20

250 18 3
                                    


Edwin's pov

Lascio l'onore di aprire le porte della mensa a Ruben, quel vestito gli sta davvero bene. Si vede che si sente più a suo agio in questi panni, spero solo non riceva troppe occhiatacce. Nessuno ha il diritto di trattarlo male e costringerlo ad essere ciò che non è. Tengo d'occhio anche Queen per evitare si distragga dai suoi compiti. Sono stato chiaro, non potrà andarsene finché non avrà finito.
Io resto dietro al bancone pronto a servire gli altri. Mi sento fiero di me, ho fatto un buon lavoro.
In pochi minuti la stanza comincia a riempirsi di persone, ognuno prende posto e alcuni già prendono i vassoi. Non ci sono solo diavoli i cui lavori riguardano il purgatorio, ma molti provengono dai gironi infernali. I primi che riesco a notare sono tre tipi con addosso dei camici, non li ho mai visti prima e uno di loro ha degli strani capelli blu. Non saprei dire di cosa si occupano, però credo sia qualcosa legato a scartoffie da smaltire. Un altro gruppetto cattura la mia attenzione: hanno tutti una divisa viola ornata con ricami dorati e tre fiamme rosse cucite a sinistra. Sono guardie degli inferi, una squadra speciale incaricata di far mantenere le regole. È raro vederli qui se non per affari lavorativi. Dietro il loro arrivo c'è sicuramente lo zampino di qualcuno di mia conoscenza, ma al momento non lo vedo.
Anche Alex non c'è, probabilmente non ha ancora finito di lavorare. È stato assegnato anni fa al mio stesso incarico. Ho sentito dire è abile ad attirare le anime dalla sua parte. Ognuno ha i propri difetti, ma il suo modo di operare non fa di lui un cattivo amico. Perfino Gabriel è in ritardo, forse altri angeli lo hanno bloccato e gli stanno impedendo di arrivare qui. Pazienza, sarà per un'altra volta.
Sto pensando ancora a ieri sera e di come ho dormito bene. Ho provato una strana sensazione ad averlo così vicino a me. Mi chiedo se vorrò ripeterla di nuovo in futuro. A pensarci adesso, lontano da quelle coperte intrise del suo calore, sicuramente è stata una mossa azzardata. È ancora presto per un tale avvicinamento.
-Fratellone stai pensando ancora al tuo angelo?-
Mary mi guarda con un piccolo sorriso, è davanti a me col suo vassoio e dietro di lei si è formata una lunga fila in attesa. Forse è meglio non pensare a lui in questo momento.
Queen vedendo la confusione decide di mettersi dietro al bancone con me, lei ha un'espressione più maliziosa della bambina.
-Piantatela- ribadisco evitando di guardarle. Mi limito a servire le due porzioni a Mary e senza farmi vedere le sussurro -Avvisami quando arriva Gabriel-.
Lo aspetterò, sì, ma non posso fermarmi a pensare a lui e lasciare tutto il lavoro agli altri. Vedo Ruben correre da tavolo in tavolo a raccogliere quello che veniva lasciato, a pulire e portare le stoviglie sporche in cucina. Anche Queen si sta dando da fare per far scorrere la fila, non l'avevo mai vista così. Non posso non essere da meno.
E mentre rifornisco di cibo il bancone sento qualcuno picchiettare con le dita, mi da un po' fastidio. Che gli costa aspettare un paio di minuti?
-Hai uno snack per me?-
Alzo lo sguardo e gli sorrido, non poteva non essere qui. Può sembrare innocuo, ma non è da sottovalutare. È il capo delle guardie, lo si nota dalla divisa blu scura con una sola fiamma azzurra cucita.
-Certo, non potevo dimenticarmi del mio maestro-.
Recupero uno dei tanti sacchetti che ho preparato e tenuto con cura, dentro ci sono dei sottili peperoncini rossi.
-Grazie, sei un bravo figliolo!-.
Gli occhi dorati di Flegiàs brillano ancora di più, sono i suoi preferiti. È un onore servirgli da mangiare, sono contento di vederlo ancora. Inizia a sgranocchiarli e con un cenno della mano allontana, ma rimane dentro la mensa.
Dietro di lui Caronte mi sorride salutandomi. Ha l'aspetto di un albino molto scocciato che non dorme da molti anni. Effettivamente non penso abbia molto tempo libero dato il suo compito.
-Hey amico, come te la passi?- mi chiede dopo aver riempito il vassoio.
-Bene credo, almeno spero. Diciamo che stanno cambiando alcune cose e non so se definirle positive o meno- non credo sia il momento né il luogo per parlare di argomenti così delicati. -Tu invece?-.
-Ah il solito. Traghetto le anime per portarle a Minosse, un lavoraccio. Sono indisciplinate, litigano, sbraitano tra di loro, alcuni cercano anche di scappare. Spesso per mantenere l'ordine devo impormi su di loro, devo farmi rispettare-.
-Cavolo, ti servirebbero proprio delle ferie- mi sento fortunato a non fare qualcosa di così pesante.
-Fortunatamente di recente mi è stato affidato un assistente, almeno posso prendermi delle piccole pause-.
Vedo Alex e gli faccio cenno di avvicinarsi, gli farei saltare volentieri la fila. C'è qualcosa di strano: ha delle macchie di sangue addosso e tiene tra le dita una piuma bianca. Lascio subito la mia postazione e mi avvicino, ho una brutta sensazione.
-È successo qualcosa? Dimmi che quella non è di Gabriel-.
-All'inizio volevo solo parlare con lui, ma abbiamo litigato e siamo passati alle mani. A me lui non piace, potrebbe farti del male-.
Si sono picchiati? Stento a crederci. Non ho mai sentito parlare di un angelo aggressivo. Alex non avrebbe motivo per mentirmi, forse c'è stato un fraintendimento che ha portato ad un piccolo scontro. In ogni caso devo andarlo a cercare.
Esco di corsa evitando di essere fermato e spicco il volo. Sono sicuro che non è stato nulla di grave, non è stata una vera rissa.

