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Edwin's pov

  -Capisco-.
Non ha il senso del gusto. Anche se cucinassi qualcosa per farglielo mangiare non sentirebbe nulla di particolare. Non gli farebbe alcuna differenza.
Oh be', non avrei mai cucinato per lui.
  -Fratellone, preparerai di nuovo il curry?-
Mi dice, guardandomi in modo buffo. Lo fa ogni volta che ho io il turno, non capita spesso dato che lavoro al posto suo.
Però non avevo molta voglia di farlo sapere al pennuto. Mi sa lo ha fatto di proposito.
Ormai è tardi e non posso farci nulla. Anche se gli dicessi di no me lo ritroverei ugualmente qui. Non ho scampo.
  -No, farò qualcosa di diverso e più gustoso. Ho già qualche idea in mente-.
  -Che bello! Quando il fratellone cucina vengono tutti a mensa, perfino chi non sta in questo dormitorio!-
  -Già, che rottura di palle- commento sbuffando. Però non sarebbe male rivedere alcuni vecchi conoscenti.
Dovrò dare tutto me stesso e lavorare molto per non perdere la reputazione che mi sono costruito. Ogni volta è sempre una sfida e in qualche modo mi sa sentire fieri di me stesso.
Continuo a mangiare restando in silenzio perdendomi nei miei pensieri. È buffo, in vita mangiavo solo lo stretto indispensabile e qui invece mangio più del dovuto.
Per certi versi mi faccio schifo.
Mary finisce prima di noi e si mette a saltellare per posare i piatti e parlare con altri diavoli.
Gabriel ci guarda in modo confuso, ormai tanto vale dirgli tutta la storia. Il dado è tratto.
  -Mary è stata assegnata a lavorare qui alla mensa, ma dopo due gravi incidenti i suoi turni li svolgo io. All'inizio doveva essere una cosa temporanea, ma quando i piani alti hanno visto che la cosa funzionava perfettamente è diventata una cosa definitiva. Quando cucino io si forma la fila fuori dalla porta-.
  -Allora verrò certamente. Quando sarà il prossimo turno?-
  -Fra due giorni. Farò sia pranzo che cena-.
Ecco, lo sapevo. Neanche una giornata da solo in pace.
Tutto questo mi fa sospettare ci sia qualcosa di strano. Non fa altro che seguirmi ovunque anche quando lo allontano o gli dico di no. Non mi lascia quasi mai i miei spazi ed è piuttosto insistente.
Non mi piace questa situazione, non lo faccio notare a nessuno ma non mi sento a mio agio. È un angelo di conseguenza non dovrebbe per natura avere cattive intenzioni. Se sono stati ammessi in Paradiso vuol dire che in vita erano persone pure e caste, non dei dannati come me. Però le esperienze che ho fatto in vita mi hanno fatto capire svariate cose.
Il meno insospettabile può rivelarsi il più pericoloso.
Io conosco perfettamente Alex, so come si diverte e so delle sue moltissime sveltine. Conosco i suoi modi di fare, il suo carattere e conosco il suo potere. Non c'è nulla che non sappia di lui e per certi versi lui sa molte cose su di me. E tutto questo non è successo in pochi giorni.
Nonostante tutto Alex non è mai stato assillante, mi ha sempre lasciato i miei tempi ed ha sempre rispettato i miei rifiuti. Tutt'ora lo fa ed io senza farlo notare apprezzo molto queste cose.
Con Gabriel invece dovrei prendere le distanze.
Lo sento parlare, ma non lo sto minimamente ascoltando. Però non posso stare zitto in eterno.
Finisco di mangiare e come Mary poso anche io il mio vassoio. Non mi piace fare l'incivile lasciando più lavoro ai camerieri, ne avranno già tanto.
Gabriel mi segue, per tutto il tempo non ha cambiato espressione. Ha il cervello così bacato da non aver capito?
  -Sei triste perché fra due giorni dovrai rompere le palle ad un altro?-
Avevo ragione, non lo aveva capito.
  -Bene, meglio che vada. Devo dormire un po' e organizzarmi per domani-.
  -Forse dovrei accompagnarti io nel tuo dormitorio, io posso tornare dopo, infondo nessuno mi aspetta- mi propone senza che io glielo chieda.
Non dovrei accettare, ma Mary e Alex sono già andati via. Certo, il dormitorio è qui a pochi passi, ma come ho detto non accetterebbe un no.
Faccio spallucce ed esco dalla mensa assieme a lui.
Arriviamo nella mia stanza e la prima cosa che faccio è di sdraiarmi sul letto togliendomi le scarpe.

