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Gabriel's pov

Sono così impaziente di vedere l'espressione di Edwin!
Sarà felice?
Mi abbraccerà? Mi darà un bacio?
Lo spero tanto e più ci penso più il mio sorriso si allarga.
Vedo in lontananza il dormitorio e plano delicatamente reggendo il quadro.
È piuttosto pesante viste le dimensioni, ma ne vale assolutamente la pena.
Mordendomi il labbro per contenere l'emozione una volta arrivato vicino alla finestra faccio lentamente scivolare il dipinto sopra di lei, coprendola completamente.
Intendo aspettare che Edwin noti il cambio di paesaggio, sarà come se l'Eden fosse arrivato da lui!
Sento mormorare qualcosa, poi Edwin apre la finestra e guarda in basso verso di me. -Gabriel? Ma come hai fatto?-. Ha stampato in faccia un grosso sorriso, quasi si commuove.
-Edwin!-
Sorrido felice vedendo la sua espressione.
-Ti piace? Hai visto? Ti ho portato l'Eden!-.
-Certo che mi piace! È stupendo. Ma ti pesa tanto? Vuoi un aiuto a sorreggerlo o a farlo entrare?-.
-Se serve ci sono anche io-. Alla finestra si è avvicinato un altro diavolo. È alto, i suoi capelli viola sono pettinati all'indietro. Ha le orecchie lunghe e a punta, la pelle grigio chiara e gli occhi dorati. Indossa una divisa blu con una fiamma azzurra cucita sulla parte sinistra del petto. Ho già visto qualcosa di simile.
Ma...
Edwin era da solo.
Non era entrato nessuno quando sono andato via.
Chi è questo diavolo?
Perchè conosce Edwin?
Perchè è qui?
É la prima volta, oppure ogni volta non ci sono Edwin lo chiama? E che cosa fanno assieme?
Avverto una fitta serrarmi il petto, ed un fuoco bruciarmi sotto la pelle.
-Heylà- mi saluta. -Quindi tu sei l'angelo che sta rubando il cuore di Edwin! È un piacere per me conoscerti- afferra il quadro delicatamente.
Mantengo un sorriso sorpreso ma cordiale, non volendo comunque lasciare andare il quadro.
-Non si disturbi, ci tenevo molto a consegnarlo ad Edwin.- dico con voce candida.
-Va bene allora, entra pure-. Lascia il quadro, mi sorride e si fa da parte allontanandosi dalla finestra.
Vorrei rispondergli che lui invece farebbe meglio ad andarsene.
Perché diavolo è qui?!
Mi sta esplodendo la testa!
-Entra entra, è bellissimo! Dobbiamo appenderlo qui in camera-. Edwin ha un'espressione così allegra sul viso, sembra un dolce bambino. Mi fa spazio così che io possa entrare senza rovinare il quadro.
-L'ho fatto commissionare solo per te.-
Continuo a sorridere guardando Edwin, mordendomi la lingua fino a sentire il sangue.
Vorrei urlare, vorrei colpire le pareti, il volto di questo vecchio, e qualsiasi altra cosa in questa dannata stanza.
Perchè, perchè?!
Non sono abbastanza? É perchè sono più giovane ed inesperto? Cos'ha questo diavolo che io non ho?!
-L'unica cosa che desideravo era vedere il tuo sorriso.-
Appena poso il quadro con attenzione facendolo appoggiare al muro, Edwin mi abbraccia stringendomi subito forte. -Grazie grazie grazie grazie!- è così tenero. -Lui è Flegiàs, voleva conoscerti. È stato il mio maestro e...- comincia a presentarmelo.
-Sono praticamente suo padre- sorride lui anticipandolo.
-Non stavo dicendo questo-. Si nasconde addosso a me per l'imbarazzo, io lo stringo forte.
-Beh adesso so di lasciare Edwin in buone mani, siete tanto carini insieme!-.
-Non dovresti essere a lavoro?- lo incalza lui.
-Oh giusto! Sono in ritardo. Bene, vi lascio soli. Gabriel, fallo uscire ogni tanto e abbi cura di lui!-. Ci saluta prima di andarsene chiudendo la porta.
Vecchio di merda.
Brucia all'inferno.
Rimango in silenzio, con il cuore che mi batte a mille, stringendo a me Edwin circondandolo addirittura con le ali.
-Buonagiornata.- ricambio il saluto cercando di sembrare gentile.
Sorrido entusiasta se ne sia andato. Spero un angelo gli tagli la testa.
Finalmente posso tornare a concentrarmi solo su Edwin, ma nell'istante in cui faccio per abbassare gli occhi su di lui noto qualcosa di orribile tra le mie piume, e chiudo immediatamente le ali.
-S-scusami...-.
L'ha notato?
Dio ti prego, fa che non abbia visto la piuma nera, tutto tranne questo.
-Ho fatto qualcosa che non va?- si allontana notando il mio cambio di espressione. -Lo so, non sarei dovuto uscire... è stato pericoloso e sconsiderato. Però Flégias è arrivato all'improvviso e... pensavo di poter fare una prova, così non avrei avuto paura ad uscire con te. Ma è stato un errore, scusa-.
-Oh no, no no no no, ti prego no non pensarlo nemmeno.- mi affretto a rispondergli, allarmato.
-Tu non potresti mai fare qualcosa di sbagliato, sei perfetto, un dono di Dio. Il più bello della mia intera esistenza.- dico prendendogli delicatamente le mani per baciarle. -Tu sei libero di fare ciò che più desideri, ed io ho il dovere di permetterti di realizzarlo.-
Io, e solo io.
In ogni caso, grazie al cielo non ha notato la piuma. Se tengo le ali chiuse non la vedrà e potrò strapparla con calma.
