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Edwin's pov

Non riesco più a dormire in nessun modo, sono rimasto per molto tempo a guardare il soffitto e a pensare. Quel pennuto è letteralmente scappato via, mi era sembrato spaventato. Eppure non ho messo tanta forza in quel calcio, forse quei damerini sono fatti di cristallo e si rompono facilmente. Che delicati e fragili!
Ma non è questo ciò che mi preoccupa, figuriamoci. Non me ne frega un cazzo di quel Gabriel o come cavolo si chiami. Non lo volevo qui, è una fortuna che sia andato via, è un rompipalle come pochi.
Di solito picchiare qualcuno mi lascia un senso di soddisfazione. Qui all'Inferno ho dovuto combattere molte battaglie e ancora tutt'ora molti diavoli mi sfidano. Combatto anche con le ragazze, non faccio alcuna distinzione: chiunque tenti di sfidarmi è già spacciato per metà.
Sono felice che quando a sfidarmi sono più persone insieme c'è sempre Alex a darmi una mano.
Però con quell'angelo non ho sentito nulla, anzi forse qualcosa sì. Sensi di colpa? Neanche per idea! Se l'è cercata, io non sono buono, lo avrà capito finalmente e starà lontano da me.
Dispiacere? Non saprei. In effetti non ha provato ad attaccarmi o altro, stava solo parlando. Ma cosa si aspettava da un diavolo? Un abbraccio e della cioccolata calda?
Se sono dispiaciuto è di sicuro perché non l'ho pestato come si meritava. Sì, è solo questo.
Ma perché sto ancora pensando a lui?! È da giorni che va avanti questa storia, Non si meriterebbe neanche un secondo del mio prezioso tempo.
Dal momento che sono sveglio, come al solito, tanto vale alzarmi e sgranchirmi un po'. Mi faccio anche una bella doccia fredda, prendendomela con molta calma.
Adoro fare docce fredde, mi rilassa e risveglia il mio corpo quando mi sento troppo stanco. È come se mi desse dell'energia in più, ma per un lasso di tempo abbastanza breve. È un gran peccato.
Esco e mi asciugo, chiudendo la porta a chiave: non voglio altri intrusi. Una volta asciutto mi vesto e lascio i capelli in disordine, non mi interessa. Apro la finestra e spicco il volo, sono consapevole di essere molto in ritardo, ma non mi importa. Non voglio pensare a nulla.
Atterro come ho sempre fatto, con una capriola. Il Custode mi guarda in modo storto, io ricambio con un ghigno divertito. Sento altri occhi su di me, ma io guardo altrove, voglio ignorarlo.
Mi è venuto vicino, i miei sensi sono tutti in all'erta. Tanti pensieri affollano la mia mente, ma io continuo a guardare altrove.
Poi lo sento parlare e la cosa mi lascia sorpreso, non mi aspettavo questo.
Insomma, sembra troppo tranquillo ed è quasi come se volesse avere un contatto sociale con me.
Questo qui non ha tutte le rotelle nel posto giusto.
Ma insomma, non dovrebbe essere arrabbiato o spaventato da me? Facciamo una prova.
Lo guardo, i miei occhi resi rossi e ardenti come le fiamme di Dite. Un feroce ghigno si stampa sul mio viso, i denti più affilati del solito. Rimango fermo per qualche instante per poi spingerlo a terra con forza, senza rivolgergli una sola parola.
Invece mi rivolgo al Custode.
  -Allora, chi è la vittima di oggi?- voglio fare presto e magari divertirmi un po'.
Il Custode mi da una cartella, la apro. C'è la foto di un uomo, morto ucciso dai suoi parenti. Perfetto, forse so come buttarlo all'inferno. Mentre il Custode da la cartella all'angelo io apro le ali e spicco subito il volo, fregandomene altamente se il pennuto mi sta seguendo o meno. Vedrà quanto sono cattivo.

Gabriel's pov

Stamattina mi sono svegliato più presto del solito, non mi sono comportato come al solito ma ho girato tutti i corridoi del mio dormitorio. Ovviamente volando, non volevo disturbare i miei vicini. Dopo quel veloce giro conclusosi solo al suono della sveglia mi sono fatto una doccia ancora più calda del solito.
Le mie ali sono molto vaporose e morbide oggi ma la mia pelle è particolarmente sensibile per le scottature. Guardandomi allo specchio sembra quasi che stia arrossendo continuamente.
Sono arrivato al lavoro con quasi due ore di anticipo, ma non m'importa. Lo volevo rivedere e non volevo aspettare nella mia stanza, l'ho perfino lasciata completamente in disordine.
Sono vestito alla stessa maniera dei soliti giorni, non vedo la necessità di cambiarli.
Mi preoccupa la reazione che potrò avere davanti a lui, già ricordando la scena di qualche giorno fa sento nuovamente quello strano ma piacevole effetto. Tuttavia è stato talmente breve...
Vorrei tanto avere un altro incontro così ravvicinato con lui, non dovrebbe essere difficile visto lavoriamo insieme. Quando lo vedo arrivare non posso non sorridere.
Come sempre atterra con una capriola, stavolta però gli vado subito vicino.
  -Buongiorno come stai? Hai dormito bene? Sono felice di poter iniziare una mattinata di lavoro con te.-
Per qualche minuto non mi risponde, che voglia fingere non esisto?
Non mi importa io continuerò a parlarci. Ad un tratto, però, si gira e mi guarda in uno strano modo. Sento nuovamente quella sensazione, è sempre più forte. Non posso fare a meno di spalancare leggermente gli occhi per la meraviglia. È così bello, diverso da tutto ciò che c'è di puro, non so trovare la parola adatta ma mi scuote.
Mi spinge via e sentendo le sue mani sul mio petto mi sento scottare, anche se dura solo un istante. Mi trovo a terra nuovamente come ieri, stavolta però non posso scappare da lui.
Vorrei però un altro contatto simile, se non più forte.
Prendo anche io dal Custode la cartella, questo resta impassibile come sempre. Sembra quasi non gli interessi ciò che lo circonda al di fuori del suo compito.
Leggo velocemente la cartella della nuova anima, oggi però sono distratto e non mi rendo conto che Edwin è già volato via.
  -Aspettami!-
Non mi sente forse, è molto lontano ormai. Spalanco le mie ali bianche e volo verso di lui, voglio raggiungerlo.
  -Edwin aspettami per favore. Vorrei volare con te.-
Dovrei pensare solo a reclutare anime ed invece ho questo desiderio: non riesco a staccare gli occhi da lui.





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