edwin senza che delle ombre intacchino la purezza di questo sentimento.






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