Eccolo, lo vedo finalmente. Volo subito da lui e lo aiuto sorreggendolo.
-Stai bene?- gli chiedo controllando le sue ali e il suo viso. Ci sono ancora alcuni lividi e tagli sulla sua pelle.
-Sì, voglio mangiare i tuoi piatti.-
-Va bene, appoggiati a me e non sforzarti-.
Lo stringo a me, circondo con un braccio i suoi fianchi per non farlo cadere e mi dirigo verso la mensa. Atterro piano per non fargli sentire dolore, mi stacco da lui rimanendogli vicino e lo faccio entrare. Senza farlo affaticare troppo lo faccio sedere vicino a Mary e gli servo subito da mangiare per farlo riprendere.
Tutti ci guardano compresi Caronte e Flegiàs, dovrò loro delle spiegazioni. La prima cosa che faccio è guardare Alex con ancora la piuma in mano, penso che la prenderò io.
-Tu mi odi?-
-Eh?- lo guardo totalmente impreparato e sorpreso. In un attimo tutto si ferma, tutto diventa silenzioso, tutto attorno a noi sembra non esistere più. Perché proprio adesso? Cosa dovrei fare? Lo odio davvero?
È vero, provo quel sentimento per gli angeli e nei suoi confronti l'ho pensato più volte da quando l'ho conosciuto. Eppure in questo momento non so cosa rispondere.
Sto per sedermi anche io, ma vengo chiamato dal mio maestro, sospiro e mi allontano.
Ha fatto tanto per me da quando sono morto. Ero un diavolo molto arrabbiato e ancora troppo sconvolto per ciò che era successo. Non avevo la forza di fare la benché minima cosa, stavo tutto il tempo chiuso in una stanza a commiserarmi.
Molti avevano provato a darmi un qualche tipo di aiuto e tutti si sono arresi. Lui no, passo dopo passo ha asciugato le mie lacrime e mi ha portato via da quella prigione. Da allora non fa altro che darmi supporto e molto del suo tempo lo passa con me. Lo considero come il padre che non ho mai avuto.
-Chi è quell'angelo? È strano vederne uno qui- mi domanda, non sembra contrariato della cosa.
-Oh si chiama Gabriel, è il mio collega allo smistamento- mi sento un po' a disagio nel dare questa risposta.
-Capisco- mi mette una mano sulla spalla. -Ragazzo, pensa bene alle tue scelte e soprattutto non abbandonare mai chi per te è importante-.
Annuisco, ma credo sia ormai troppo tardi.

Avviso!

  Abbiamo aperto un account su Deviantart a nome de Il Piacere del Peccato. Per chi non sapesse cosa sia Deviantart, questo è un social simile a Facebook dove si possono pubblicare soprattutto disegni. Creare un account è facile e gratuito, vi si può accedere tramite Google o tramite la app apposita. Trovate il link dentro la mia biografia!

Il Piacere del PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora