73

33 4 1
                                    

Edwin's pov

Nel torpore del sonno mi sento accarezzare delicatamente i capelli.
-Buongiorno Edwin... hai dormito bene? Ti disturbo?-.
Mormoro qualcosa di incomprensibile e mi giro verso di lui, ho ancora un occhio chiuso e un'espressione assonnata.
-No, non disturbi mai. Ho dormito meglio del solito-.
Ultimamente i miei sogni sono meno inquieti del solito, per quanto restino comunque tristi e deprimenti. Alcuni giorni non ho fatto altro se non stare a letto a piangere consolato da Gabriel, altri li abbiamo passati a giocare a carte, altri ancora a parlare per ore. È davvero un gran sollievo essere sempre me stesso con lui, mi sta aiutando molto a recuperare i miei pezzi. Ogni tanto riesco a farmi abbracciare e coccolare seppur per poco, finché non mi sento male e devo necessariamente staccarmi. Gabriel mi dice spesso che non dovrei sforzarmi, ma darmi tempo. Ha certamente ragione, cercare di affrettare i tempi non porterà nulla di buono. Devo darmi tempo.
-Devi già andare, vero?- mi metto seduto lasciando cadere le coperte sul materasso.
-Purtroppo sì... ma tornerò presto, te lo prometto.- Mi dice annuendo, divento rosso per la sua risposta.
Mi sistemo i capelli arruffati a causa della dormita, sbadiglio e stiracchio le braccia. Vorrei tanto rimanesse qui con me, ma so che non può saltare ancora giorni senza un motivo.
-Faccio una rapida doccia, poi sarà meglio che vada.- dice tristemente.
-Ti aspetterò qui. Fai pure, usa il mio bagno come se fosse il tuo-.
Nel mentre io mi rimetto sotto le coperte, il calore che contengono è piacevole. Stringo a me il cuscino realizzato con le sue piume, chissà se ha ancora il suo odore. Chiudo gli occhi e ripenso a quelle sere passate a dormire sul suo petto, quanto era bello. Che stupido sono stato, stavo così bene eppure dovevo sempre rifiutarlo, dovevo sempre essere aggressivo e idiota. Invece adesso darei qualunque cosa per riuscirci di nuovo. E c'è anche un altro problema.
A volte quando sto molto meglio penso a come sarebbe andare oltre dei semplici baci, farmi travolgere dalla passione senza dubbi o paure. Lasciarmi spogliare, toccare, fremere e gemere sotto i suoi gesti. Unirmi a lui, provare sensazioni ed emozioni mai vissute. Vedo Gabriel provare piacere con me, apprezzare il mio corpo, vedermi sexy, essere fiero di me. Lo rivedo senza camicia e sento il mio viso andare a fuoco. Sarebbe bello stare sotto di lui, raggiungere l'apice insieme. Venir sporcato da lui senza provare orrore e ribrezzo, ma serenità.
Ma poi ci sono quei momenti terribili in cui sto davvero male, in cui vorrei solo sparire, in cui sento addosso la presenza di Alex. Gabriel potrebbe pensare che sotto sotto mi sia piaciuto, potrebbe provare ribrezzo nel vedermi nudo. Ho paura che ogni volta che mi guarda mi veda con Alex. Potrebbe fargli schifo toccare qualcosa usato da altri. E se non dovessi aprirmi sessualmente con lui potrebbe stufarsi e abbandonarmi per sempre. Sono sempre queste le ombre che mi perseguitano e mi dilaniano con le loro lame. Queen mi ha detto che non spariranno mai del tutto, dovrò conviverci e affrontarle per non farmi sopraffare da loro. Ha ragione, non dovrei chiudere il mio cuore nei confronti di Gabriel, dovrei affrontare queste ombre con lui. Solo non so come cominciare il discorso, ci penserò.
Mi sento comunque un ingrato, lui sta facendo moltissimo per me e io come lo sto ripagando? Lo ringrazio, riesco a dargli piccoli baci e pochi abbracci, ma so che non è abbastanza. Si meriterebbe molto di più di semplici effusioni. Forse dovrei concedermi a lui anche se sto male, anche se ho paura. Mi do un piccolo schiaffo sul viso, sono un idiota. Non devo pensare a queste cose, Gabriel non è Alex e non mi forzerebbe mai a fare qualcosa.
Gli farò un regalo, ho deciso! Annuisco alla mia stessa idea. Magari potrei cucinare i miei piatti migliori, ma lui non ne sentirebbe il sapore. Un peluche? No no, che se ne fa? Dannazione, è difficile. Cosa potrei regalare a qualcuno che potenzialmente può avere tutto in paradiso? Ci dovrò pensare attentamente.
Lo vedo uscire dal bagno, ha ancora i capelli umidi ed arruffati. Mi piacerebbe molto tenerli tra le dita, sentirne la morbidezza, ma non voglio dargli fastidio
-Scusa se ci ho messo molto.- dice guardandomi. -Adesso vado, tornerò presto. Ti amo!- .
-Buon lavoro e fai attenzione, io ti aspetterò!- urlo, ma lui esce dalla porta talmente in fretta da non riuscire a sentire le mie parole. -Credo di amarti...- aggiungo quando ormai è troppo lontano.

Il Piacere del PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora