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Edwin's pov

Stringo a mia volta la sua mano, accarezzandogli il palmo con il pollice. Con lui sto molto meglio rispetto agli altri diavoli, Mary esclusa ovviamente.
  -Stringo troppo?-.
  -No affatto, mi piace.-
Menomale.
Comincio a volare in giro tenendo un ritmo adeguato in modo da non doverlo tirare.
  -Se vuoi ti insegno a fare le capriole in aria-.
  -Se cadrò mi prenderai?- mi chiede ridacchiando.
  -Certo- gli rispondo, serio.
  -Allora con piacere maestro.-
Rido e gli faccio vedere più volte come fare una capriola, anche a rallentatore.
  -Il segreto è lasciarsi andare senza pensare, concentrati solo sul vento e nient'altro. Su, prova-.
I suoi primi tentativi non vanno proprio benissimo, resto sempre attento in modo da afferrarlo ogni volta rischia di cadere. A volte la sua goffaggine mi fa ridere, ma senza cattiveria. In questo momento è proprio bello passare il tempo con lui.
Ma si sa: le cose belle non durano a lungo. Eccoli due brutti piccioni avvicinarsi con le loro arie da superiori e lenzuola come vestiti, che pagliacci.
All'inizio rimango in silenzio mentre li vedo dare aria alla bocca, ma la rabbia inizia a salire lentamente dal mio petto fino a ribollire ed esplodere. Non possono trattarci così!
  -Vi da fastidio che stia vicino a me?-. Adesso non riesco a stare zitto e a stento riesco a stare fermo. Chi cazzo si credono di essere questi due per sputare sentenze come se fosse veleno?
  -Cos'è, pensate che ho la peste? Se è così potrei contagiare voi!-.
  -Sei un diavolo, tutto ciò che sai fare è corrompere e distruggere.-
  -Aspettate questo non è vero, Edwin è buono.-
Lo guardo sorpreso, non ci credo che glielo abbia detto. Io poi ho ancora seri dubbi su questo, non mi definisco poi così buono
  -Allora perchè non è un angelo?-.
Questa effettivamente è una bella domanda a cui risponderei insultando il bastardo uccellaccio che mi ha lasciato ai diavoli!
  -Non possiamo fare di tutta l'erba un fascio.-
  -Molto bene, suppongo allora che questo diavolo non ti abbia mai fatto del male giusto? Come picchiarti a sangue.-
Mi mordo un labbro maledicendomi per la milionesima volta. L'ho picchiato e anche ingiustamente. Anche quando era in bagno con me e voleva aiutarmi gli ho lanciato la bottiglia dello shampoo addosso.
  -Non importa, i nostri corpi sono immortali.-
Mi sta ancora difendendo dopo tutto quello che ho fatto? Perché lo fa? Perché vuole difendere qualcosa di sbagliato?
  -Ma ciò prova ciò che è.-
Stringo i pugni, ma alla fine questo tipo ha ragione. L'ho picchiato, io non sono buono ma sono un dannato e basta. Non c'è altro da dire, anche il pennuto ormai sta zitto.
  -Andiamo Gabriel.-
Con queste ultime parole i due pennuti pomposi si girano volando verso il Paradiso, prima di andare Gabriel mi sorride ancora.
  -Non ascoltarli, a più tardi.-
Non dico niente, me ne volo via e basta, senza guardarmi indietro. Alla fin fine hanno tutti ragione, hanno tutti visto solo il marcio in me. Io sono marcio. Ha passato una settimana con me e l'ho pure messo nei guai, forse dovrebbe smetterla di cercarmi.
Senza rendermene conto finisco per prendere l'ascensore e immergermi nel cono rovesciato dell'Inferno. Mi faccio un giro vedendo Caronte e altri a lavoro. Forse potrei parlare un po' con il maestro per cercare conforto. Lo cerco per un po' e quando lo trovo atterro vicino a lui.
  -Hey Flegiàs-.
  -Edwin, vedo che stai bene finalmente- mi abbraccia per salutarmi e mi sorride rincuorato.
  -Si, l'Anniversario è finito-.
  -Mary mi ha detto che un tuo amico ti ha tenuto compagnia per tutto il tempo- mi guarda intensamente come se riuscisse a vedere dentro di me. Mi gratto la testa, sospirando.
  -Già...-.

