Edwin's pov
Mi sono addormentato accanto a lui sfinito, ho letteralmente perso i sensi. Il dolore non ha smesso un solo attimo, è come essere vicino alla morte senza però morire. Agonia mista a ricordi, sangue e urla. Il mio Inferno personale.
Le urla delle mie sorelle echeggiano dentro la mia mente, sono vivide come se fossero realmente a pochi passi da me. E sento anche lui, quel bastardo che un tempo chiamavo zio. Sento i suoi insulti e le sue risate, sento l'odio nei miei confronti nella sua voce. Non ho.mai capito perché mi detestava così tanto e adesso non ha più importanza. Era semplicemente un fallito.
Non gli ho mai permesso di sfiorarle con un dito o di torcere loro un capello. Se avessi la possibilità di averlo fra le mani, diventerei il suo peggiore incubo.
Di sicuro sono passate molte ore, Gabriel sarà preoccupato? Sarà andato via? Non riesco a sentire il suo calore né il suo tocco su di me, né la sua voce chiamarmi. Non riesco neanche a pensare a lui e alle sue labbra morbide sulle mie. Anche se ci provassi mi sarebbe negato. Questa è la mia punizione per essere morto, per averle lasciate sole.
Il dolore comincia ad affievolirsi, sento il corpo ricostruirsi di nuovo pezzo dopo pezzo. Le ossa scricchiolano e si ricompongono ed ogni ferita torna normale. Il sangue smette di scorrere, le urla e i ricordi spariscono. Fortunatamente sento la testa più leggera. Infine la ferita nata dal colpo che mi fu fatale si richiude e io posso finalmente svegliarmi.
Riapro gli occhi, è di nuovo l'alba. La prima cosa che faccio è cercarlo con lo sguardo, mi sento ancora piuttosto debole. Almeno quel dolore è sparito del tutto.
-Gabriel...?-.
Lo vedo tornare dal mio bagno e noto subito il suo busto completamente nudo, ha solo un asciugamano a coprirgli i fianchi. Per qualche attimo rimango a fissarlo, sento le guance farsi calde e probabilmente sto arrossendo. Faccio pure qualche respiro profondo e mi schiarisco la voce. Non posso sembrare una scolaretta arrapata, mi devo dare un contegno e fare l'uomo.
-Eh? Ah sì, sto bene adesso tranquillo ed hai fatto bene a farti una doccia. Anzi scusami se il mio sangue ti ha sporcato, ti avrà fatto schifo immagino...-.
-Era solo sangue.- risponde facendo spallucce. Non appena si gira per rimettersi i jeans, io sposto lo sguardo verso la finestra. Non perché mi faccia schifo, anzi, tutto in me dice di stare ad ammirare il suo corpo anche se per poco.
E poi non credo vorrebbe essere guardato da me. Che motivo avrebbe? Mi metto seduto e noto che anche io ho bisogno di una doccia, ho del sangue incrostato ovunque. Mi alzo dal letto, finendo inevitabilmente per cadere come un idiota. Non rimango sul pavimento per molto, Gabriel mi solleva senza alcuna fatica e mi aiuta a rimettermi in piedi.
-Sei rimasto a letto per una settimana, è naturale tu sia caduto. Ti aiuto io se vuoi a fare la doccia.-.
È gentile da parte sua volermi aiutare ancora, però aspetta. Che ha detto?Gabriel's pov
Sento il mio nome e subito mi avvicino, ero andato a fare una doccia e non accorgendomi del tempo che passava ci sono rimasto più del dovuto. Al momento addosso ho solo un asciugamano che mi copre i fianchi fino alle ginocchia. Mi avvicino chinandomi su di lui, ma mi sistemo i capelli evitando di bagnarlo.
-Edwin come stai? Spero non ti disturbi ma ho usato la tua doccia per pulirmi dal sangue.- Sembra stare molto meglio e ne sono sollevato, è tenero con le guance arrossate.
-Eh? Ah sì, sto bene adesso tranquillo ed hai fatto bene a farti una doccia. Anzi scusami se il mio sangue ti ha sporcato, ti avrà fatto schifo immagino...-.
-Era solo sangue.- rispondo io facendo spallucce, recuperando i miei jeans.
Non ci penso molto e dandogli le spalle lascio che l'asciugamano scivoli da solo sul pavimento per poi rivestirmi. -Non sono umano da molti anni, non sono più attaccato a certe cose.-
Sento un tonfo e girandomi lo vedo disteso a terra, è caduto nel tentativo di alzarsi. Sorridendo l'aiuto lentamente ad alzarsi facendo attenzione che non faccia troppi sforzi.
