Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.
🧡🧡🧡
Dakota's pov.
"Sono tornata!!" Esclamo, posando borsa e chiavi all'ingresso. Quando torno a casa dopo aver pranzato con Blake, trovo mia madre con Jamie e le bambine in salotto. Loro tre seduti sul tappeto a giocare e mia madre sul divano. "Ehilà!! Ciao mamma!!" Si alza e viene ad abbracciarmi, chiedendomi se va tutto bene. "Tutto bene.." Mi accarezzo la pancia. "Il tempo diminuisce sempre di più... sono emozionata."
"Oh, piccola mia..." Mi abbraccia di nuovo, e Jamie sorride abbassando il viso. Da quando abbiamo smesso di parlare per colpa di quel fotografo mi è sembrato triste ed abbattuto, e anche adesso mi sembra così. Mia madre torna a sedersi sul divano, mentre io vado dalla parte di Jamie e cerco, dopo svariati tentativi, di sedermi accanto a lui sul tappeto.
"Va tutto bene?" Gli chiedo, accarezzandogli i capelli. Lui annuisce e accenna un sorriso. D'un tratto Dulcie comincia a chiacchierare con mia madre come se niente fosse... parlano di giocattoli, di bambole, di scuola. Mia madre l'ascolta attentamente e risponde alle sue innumerevoli domande con pazienza. Dulcie è così, io la capisco bene, è capace di farti domande a raffica su ogni cosa. Al contrario di suo padre che se ne sta accanto a me, quasi imbronciato e in silenzio. Ha la gambe incrociate, la schiena appoggiata contro il divano e tiene lo sguardo fisso in un punto. Mia madre si accorge che lo sto osservando, così in risposta scrollo le spalle. E lei, facendomi intendere di aver capito a sua volta, propone alle bambine di portarla in camera loro per vedere le altre bambole che hanno li. Loro acconsentono immediatamente e la prendono per mano, portandola di sopra. Io la ringrazio con un sorriso, per averci lasciato da soli. Jamie sospira, mentre mi giro verso di lui. Da quando ci sono le bambine abbiamo meno tempo per noi due da soli. Parliamo di meno e questo mi preoccupa: perché non mi piace quando si tiene tutto dentro e finisce per esplodere quando meno te lo aspetti. "Hey?"
"Hey..." Sospira nuovamente. Intreccio le dita tra le sue e le appoggiamo sulla sua gamba.
"Ti va se riprendiamo il discorso di prima?"
"Non c'è molto da dire.." Dice. Scrolla le spalle. "La situazione è sempre la stessa... mi sto rendendo conto di alcune cose e non so assolutamente come affrontarle." Confessa.
"Non devi affrontarle mica da solo." Ribatto.
"Dakota, non si tratta di questo.. noi due insieme funzioniamo come genitori, me ne rendo conto. Sono io il problema... io come..." Gesticola, indicando le scale. "Come padre di queste bambine.. io... non ne sono più capace."
"Non dire così..." Mormoro. "Non è vero..."
"Ah, no?" Ribatte. "Dulcie coglie ogni occasione possibile per stare sola con te, ti adora. E non fraintendermi, insieme siete la cosa più bella che io abbia mai visto. Ma al tempo stesso so che si rifugia da te perché le dai la tua completa attenzione, invece io non riesco nemmeno a far dormire sua sorella."
"Il fatto che Elva faccia i capricci non dipende da te..." Mi avvicino di più a lui. "Jamie, ti stai addossando delle colpe che non ti appartengono. Elva è sempre stata molto affezionata a sua madre, non è una sorpresa."
"È colpa mia, invece... non si sente al sicuro come con sua madre, questo perché non sono stato un padre presente per lei. Non come lo sono stato per Dulcie o..." Sospira. "Per Jayme." Scuote la testa. "Io.. sono andato in un altro stato per mesi quando sono nate, le ho viste un weekend si e dieci no, non ho vissuto le loro prime volte.. soprattutto quelle di Elva. È naturale che non sappia stare con me." Dice.
"Jamie, eri in crisi.. non stavi passando un bel periodo, con Dulcie era diverso, ma con Elva stavi davvero male.. tu meglio di tutti sai cos'hai passato in quel periodo. Non puoi fartene una colpa.. Soprattutto non adesso."
