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Gabriel's pov

É tutto perfetto, assolutamente perfetto!
Edwin è il mio ragazzo, io sono il ragazzo di Edwin.
Io ed Edwin stiamo assieme!
Siamo una coppia! Due amanti!
Siamo innamorati!
Cielo, se non fossi già morto penserei di essere in Paradiso!
Ma che dico, io SONO in Paradiso!
Avere per me l'amore di Edwin è la cosa più bella dell'intero universo.
Dopo la mia confessione dell'altro giorno ho deciso di rimanere qui nella sua stanza, non mi muoverò mai più dall'Inferno.
Certo, andrò a lavorare tra poco, ma sono certo che in un paio di giorni anche Edwin tornerà, ed allora lavoreremo nuovamente assieme, per tutta l'eternità!
Cielo, quanto sono felice, non riesco a contenermi!
Sento il corpo fremermi dalle punte dei piedi fino a quelle dei capelli.
Che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia che gioia!
  -Quanto sono felice.-
Non riesco a trattenermi dal dirlo ad alta voce, spero di non averlo svegliato. Sono rimasto seduto accanto a lui nel letto tutta la sera, accarezzandolo con le piume per scacciare i brutti sogni.
Ogni secondo che passa è sempre più bello, ed io lo amo sempre di più!
Sbadiglia e si stropiccia un occhio
  -Anche io mi sento felice in questo momento-. Si solleva mettendosi seduto, la coperta gli cade sul ventre. Appoggia la testa sulla mia spalla e non smette di guardarmi.
  -Buongiorno pennuto-.
Gli do un bacio sulla fronte, accarezzandogli i capelli.
  -Buongiorno essere più unico, meraviglioso, dolce, perfetto, bellissimo, intelligentissimo, fantastico, insuperabile dell'intera esistenza.- dico sorridendo. -E mi sono trattenuto.-
  -Gnew- si nasconde. -Non esagerare, ho tantissimi difetti. Sei tu quello perfetto qui, non c'è nulla che non vada in te. Mi piace molto la tua spontaneità e la tua ingenuità. Porti sempre serenità in questa stanza-.
  -Io vedo solo la perfezione incarnata.-
Vorrei stringerlo tra le mie braccia e non lasciarlo mai più.
Mai mai mai mai!
Sono molto felice pensa questo di me, e gli do un altro bacio sulla fronte.
  -Magari potrei saltare il lavoro e stare qui con te tutto il giorno.-
Ma Edwin scuote la testa.
  -Ci devi andare, lo sai. Vai a lavoro, fai il tuo dovere per bene e poi torna qui da me. Va bene?-. Si avvicina al mio viso e mi bacia dolcemente. -Quando avrai finito passeremo tutto il resto della giornata insieme-.
Sbuffo, almeno fino a quando non mi bacia, poi torno a sorridere.
Non mi importa di perdere il lavoro, avrei più tempo per vedere Edwin, ma se è quello che vuole allora non ho altra scelta.
Ogni suo desiderio è un ordine.
  -Va bene allora, farò presto.- dico baciandogli la mano, alzandomi per prepararmi.
  -Prima di andare mi dai un abbraccio? Per favore!-.
  -Anche mille.- rispondo gettandomi addosso a lui, avvolgendolo tra le mie ali.
É inutile, non voglio staccarmi da lui! Si appoggia al mio petto godendosi il momento, non riesco ad evitare di sentire il suo bel profumo. Mi dà un altro bacio prima di staccarsi.
  -Buon lavoro, pennuto. Ci vediamo quando torni-.
Lo bacio un ultima volta tra i capelli prima di alzarsi, dirigendomi verso la porta. -A più tardi, ti amo!-
Con un sorriso smagliante esco dalla camera, mi sento come se fossi in Paradiso, non mi importa nemmeno dei diavoli che potrei incontrare qui al loro dormitorio, è tutto assolutamente perfetto!
Appena fuori apro le ali e volo spedito verso il Purgatorio, non mi sono mai sentito così leggero prima d’ora.
Sono il suo ragazzo, ed Edwin pensa al mio bene, altrimenti non mi avrebbe spinto ad andare a lavorare.
Dubito sappia il regolamento degli angeli, ma è molto severo con chi salta dei giorni senza permesso.
Certo, come per i diavoli possiamo saltare dei giorni di lavoro, ma dobbiamo comunicarlo per tempo, esattamente come ha fatto Edwin. Io invece al tempo li ho saltati senza dire nulla a nessuno, ed ho ricevuto un richiamo.