-Sei rimasto a letto per una settimana, è naturale tu sia caduto. Ti aiuto io se vuoi a fare la doccia.- Anche se può non sembrare sono più forte di molti, quindi sollevarlo è semplice per me.
-So che devi affrontare questa cosa ogni anno, mi dispiace molto, posso capire quanto sia brutto rivedere la propria morte.- aggiungo subito dopo.
-È la mia punizione, tutto qui- afferma semplicemente grattandosi i capelli incrostati, gli daranno sicuramente fastidio e non saranno più morbidi come prima.
-Non è mio compito fare queste regole, per quanto posso non approvarle. Perlomeno però posso capire.-
Subito dopo lo vedo cambiare espressione, sembra sconcertato da qualcosa e mi punta un dito contro. -Vuoi guardarmi mentre faccio la doccia?!- mi domanda alzando il tono della voce. Io lo guardo alzando un sopracciglio.
-No, voglio aiutarti a fare la doccia, che senso avrebbe guardare.-. Lo vedo fare un sospiro di sollievo.
-Va bene, aiutami a raggiungere la doccia...-
Con molta calma riesco ad evitare si faccia male cadendo ed entro con lui in bagno. Lo faccio poggiare al muro mentre apro un getto d'acqua bollente, più per abitudine che per altro. Successivamente lo aiuto a togliersi i vestiti sporchi lasciandoli cadere a terra. Guardo il suo viso notando che il rossore è peggiorato, anche lui non stacca lo sguardo da me.
-Le ferite si sono rimarginate finalmente.-
Non ho modo di vedere nulla del suo corpo, ha evocato le sue ali e con esse ha coperto tutto ciò che io avrei potuto vedere. Faccio spallucce e lo aiuto ad entrare nella doccia tenendolo per le spalle. Rimane fermo a fissarmi, c'è qualcosa che non va?
-Esci, so lavarmi da solo- mi dice rivolgendomi uno sguardo contrariato.
-Certamente, ma potresti cadere.- ribadisco con tono pacato, potrebbe scivolare e sbattere la testa facendosi male. Ma lui sembra non essere d'accordo con me.
-Me ne frego, esci e non guardarmi!-. Ha alzato la voce, ma non sembra arrabbiato. Che sia imbarazzato dalla mia presenza o qualcosa del genere?
-Sei un po' esagerato. Non ho intenzione di farti nulla, mi sono preso cura di te in questi giorni e mi è venuto naturale aiutarti.- Incrocio le braccia al petto e non mi muovo di un centimetro, non voglio lasciarlo solo.
-Gnew-. Lo vedo sbuffare e poi abbassare la testa ed allontanarsi dall'acqua fino a toccare la parete dietro di sé. Subito chiudo l'acqua e mi avvicino per vedere come sta, adesso pochi centimetri ci dividono in questo spazio angusto.
-Che succede, una ricaduta?-.
-N-non ti avvicinare...- si morde per l'ennesima volta il labbro, dovrebbe smetterla o lo rovinerà.
-E' un allucinazione forse?- chiedo insistendo e cerco di farlo appoggiare a me.
-No...-.
-Siediti allora, il getto d'acqua è indirizzato su di te.- menomale, non è una cosa così grave.
-L'acqua calda mi da fastidio, ma tu non guardarmi gnew-.
Riesco a vedergli le guance che oltre ad essere ancora rosse sono anche più gonfie.
Che tenero, provo ad abbracciarlo per stringerlo a me. Purtroppo mi viene impedito. Edwin mi lancia addosso la bottiglia dello shampoo colpendomi in testa e facendomi cadere fuori dalla doccia.
-Guai a te se ci riprovi!- mi ringhia, ma non ha il tono di una vera minaccia. -Adesso ridammi lo shampoo ed esci!-.
Ridendo faccio come mi chiede per poi aspettarlo in camera. -Va bene, ma fai attenzione a non cadere-. Chissà se un giorno faremo una doccia insieme.Avviso!
Abbiamo aperto un account su Deviantart a nome de Il Piacere del Peccato. Per chi non sapesse cosa sia Deviantart, questo è un social simile a Facebook dove si possono pubblicare soprattutto disegni. Creare un account è facile e gratuito, vi si può accedere tramite Google o tramite la app apposita. Trovate il link dentro la mia biografia!
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Il Piacere del Peccato
Lãng mạnAttenzione, storia boyxboy, astenersi chi non gradisce questo argomento Personaggi originali, storia scritta a quattro mani da me e @khailea Link per accedere all'account de Il Piacere del Peccato: https://www.deviantart.com/ilpiaceredelpeccato Può...