"Guardami, sono sfinito.." Mormora. "Non dormo da settimane, non ho modo di stare con Dulcie da solo da quando è arrivata e Amelia mi fa sentire un padre di merda ogni volta che le parlo." Deglutisce, ed io riesco a vedere tutto il dolore che prova in quegli occhi. "E la cosa che fa più male è pensare di riportarle in Inghilterra perché qui non so gestirle e soprattutto perché quando arriverà Jayme sarà anche peggio. E non posso permetterlo." Dice.
"Dimentichi che non sei solo.. a me non dispiace stare con Dulcie o con Elva, stiamo bene insieme, lo sai. E quando arriverà Jayme saremo in due, esattamente come adesso, ad occuparcene. Non devi abbatterti così." Dico.
"Non posso evitarlo..." Scrolla le spalle.
"Pensi davvero che sarebbe meglio portarle in Inghilterra?" Chiedo, sperando di farlo ragionare davvero. "Portarle a casa e rinunciare a ciò che sognavi di vedere? Ricordi quanto è stato bello portarle a vederle l'ecografia? Immagina quanto sarà bello vederle con il loro fratellino. È così che Dulcie lo chiama... perché lo sente come 'suo fratello'. E glielo hai insegnato tu." Gli dico. "Sa benissimo che dovrebbe essere il suo 'fratellastro', ma non le piace il termine che sua madre le ha insegnato.. ed è grazie a te che la pensa così. Solo grazie a te." Lui sospira.
"Non è Dulcie il problema..." Replica.
"Solo perché in questo momento vuoi vedere tutto negativo. Vuoi davvero riportarle in Inghilterra e non fargli conoscere il fratello?"
"Vorrei che potessero rimanere qui con tutto il mio cuore, ma non posso permettermi tutti questi casini con l'arrivo di un altro figlio... e soprattutto non posso lasciare che ti occupi di lui da sola, non ho intenzione di farlo." Si passa una mano tra i capelli. "Sarebbe tutto più facile se vivessimo a Londra." Dice, spiazzandomi. In tutti questi anni non ha mai menzionato la possibilità di vivere a Londra. Si è fatto in quarta per fare avanti e indietro dall'inizio, ma abbiamo sempre dato per scontato che avremmo vissuto qui per iniziare una nuova vita insieme. Nel profondo ho sempre pensato che lui lo volesse, ma non lo ha mai dimostrato in nessun modo.. fino ad ora. Ed una parte di me ha sempre avuto paura che lo avesse pensato, o peggio, che me lo rinfacciasse.
"Che... che vuoi dire?" Chiedo, sorpresa.
"Quello che ho detto." Scrolla le spalle. Proprio in quel momento sentiamo mia madre ritornare in salotto con le bambine. Jamie forza un sorriso verso di loro e torna ad immergersi nei suoi pensieri. Dio solo sa a cosa stia pensando. Mia madre mi rivolge un'occhiata, ma anche io forzo un sorriso e scuoto la testa per farle capire che va tutto bene. Ma in realtà non so cosa pensare... Forse non gli va più bene vivere qui o sta semplicemente esagerando preso dal panico, magari ci pensa da tempo. Una parte di me ha sempre pensato che abbia deciso di vivere qui a Los Angeles con me per non allontanarmi dalla mia famiglia, e l'ho sempre amato e apprezzato per aver fatto un simile cambiamento per me. Ma adesso non so se sarei in grado di fare lo stesso. Lasciare la mia famiglia, i miei amici, questa città per trasferisci a Londra, ancor di più con un bambino appena nato. Ce la farei a stare lontano da loro e costruirmi qualcosa lì? Lui avrebbe i suoi amici, le sue conoscenze.. ma io? E per di più, li ci sarebbe Amelia, sempre pronta ed in agguato nei suoi confronti. Sempre pronta ad essere motivo di litigio per noi. Ma sarebbe vicino alle sue figlie. Potrebbe rimediare ciò che pensa di dover aggiustare, potrebbe essere più presente per loro e fare di più di ciò che fa. Lui avrebbe tutto, mentre io.. io non so cosa avrei, non so se riuscirei a sopportare un tale cambiamento in questo momento. Dovrei farlo, come lui lo ha fatto per me.. ma al solo pensiero mi sento morire.
🧡🧡🧡
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Damie • The love affair III
Fanfiction▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo. Terza parte di 'The lov...