Non è successo niente di grave, ma ora per i prossimi dieci anni non posso più permettermi di fare una cosa simile, dovrò sempre fare sapere i giorni in cui non andrò al lavoro, altrimenti verrò licenziato, e per cinquant’anni dovrò addestrarmi per tornare a lavorare, e non potrò superare l’Eden.
Significherebbe non vedere Edwin per cinquant’anni, non potrei sopportarlo.
Voglio trascorrere ogni secondo della mia eternità assieme a lui.
Quando arrivo vedo che Isaac è già sul posto, e vedendomi mi saluta con un gesto della mano.
  -Ehi splendore, oggi sei raggiante. È successo qualcosa di bello con Edwin?- mi chiede gentilmente.
  -Ci siamo messi insieme!- esclamo incapace di contenere l’emozione. 
È la prima persona a cui lo dico, in realtà avrei voluto che il primo fosse stato Marcus, o Beatrice, ma non sono certo avrebbero reagito bene… Marcus odia i diavoli, e Beatrice sa delle ali… almeno Isaac mi sorride, sinceramente felice per me.
  -Ma è grandioso! Dopo il lavoro andiamo a bere qualcosa!-
In realtà volevo tornare subito da Edwin, per questo sono venuto qui di corsa, ma non voglio essere troppo brusco nel dirglielo. -Tranquillo, non serve…-
  -No signore! Bisogna festeggiare il vero amore!-.
Vero amore… amore… amore! Oooh, mi si riempie il cuore di gioia, sì, io ed Edwin siamo innamorati. 
  -Magari dieci minuti posso trovarli… se finiamo in fretta.- cedo addolcito dai pensieri che mi attraversano la mente.
  -Vuoi fare come l’ultima volta? Ti lascio l’anima?-.
  -Sarebbe il modo più veloce per concludere, però mi hai già fatto questa cortesia, quindi stavolta prendila pure tu.- 
Un po’ per uno mi sembra la scelta più equa, in ogni caso l’importante è finire in fretta.
Insieme andiamo dal Custode, che ci consegna i dati dell’anima. Io non la leggo nemmeno, tanto non la prenderò, e seguo Isaac alla sua ricerca.
Dopo pochi minuti che siamo in volo si ferma, indicando un punto sotto di noi.
  -Eccola.- 
Aguzzando la vista vedo una piccola anima seduta per terra. È una bambina, che avrà a malapena dieci anni.
Isaac mi guarda alzando il pollice.
  -Non avvicinarti troppo, altrimenti potresti confonderla.- 
  -A-aspe…-.
Non faccio in tempo a fermarlo che è già sceso.
Oh accidenti… è solo una bambina… ma ormai ho detto che gli avrei lasciato l’anima di oggi…
Mi guardo attorno a disagio, planando lentamente in un punto lontano dai due.
La sento piangere, sicuramente è terrorizzata.
  -Ehi piccina, va tutto bene?- la voce di Isaac è gentile e rassicurante, mi sporgo da dietro la roccia oltre cui mi nascondo, vendendo che si è inginocchiato accanto alla bambina.
  -D-dove sono i-i miei genitori?-
È veramente piccina… perché una bambina deve trovarsi qui?
Oh, povero angelo…
  -Vieni con me, sono sicuro che troveremo i tuoi genitori.-
Isaac le porge la mano, e lei lo fissa in silenzio. Sento lo stomaco attorcigliarsi guardandola, è impossibile una creatura tanto innocente possa avere compiuto un qualsiasi peccato in vita, ma… voglio tornare da Edwin il prima possibile.
La piccola prende la mano di Isaac, mi volto poco prima che sparisca, non riuscendo a reggere il senso di colpa.
Forse starà bene, anche Mary è una bambina, ed è all’Inferno.
Starà bene… sicuramente.
  -Grande! Andiamo a farci una bevuta!- esclama Isaac battendo le mani. -Conosco un posticino niente male.-
  -Va bene…-.
Cerco di non guardarlo, probabilmente non ha una buona opinione di me in questo momento… che razza di angelo lascerebbe in questo modo l’anima di una bambina?
Se potessi tornare indietro nel tempo di una decina di minuti, accetterei la proposta di Isaac di lasciarmi l’anima.
In silenzio lo seguo fino a tornare nei dintorni del loro dormitorio, raggiungendo l’ascensore che permette solo ai diavoli di passare.