Gabriel's pov

Rizzo le orecchie sentendo i discorsi tra loro due. Quindi cucina? Gli lasciano usare la mensa per cose personali? Però mi sembra strano. Forse hanno un cucinino nel dormitorio, ma se lo avessero la mensa verrebbe usata davvero poco.
Ascolto in silenzio cercando di capire e quando Mary si allontana guardo Edwin per avere chiarimenti. La sua risposta mi lascia molto sorpreso, non ci avrei mai pensato.
So per certo che ognuno di noi, diavoli e angeli, può avere un solo lavoro alla volta. Tutti devono fare la loro parte e tutti devono avere un loro ruolo. Non immaginavo esistessero permessi speciali, non ne avevo mai sentito parlare.
Però questo vuol dire che ogni volta lavora il doppio e non gli fa bene dato che spesso è davvero molto stanco. Vorrà dire mi prenderò cura di lui e cercherò di aiutarlo per come potrò.
In più mangerò qualcosa cucinato da lui, non posso rifiutare tale opportunità. Lo vedo fissare in silenzio il piatto parzialmente vuoto. Mi piacerebbe sapere a cosa sta pensando, sembra preoccupato.
Forse si sente sotto pressione, ha paura di non fare un buon lavoro.
Devo tirarlo su di morale.
  -Mi piacerebbe veramente mangiare qualcosa fatto da te, anche se non sento il sapore non vuol dire non ho preferenze. Sono sicuro sei bravissimo e sarà tutto buonissimo.-
Sorrido e gli faccio l'occhiolino, ma lui non sembra avermi sentito. Meglio cambiare argomento.
  -A te non piace il piccante?-
Sospira e finalmente mi risponde.
  -Sì, ma preferisco cucinare cose diverse. In vita cercavo di migliorarmi e di non fare sempre le stesse cose. Non sono granché come cuoco, di sicuro la cucina fra le nuvole è molto migliore-.
Si sta sminuendo e questo non è giusto. Mi prendo qualche attimo per pensare a cosa rispondere.
  -Penso però che i tuoi piatti sarebbero perfettamente all'altezza del Signore. Se devo dirti la verità poi alcuni cucinano in maniera troppo secca. Così mi si impasta la bocca come un cane, ma ovviamente non è un problema per me. Non sono schizzinoso.-
Accenna un sorriso prima di alzarsi con il vassoio in mano. Imitando i suoi gesti poso anche io il piatto completamente vuoto avvicinandomi nuovamente a lui.
  -Sei triste perché fra due giorni dovrai rompere le palle ad un altro?-
  -Ah...- Involontariamente il mio sguardo si spegne. Quindi domani non lo vedrò per tutto il giorno. -Avrei preferito lavorare con te. È piacevole stare in tua compagnia, per questo sono un po' abbattuto. Non importa ti rivedrò comunque a lavoro.-
Vedendolo già un po' stanco decido di accompagnarlo, non lo lascerei mai da solo.
Resto qualche attimo sulla porta guardandolo sdraiarsi sul letto. Mi piacerebbe stendermi accanto a lui ma non credo me lo lascerebbe fare.
Mi prendo nuovamente il mio tempo per uscire, osservando ogni dettaglio senza lasciare la maniglia. Lo guardo poi un'ultima volta sorridendo.
  -Allora a domani. Buon riposo Edwin.-
Con molta delicatezza chiudo la porta allontanandomi con la stessa calma.
Non mi dispiacerebbe restare, ma non posso dimenticarmi del luogo dal quale provengo. Non posso assentarmi troppo a lungo.
Una volta uscito spalanco le mie bianche ali riflettendo sul regalo da fargli. Le mie piume non dovrebbero creargli problemi. Se le sistemo in una maniera tattica all'interno della federa poi dovrebbero essere ancora più morbide.
Arrivato ormai ai confini del purgatorio mi giro un'ultima volta cercando la finestra della sua stanza. Mi chiedo se si sia già addormentato e se sì cosa stia sognando.



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