-Sei sicuro? Grazie- sembra si senta più tranquillo.
-Ma certo che ne sono sicuro. Sei il mio respiro, la luce che splende sull'aldilà.- rispondo guardandolo negli occhi. -Finché tu sarai felice, lo sarò anche io.-
Non voglio che si senta triste, e spero di avergli fatto comprendere l'unica cosa a cui deve pensare è la sua felicità.
Mi sorride, guarda il sacchetto lasciato sulla scrivania e lo prende.
-È un regalo per te, per ringraziarti di tutto quello che fai-.
Quando mi porge il sacchetto sento tutto l'odio scivolare via dal mio corpo.
-Cielo, il fatto tu abbia pensato a me è già un dono.-
Qualsiasi cosa sia lo custodirò con amore per il resto dell'eternità.
Lentamente e con attenzione apro il regalo. Dentro la scatolina c'è un bracciale in argento, il ciondolo a forma di colomba ha le nostre iniziali incise sulle ali.
-Visto ti chiamo sempre pennuto ho pensato fosse una buona idea...-.
-É bellissimo.- sorrido guardando meravigliato il ciondolo.
Non riesco a trattenere le lacrime, è il giorno più bello di tutta la mia esistenza. Mi sorride e mi abbraccia di nuovo stringendomi a sè.
-Grazie ancora per tutto quello che fai, anche se non so esprimerlo sono davvero grato di tutto. Ti prometto che ti renderò felice come tu rendi felice me-. È arrossito, che carino. -Sei perfino riuscito a portarmi l'Eden, nessuno ha mai fatto così tanto per me-.
Arrossisco fino alle punte delle orecchie.
Se solo potessimo restare così per sempre.
-Sarei disposto a portarti perfino il Paradiso.- sussurro chiedendomi se può sentire il mio cuore battere per lui.
-Voglio restare così per sempre- mormora ad alta voce. Guarda di nuovo il quadro.
-Lo voglio appendere qui in camera, è davvero stupendo-. Guarda di nuovo me, i nostri volti sono a poca distanza l'uno dell'altro. Sorrido teneramente, chiudendo la distanza tra noi.
É un bacio dolce, leggero, quasi un sussurro, ma mi sento come se fossi appena rinato.
Mi allontano in modo da guardarlo negli occhi, accarezzandogli le guance in silenzio.
Non servono parole, ci siamo solo noi, e nessun'altro.
Ricambia il bacio con dolcezza, lo sento sereno tra le mie braccia. Non ha paura, il suo corpo non sta rigettando il mio tocco. Si sta fidando di nuovo di me?
-Con te posso parlare di qualunque cosa, so che non mi giudicherai mai male, non mi darai mai colpe per cose che non dipendono da me. Ci sono dei pensieri che mi perseguitano, mi fanno del male, mi impediscono di aprirmi del tutto a te. Posso parlartene? Se ne hai voglia, ovvio-. Mi chiede finito il bacio.
-Ma certo che si.- rispondo io.
Si stacca per mettersi seduto sul letto, con la mano dà dei colpetti sul materasso. É un privilegio per me. Immediatamente lo raggiungo mettendomi a sedere accanto a lui. Abbraccia il cuscino fatto con le mie piume e si appoggia alla mia spalla.
-Da quando è successa quella... cosa... ho iniziato a pensare a cose molto brutte e so che non se ne andranno mai del tutto. Ma certe paure vorrei farle sparire del tutto- inizia a parlare. -Ho paura potresti provare ribrezzo nel vedermi nudo, come se avessi addosso una sorta di marchio orribile. A volte penso di essere da buttare, come un oggetto usato. Ho paura ogni volta mi guardi mi vedi con... quello. Certe volte sento la sua pesantezza su di me, almeno non faccio più incubi che lo riguardano. Io... voglio provare con te quelle sensazioni stupende che mai ho provato, ma ho paura di poterti fare schifo in quel senso. Non so quando mi sentirò pronto, e se non dovesse mai succedere? Se rimanessi spezzato per sempre?-.
Alcune lacrime gli bagnano le guance, le pulisce subito con la mano.
-Sento che con te al mio fianco sta già andando meglio-.
Rimango in silenzio, ascoltando le sue parole.
Non riesco a descrivere la quantità di emozioni che mi travolgono, ma voglio esserci per Edwin.
Delicatamente gli asciugo le lacrime.
-Non potrei mai provare ribrezzo per il tuo corpo. Ogni singola volta ti guardo, è come se vedessi il più bel dipinto del mondo. Non ho mai pensato a...- non voglio pronunciare quel nome, mi fa troppo schifo. -Lui. Mai, nemmeno una volta, e non lo farò mai. É un orribile macchia nell'intero universo, ma non ha niente a che fare con te. Io ti amo, e desidero essere tuo anima e corpo, e nel momento in cui ti guarderò non ci sarà altro che pura adorazione.-
Vorrei poterglielo dimostrare subito, ma so che non è il momento.
-Io ci sarò sempre per te, per tutta l'eternità.-
É una promessa che so per certo manterrò. Niente potrebbe allontanarmi da Edwin.
Voglio che ogni giorni si svegli sapendo quanto è importante per me, e vada a dormire nella più completa serenità.
Mi sorride rincuorato. -Tu sei la mia luce, io ci sarò sempre per te, per tutta l'eternità. È una promessa, non credo potrei mai vivere senza di te-. Mi lascia un bacio sulla guancia. -Pennuto, ti va se... se stasera dormi con me?-.
Oh cielo, oh cielo oh cielo!
Come può qualcuno provare tanta felicità in una sola volta!
Credo potrei svenire, se solo non mi contenessi.
-Ne sarei felice.-






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