Gabriel's pov

Le prime volte mi destabilizzo rischiando di perdere l'equilibrio, ma lui è intervenuto sempre per aiutarmi.
Non è affatto facile come sembra, tendo sempre a destra o a sinistra.
  -Quanto ci hai messo per imparare?- gli chiedo dopo l'ennesimo tentativo fallito.
  -Un paio di giorni- mi risponde lui gonfiando il petto con fierezza.
  -Così poco? Credo che a me serviranno mesi.-
La cosa non mi sorprende, ma ci metterò davvero tanto.
  -Nessuna fretta- fa spallucce, avvicinandosi a me.
  -Fino a quando tu ci sarai non ho problemi ad aspettare.-
  -Io ci sarò ogni volta che vorrai-.
Prima che io possa rispondere vedo in lontananza due figure avvicinarsi.
Sono degli angeli superiori, facilmente riconoscibili dalle gigantesche ali e dalle toghe bianche, entrambi portano al collo un crocifisso e tengono tra le mani dei lunghi bastoni alle cui estremità pendono delle boccette d'acqua santa. Subito mi fermo in attesa che arrivino.
Edwin segue il mio sguardo, lo vedo spostarsi di poco da me. Sembra anche piuttosto irritato.
  -Gabriel.- mi chiama il primo angelo, io rispondo con un cenno della testa rispettoso. -Non abbiamo avuto vostre notizie da molti giorni, perchè vi siete assentato?-.
  -Vi chiedo di scusarmi, sono stato in compagnia di questo diavolo e mi è passato per la testa.- rispondo in modo sincero. Loro guardano Edwin per un attivo con fare superiore, ma poi tornano a guardare me.
  -Perchè mai dovresti stare in compagnia di un diavolo? Sono esseri arroganti ed aggressivi.-
  -Mi interessa.-
I due mi guardano in una maniera strana, come se pensassero sia pazzo o altro.
  -Devi tornare in Paradiso ora.-
  -Certamente.-
Mi giro verso Edwin sorridendogli cercando di addolcire quel suo sguardo infuocato.
  -Continueremo più tardi le acrobazie?- gli chiedo, ma non viene data a Edwin l'opportunità di rispondermi.
  -Gabriel, smettila di mischiarti a loro, l'unica cosa che potrai ottenere sono le ali nere.- Il mio sorriso si incrina, ma non di tanto.
A ribattere però è Edwin, la sua rabbia è esplosa. Ad un primo sguardo sembra stia difendendo solo sé stesso, ma in realtà sta parlando per entrambi.
  -Aspettate questo non è vero, Edwin è buono.-
  -Allora perchè non è un angelo?-.
Questa domanda non la trovo giusta, non è colpa di Edwin se è finito dove non avrebbe dovuto. Se solo potessi spiegare l'accaduto potrebbero cambiare idea su di lui.
  -Non possiamo fare di tutta l'erba un fascio.-
  -Molto bene, suppongo allora che questo diavolo non ti abbia mai fatto del male giusto? Come picchiarti a sangue.-
  -Non importa, i nostri corpi sono immortali.-
Non mi importa se all'inizio mi prendeva a calci, adesso lo conosco meglio e lui si comporta diversamente con me. Non posso dimenticare cosa c'è stato.
  -Ma ciò prova ciò che è.-
Inutile, non mi ascoltando. Non è un problema, non possono obbligarmi in alcun modo né rinchiudermi nella mia stanza. Io voglio vedere Edwin.
  -Andiamo Gabriel.-
Con queste ultime parole i due angeli si voltano volando verso il paradiso, prima di andare rivolgo ad Edwin ancora un sorriso.
  -Non ascoltarli, a più tardi.-

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