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Gabriel's pov

  -Tranquillo, non sei l'unico angelo che va all'inferno e le guardie evitano risse contro gli angeli. Inoltre non possono dirti nulla perché sono io, un diavolo, che ti sto portando giù. Quindi sei giustificato-. Mi sorride e poi guarda i pulsanti. -Dunque, la maggior parte dei negozi si trovano prima del girone degli avari-. Clicca il pulsante apposito e l'ascensore inizia a scendere.
  -Grazie.- Sarà un controsenso, ma ancora non capisco perché un angelo vorrebbe andare all'Inferno, quando in Paradiso ha tutto ciò che gli serve. Io ho Edwin, altrimenti non mi sarei mai avvicinato. -Hai già un'idea su quale negozio visitare per primo?-.
  -Possiamo andare nel negozio dove io ho comprato il regalo a Hyulius-. Quando l'ascensore si ferma, lui scende per primo ed io lo seguo tra le vie di quello che è a tutti gli effetti un corso commerciale. -Qua ci sono negozi di tutti i tipi e con tutti gli articoli che si possa volere, anche cibo e snack-. Ci sono sia diavoli sia alcune anime che passeggiano tranquillamente, le si riconosce perché sono incorporee. Praticamente nessuno si accorge di noi.
  -Hyulius? È un tuo amico?- Che nome particolare, però non è brutto. -È molto comodo per voi che avete bisogno di queste cose. Credevo l'Inferno fosse una landa di desolazione infuocata in cui l'unico piacere dei diavoli è fare soffrire la gente. L'ultima cosa mi sarei aspettato era di vedere delle anime.- Provo una forte pena per loro, mi sento come se la mia presenza fosse un gesto di scherno; una speranza irraggiungibile nella disperazione. Cerco di guardarle il meno possibile e di non fare notare troppo le mie ali.
Ruben diventa tutto rosso e guarda da un'altra parte per imbarazzo. -Non proprio, ci stiamo frequentando. O quanto meno ci stiamo conoscendo per recuperare il tempo perso. Sai, in vita ci conoscevamo e lui ha rinunciato al Paradiso per trovarmi-. Si copre il viso e gli ci vuole qualche attimo per riprendersi. -Forse secoli fa era più desolato, ma piano piano sono stati aperti i primi negozi e alla fine si è creato questo corso commerciale. Non è l'unico, ci sono altri posti che si possono frequentare ma questo è il più grande. Anche se non vedremo mai le bellezze del Paradiso siamo comunque felici di vivere qui-. Passiamo vicino a dei gruppi di anime, queste ci guardano e tranquillamente si allontanano senza soffermarsi troppo su di me. -È vero, qua si viene portati per le punizioni e i peccati e questo non è cambiato- continua Ruben. -Le anime possono girare dove vogliono a patto che restino qui nei confini e che a determinati orari tornino nei loro rispettivi gironi. Le guardie si assicurano che esse rispettino queste regole e chi le trasgredisce subisce pesanti limitazioni. Molte di queste anime hanno scelto di stare qui, altre per un motivo o un altro sono state costrette qui. All'inizio si soffre e si desidera altro, ma poi si inizia a stare bene qui-. Alla fine indica un negozio dalle tinte colorate e decorazioni floreali sull'insegna. -Siamo arrivati!-.
  -Sono felice vi siate ritrovati.- Credo capisco Hyulius, se potessi mandare Edwin in Paradiso al posto mio lo farei. È così difficile associare la felicità all'inferno, ma forse dipende tutto dal fatto in paradiso siamo abituati a vederli solo in base alle nostre supposizioni, o ai racconti degli anziani. Tutto può cambiare nel tempo. -Ottimo! Entriamo.-
Ruben apre la porta, una piccola campanella suona segnalando la nostra presenza. Il negozio non è molto grande, ma ben arredato e ben organizzato. Vicino alla porta ci sono un paio di comode sedie, a terra e su tanti scaffali ci sono numerosi vasi colorati sia vuoti sia pieni di tanti fiori diversi. Al bancone c'è un diavolo dai capelli per metà biondi e per metà verdi legati in due lunghe code, gli occhi sono blu scuro e la pelle grigio chiaro. Sopra i vestiti piuttosto semplici ha un lungo grembiule sporco di terra. Sta pulendo e sistemando una composizione quando alza lo sguardo sentendo il suono. -Benvenuti, ciao Ruben. Come posso aiutarvi?- ci saluta cordialmente.
-Ciao Natasha!- ricambia subito lui saltellando verso di lei. -Al mio amico Gabriel serve il vaso più bello che hai!-.
  -Buongiorno.- Saluto gentilmente. Spero non costi troppo... mi dispiacerebbe usare troppo i soldi di Isaac.
Natasha mi fa vedere tutti i vasi vuoti che possiede, di diverse misure e tinte tanto colorate. Alcuni hanno dei fiori disegnati, altri dei paesaggi, altri ancora motivi geometrici e animali carini. -Sono fatti a mano, lavoro la ceramica e la dipingo. Se vuoi una decorazione particolare te la faccio su misura-.
Una decorazione particolare. -Un vaso bianco con la scritta ti amo quanto costerebbe?-.
  -Che cosa tenera!- commenta Ruben alzando un po' la voce, saltella facendo attenzione a non rompere nulla.
  -Visto che sei un nuovo cliente e amico di questo dolce ragazzino, solo per te oggi il vaso personalizzato costa solo 10 Teschi- risponde Natasha con un sorriso, il piccolo diavolo la guarda stupito.
  -Ti ringrazio!- Caspita, prima Ruben, poi Isaac e ora lei, ci sono molti più diavoli gentili di quanto pensassi. -Ruben, a quanto corrispondono 10 Teschi?- Chiedo aprendo il portafoglio di Isaac.
  -Se non erro hanno lo stesso valore di 5 dollari americani, la valuta internazionale dei viventi. Possono essere sia in monete o direttamente in una banconota intera-.
  -Oh, capisco. Ecco qua allora.- Dico porgendo alla donna i soldi.
  -Bene, passate fra venti minuti e tutto sarà pronto!-.
  -Vuoi fare un altro giro?- mi chiede Ruben.
  -Volentieri.- dico aprendogli la porta del negozio. -Secondo te potremmo prendere qualcos'altro per Edwin? Ci sono così tante cose qui.-
  -Certo! Di solito quando sono tanto triste mi compro dei dolcetti, mi aiutano a tirarmi su di morale. Adoro soprattutto quelli alla fragola e alla crema!-.
  -Buona idea, c'è una pasticceria o qualcosa di simile?- mi aspetto di tutto ormai, e in maniera positiva.
  -Ovvio! Ce ne sono due, ti porto in quella dove compro spesso-. Ci vogliono alcuni minuti per raggiungere questa grande pasticceria dalle tinte color panna, ci sono già alcune persone all'interno. -Vuoi aspettare che esca qualcuno?-.
  -No possiamo già entrare.- Non mi dispiace conoscere nuovi diavoli, potrei trovarne altri come Ruben. E infatti dentro alla pasticceria c'è un viso familiare: è Louis, il sostituto temporaneo di Edwin. È un ragazzo dai capelli rossi rasati da una parte, ha il tatuaggio di un cobra sul collo. È seduto ad un tavolo a mangiarsi una fetta di torta alla crema e mirtilli. -Oh, ma tu sei Gabriel, che ci fai qui?- è sorpreso, ma non sembra ostile.
Non posso fare a meno di storcere le labbra. L'ho visto solo una volta, è il diavolo ha sostituito Edwin nei nostri lavori di coppia. Solo questo mi fa sentire un notevole fastidio a stargli vicino, anche se non lo merita, e me ne dispiaccio, ma non posso evitarlo. -Ciao... cercavo un regalo.- Non do per scontato tutti conoscano Edwin, e spero non sia così in effetti. Mi sembra che se conoscesse molta gente io finirei lasciato indietro.
  -Buon per te, ma dovresti anche tornare a lavorare, il Custode è molto infastidito dalle tue assenze ingiustificate. Almeno il tipo che io sostituisco si è messo in malattia, tu che scuse hai?-.
  -Non ne ho.- Sinceramente non mi importa. Edwin ha la priorità. Se tornasse domani tornerei anche io, ma fino a quel momento gli starò accanto.
  -Dovresti parlare col Custode, sai per non avere problemi. Volevo avvisarti prima ma non sapevo dove trovarti-.
  -Vedrò cosa fare. Grazie.- Non sento di avere motivo di andare dal custode. Non ho una scusante abbastanza valida per loro, perciò preferisco aspettare fino all'ultimo.
Passando oltre guardo le varie mensole, trovando una grossa scatola di cioccolatini a forma di cuore. Sono perfetti, ma se non mi entusiasmo è perché ho fretta di uscire per non parlare ancora di lavoro. Ruben non ha parlato durante la conversazione, si è messo in fila e ha comprato un dolcetto alla crema. Lo lascia incartato, probabilmente se lo mangerà dopo. Sorride vedendo la scatola di cioccolatini. -Sono sicuro gli piaceranno tantissimo, sono dolcissimi-. Mi segue uscendo dalla pasticceria.
Una volta fuori lo guardo sorridente. -Grazie, è tutto merito tuo se ho trovato queste cose. Ti ripagherò un giorno.-
  -Ma non serve, ve lo avevo detto che vi avrei fatto da Cupido- risponde arrossendo vistosamente.
  -Ti ringrazio.- È molto gentile, ma spero comunque di ripagarlo in qualche modo. Ormai è passato un po' di tempo quindi, ricordandomi la strada, torno verso il negozio di prima. -Salve, il vaso è pronto per caso?- chiedo gentilmente.
  -Certo!-. Natasha gli passa un pacco regalo incartato da carta bianca e nastro rosso, un grande fiocco chiude il tutto. -Ecco qui, fai attenzione a non romperlo, sarebbe un peccato-.
  -Grazie, farò molta attenzione!- Non vedo l'ora di vedere l'espressione di Edwin, eccitato seguo Ruben per tornare indietro, stringendo il pacco al petto come un tesoro.

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