Essendo assieme a lui non dovrei avere problemi a seguirlo, e di fatti entriamo cominciando a scendere.
  -Non preoccuparti, ci fermiamo subito. Voglio solo evitare i posti più mainstream. Solo perché sono i più famosi non vuol dire siano veramente i migliori.-
La cosa non mi tocca più di tanto, anche in vita non ho mai bevuto nulla.
Isaac mantiene la sua parola, e dopo pochissimo usciamo dall’ascensore, camminando tra le strade dell’Inferno.
Ci sono già stato con Ruben, ma al tempo non ho prestato molta attenzione ai dettagli. 
L’intera area è scavata nella roccia, e le uniche fonti di luce vengono da delle fiammelle sparse in giro. Per certi versi le varie strutture mi ricordano il mondo umano.
Non deve essere facile vivere qua sotto, capisco perché Edwin stia nel dormitorio.
  -Eccoci arrivati, prego.- 
Isaac si ferma di fronte ad un piccolo bar, aprendo la porta per me. L’interno è piuttosto angusto, dagli spogli muri rossi ed il pavimento in legno, e ci sono vari diavoli che appena entro mi fissano minacciosi.
Un paio si sono già alzati, ma si fermano quando entra anche Isaac. -Buoooon giorno gente!-
Nessuno risponde, ma tutti smettono di fissarci. 
Evidentemente lo conoscono, e non vogliono creare dei guai di fronte ad un loro amico.
Sinceramente durante tutto il tragitto ho spento il cervello, ma ora mi rendo conto di quanto io sia in pericolo.
Sono all’Inferno, circondato da diavoli. Potrebbero aggredirmi da un momento all’altro, solo per il gusto di farlo.
Per fortuna c’è Isaac con me.
  -Barista, due bicchieri di assenzio.- dice andandosi a sedere sul bancone. 
Il diavolo dall’altra parte annuisce, e ci da subito un paio di bicchieri.
Isaac alza il bicchiere di fronte a me. -Alla salute, ad una lunghissima storia d’amore.-
  -Alla salute…-.
Mi sforzo di sorridere ed assieme brindiamo. Mando giù il primo sorso di alcolico, ma non sento alcun sapore, solo un forte pizzicore alla gola ed alla bocca.
Isaac l’ha già finito. -Niente male eh?-.
  -Non saprei, noi angeli non abbiamo il senso del gusto.-
  -Stai scherzando?!- risponde lui spalancando gli occhi dalla sorpresa. -Quindi l’alcol non ti fa effetto?-
  -Credo di sì, ma non sento il sapore.-
  -Che senso ha? Ti puoi ubriacare ma non senti niente. Sei come un pinguino, hai le ali ma non puoi volare.-
  -Sì, forse hai ragione, ma dopo tutto non siamo più umani. Perché mantenere qualcosa che in fondo non ti serve?-
Tendiamo spesso a dimenticarlo, ma il nostro mondo non è più quello mortale. Non ci sono le stesse regole, le stesse logiche. Tutto appartiene al passato ormai.
  -Allora sono felice di essere finito qui sotto. Lassù sembra una vera noia, ma non sarebbe male poterlo visitare un girono. In ogni caso, menomale che puoi ubriacarti, ti si leggeva in faccia che ne avevi bisogno.-
  -Perché?- gli chiedo sorpreso.
Credevo che avesse capito sono felice ora che sono il ragazzo di Edwin.
  -Per la bambina. So che non è stato facile per te…- abbassa gli occhi sul bicchiere vuoto. Ha un’aria così triste adesso. -Mi dispiace, ma è il nostro lavoro.-
Il peso di quello che è successo torna a colpirmi come un macigno. Fisso il contenuto del mio bicchiere, e riprendo a bere. -Non è stata colpa tua. È il nostro lavoro.-
Rimaniamo in silenzio per un po’, poi Isaac mi mette una mano sulla spalla, e mi guarda dritto negli occhi. -Ti prometto che la troverò, e mi prenderò cura di lei.-
Un sospiro mi sfugge, ma mi sento sollevato. 
Più lo guardo, più so che sta dicendo la verità. 
Anche io gli metto una mano sulla spalla, annuendo. -Grazie.-
Non importa se la maggior parte dei diavoli sono dei mostri, ce ne sono anche di buoni, come Isaac e Gabriel, ed è questo a fare la differenza.
Ora che mi sono tolto in parte questo peso, posso tornare dal mio amato.



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