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Edwin's pov

Sbuffo in malomodo e rallento un po' in modo che mi possa raggiungere. Non ho proprio voglia, lo faccio solo perché entrambi dobbiamo presentarci davanti all'anima.
Non lo guardo e non gli parlo, lo ignoro completamente. Può tentare quanto vuole, non riuscirà a cavare il ragno dal buco.
Tengo lo sguardo fisso davanti a me in un punto imprecisato perdendomi nei miei pensieri. Devo stare molto attento e fare in modo di finire in fretta, ho bisogno di dormire. Sono già molto stanco.
Finalmente individuo la mia prossima vittima, farò capire al pennuto che è meglio lasciarmi in pace.
Atterro nel mio solito modo e mi metto a correre verso di lui, gli occhi sono ancora rossi e minacciosi. Come speravo riesco a spaventarlo, è un uomo sulla cinquantina con pochi capelli ormai rimasti in testa e un po' di barba a coprirgli il mento. Cerca di allontanarsi e io mi avvicino lentamente, passo dopo passo.
  -C-chi sei?! Stammi lontano, mostro!-
Oh, sono un mostro per lui. Be', suppongo abbia ragione in fin dei conti. Ed è ciò che voglio.
  -Io sono Edwin, il diavolo bastardo che deciderà cosa farne di te-.
Sta tremando, io continuo a guardarlo in modo minaccioso.
  -Io sono Gabriel, l'angelo che la potrà accompagnare durante il suo duro percorso se vorrà seguirmi.-
Adesso il tipo sta guardando in un'altra direzione, ma io non ho intenzione di fare lo stesso.
  -Su, non perdiamo tempo, raccontaci la tua stupida vita e facciamo in fretta- dico scocciato e spazientito. Dopotutto i convenevoli sono finiti.
  -Io ho ereditato l'azienda di mio padre, mentre mio fratello non ha avuto neanche un centesimo. Mio padre sapeva che lui non sarebbe mai stato in grado di mantenere ciò che negli anni si era costruito. Ho continuato con parsimonia ad accumulare ricchezze e non le ho mai spese, non mi sono mai sposato e non ho avuto figli. La mia vita si è sempre concentrata interamente sui miei averi, nient'altro. Ho evitato qualunque cosa pur di non sperperare la mia roba e non l'ho mai condivisa. Mio fratello si è ucciso a causa dei molti debiti, mi aveva chiesto aiuto e io ho rifiutato, perché dovevo accettare di aiutarlo? Erano i miei soldi. I suoi figli si sono voluti vendicare, mi hanno derubato di tutti i miei averi e mi hanno ucciso. Vi prego, aiutatemi, la vittima qui sono io-
Okay, questo tipo mi fa molto più schifo del previsto.
  -Buon uomo, la vittima non sei tu, hai sbagliato a non aiutare il sangue del tuo sangue. Avresti dovuto far qualcosa, non saresti finito qua altrimenti. Accetta i tuoi sbagli e chiedi perdono a chi hai fatto del male, se lo farai io ti condurrò nell'alto dei cieli dove non ci son ricchezze a dividere. Bada però, dovrai esser sincero perchè al Signore non si può mentire, se anche solo ci proverai dovrai rispondere di punizioni ben più dure.-
Non ci posso credere. Davvero? Farla passare liscia ad una persona così disgustosa con un colpo di spugna? È questa la giustizia divina? Ha lasciato morire suo fratello e chissà quanto altro schifo avrà fatto.
Stringo i pugni cercando di rimanere il più calmo e distaccato possibile. E mi ci vuole tutto l'autocontrollo che non credevo nemmeno di avere.
Se un giorno il bastardo che mi ha ucciso sarà qui al mio cospetto, non ci saranno scuse, nè paradiso e pace. In qualche modo pagherà per il male che ha fatto alle mie sorelle. Non se lo meritavano. Di me non mi importa, ero già un diavolo prima, un qualcosa nato per sbaglio.
Abbasso lo sguardo, restando in silenzio.
Dov'è la giustizia?

Gabriel's pov

Guardo l'uomo senza smettere di sorridere, mi fa molta pena abbia vissuto una vita così misera e solitaria.
Gli averi non provano alcun sentimento, non si interessano di chi li possiede. Non danno alcun gesto di affetto, alcun supporto nelle situazioni difficili. Non ti parlano né ti ascoltano, non ti fanno trovare un piatto caldo a tavola una volta tornato a casa. Accumulare per il puro gusto di farlo senza usarli in modo costruttivo non serve a nulla. Non riempiono il vuoto, ma lo accrescono sempre di più.
La storia del re Mida non ha ancora insegnato nulla all'essere umano?
Guardo anche Edwin che tenta di mostrarsi ancora più cattivo, ma non mi può ingannare a lungo.
Mi affianco a lui sorridendogli gioiosamente, anche con gli occhi rossi è sempre Edwin. Mi ha perfino aspettato per volare assieme a me, quindi mi ha dato modo di avvicinarmi. Ne sono veramente felice anche se continuo a distrarmi sul lavoro.
  -Il tuo dio mi darà ciò che era mio? Se si inizierò a pregarlo adesso e pregherò anche te, creatura divina e bellissima-
L'uomo striscia verso di me con un finto sorriso tra le labbra. Che voglia adularmi per avere la salvezza?
  -Per favore, io non ho fatto nulla di male. Non è colpa mia se mio padre ha dato tutto a me e mio fratello è un inetto come tutti quelli che buttano i loro soldi. Erano miei, di mia proprietà, non avevano nessun diritto di chiedermeli. Voi creature divine sapete fare di tutto, crederò e dirò sempre le preghiere. È questo che volete no?-
In un attimo Edwin si para davanti a me e tira un calcio in faccia all'uomo facendolo cadere a terra.
  -Stai lontano- gli ringhia contro.
  -Mi dispiace, hai toccato il diavolo, perciò sei destinato a lui.- dico alzando le spalle in segno di resa, sorridendo.
  -Non avresti ricevuto niente di materiale, ma saresti stato felice spiritualmente. La tua anima cieca però vuol solo vedere il meglio per sè. Noi non vogliamo ciò che credi tu, hai sprecato la tua opportunità.-
Invidio l'anima in questo momento, avrei voluto avere io quel contatto, ma Edwin mi ha difeso.
Arrossisco allargando il mio sorriso.
  -Mi hai dato un altro motivo per credere tu sia ciò che penso Edwin.-
Non mi importa di aver perso l'anima, non sarebbe mai riuscito ad arrivare in paradiso comunque.
È un vero peccato certe persone non capiscono quando sbagliano, che testardi.






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