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Edwin's pov

Di sicuro dopo oggi Gabriel penserà di nuovo che sono buono. Mi dà fastidio come cosa, ma non posso farci nulla. Non potevo condannare un'anima ad una pena eterna non meritata. Il pennuto si farà strane idee e sarà impossibile farle cambiare. Adesso che posso fare?
Non può credere queste cose e magari dirle in giro, non deve accadere. Eppure non posso picchiarlo né fare qualcosa di cattivo senza alcun motivo. Non so che mi sta succedendo. Mi sto mettendo nei guai, me lo sento.
In ogni caso ascoltare le parole della donna mi hanno reso più cupo e pensieroso. Mi spiace per quei ragazzini, l'hanno persa troppo presto.
Ho dei bei ricordi di madre, ma non sono molti. Ormai il tempo ne sta cancellando il viso. Era una donna dolce e premurosa, ma molto giovane. Forse non si sentiva davvero pronta ad essere madre o forse non sentiva la pesantezza delle responsabilità. Mai un urlo, mai uno schiaffo o una punizione. Mi faceva capire ciò che è giusto e sbagliato con calma e chiarezza. Lavorava tanto per mantenere me e la casa, non mi faceva mancare nulla. Nonostante fossi solo un bambino piccolo provavo a darle aiuto al meglio che potevo. Cercavo di non essere troppo appiccicoso e di non fare capricci per cose inutili. C'era solo lei per me e io c'ero per lei, cercavo di farla sorridere il più possibile.
Non le do colpe per ciò che è successo pochi anni dopo, la situazione per lei si era fatta pesante. Pensava avremmo vissuto bene.
Dopo aver finito mi rivolgo direttamente al pennuto in modo deciso.
-Ho da fare tutto il giorno, quindi non disturbarmi-.
Rimango sorpreso nel vederlo accettare senza replicare né seguirmi. Forse ha solo di meglio da fare.
Tornato in stanza mi metto subito alla scrivania per pianificare ciò che cucinerò domani. Devo essere minuzioso per non fare errori, appuntarmi ingredienti e rispettare le quantità.
Mary entra in stanza mettendosi seduta sul mio letto. Si è portata una piccolo bambola a cui sta pettinando i capelli. La lascio stare lì, so che non mi disturberà.
In un'ora ho già accartocciato e buttato una ventina di fogli, non so decidermi.
-Fratellone, mi dai un foglio per disegnare?-.
Come potrei dirle di no? Le do tutto l'occorrente così può fare quello che vuole. Mi dispiacerebbe vederla annoiata.
La mia mente non è tranquilla e libera dai pensieri riguardo la scorsa notte. Ho tanti dubbi e qualcosa dentro di me sta iniziando a cambiare. Senza volerlo finisco per disegnare un paio di ali d'angelo sul foglio.
Noto Mary fare degli aeroplani con la carta che le ho dato. Ci soffia sopra e questi prendono il volo. Chissà dove li ha mandati e da chi.

Gabriel's pov

Il lavoro di oggi non è stato particolarmente impegnativo. L'anima in questione apparteneva ad Alessandra, una donna di quarantacinque anni. Aveva dei lunghi capelli castani così come li aveva in vita prima che malattia e cure glieli portassero via. I suoi occhi dello stesso colore mostravano molta dolcezza, poche volte ho visto un simile sguardo. Quando ha visto me e Edwin ci ha subito trattato con tanta gentilezza e affetto. Come una madre con i propri figli. Era madre di due bambini ed amava molto il marito. Nonostante tutto si era sempre mostrata sorridente agli occhi dei suoi cari. Voleva essere ricordata così e non vinta dal dolore. In vita ha dedicato tutto il suo tempo e le sue forze per la sua famiglia e per chiunque avesse bisogno di aiuto. È davvero un gran peccato sia morta così giovane, gli esseri umani hanno bisogno di persone buone come lei.
Anche questa volta Edwin mi ha sorpreso. È rimasto in silenzio, sembra che le parole della donna hanno toccato anche il suo cuore. In più non ha fatto nulla per portarsi l'anima dalla sua parte. Ha lasciato che una mia piuma si posasse sulla sua testa dandole così l'opportunità di essere un angelo.
Può negarlo quanto vuole, ma c'è del buono in lui.
In qualche modo conoscere quella donna mi ha ricordato mia madre. Ho dei bei ricordi di lei, è una brava persona. Non mi dava nessun abbraccio, ma non per questo non era affettuosa. Mi elogiava quando prendevo dei buoni voti, mi accarezzava la testa per rassicurarmi e ogni tanto mi dava dei baci sulle guance. Non era un tipo di affetto espansivo e distaccato, ma presente e sincero. Probabilmente avrà pianto molto dopo aver saputo della mia dipartita e avrà versato altrettante lacrime sulla mia tomba. Chissà se viene a visitarla spesso. Certo, lei e mio padre pensavano solo al mio futuro limitando ciò che potevo fare e le attività da svolgere. Però non erano cattivi genitori e comprendo le loro scelte. Qualunque famiglia vorrebbe il meglio per i propri figli e farebbe di tutto per aiutare ad avere un futuro radioso.
Avrei voluto passare più tempo con Edwin dopo il lavoro, ma lui ha bisogno di organizzarsi per domani. Non si fida ancora di me e insistere non credo aiuterebbe. Ha anche lui bisogno dei suoi spazi e deve organizzarsi al meglio.
Bene, ne approfitterò per fabbricare i regali. Tornato in camera mia noto che è molto disordinata, è così da un paio di giorni.
-Meglio dare una pulita...-
Non mi piacciono molto le pulizie, ma non per questo non le faccio.
Spalanco la finestra per cambiare l'aria e mi tolgo la camicia, qui posso essere a mio agio. Rifaccio il letto, piego le camicie ed usando una scopa mi sbarazzo della polvere. Fortuna che non ho allergie di alcun tipo, ma anche se ne avessi avute non penso sarebbero state un grosso problema qui in Paradiso.
Ad un certo punto sento qualcosa colpirmi la testa in maniera leggera, ma è simile ad una puntura.
Girandomi noto che a terra c'è un aereoplanino di carta.
-E questo?-
Non può essere mio, io non li so fare e non credo sia di qualcuno dei miei vicini. Sembra esserci scritto qualcosa, prendendolo lo apro. C'è il disegno di un cuore e una frase:
"Il fratello ti sta pensando".
Subito il cuore mi batte più forte e sorrido ancora più del solito.
-Ti penso anche io Edwin.-
Finalmente ho finito di sistemare, ho anche incorniciato l'aereoplanino che mi è stato mandato. Sono così di buon umore che non riesco a pensare ad altro.
Nuovamente però sento qualcosa pizzicarmi la schiena, abbasso lo sguardo e vedo altri due aereoplani.
Nel primo c'è il disegno di Ed che sta suonando, ma sembra molto triste. Nel secondo la stessa calligrafia di prima dice:
"E tanto triste, forse tu puoi farlo sorridere. Per favore fai sorridere il fratellone".
A questo punto penso che i regali possono aspettare.
-Arrivo subito!-
Senza rimettermi la camicia volo fuori dalla finestra, sto andando talmente veloce che il vento mi graffia quasi la pelle e le piume sono tutte arruffate, ma non mi importa, se Edwin è triste possono anche staccarsi per quanto mi riguarda,
Raggiungo in un lampo il dormitorio e subito mi scaravento sulla finestra di Edwin, c'è anche la bambina.
Sto già sorridendo quando mi rendo conto troppo tardi che la finestra è chiusa.
SBAM



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