Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.
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Jamie's pov.
Primo giorno di press a Londra per 'A private war'. Sono qui già da qualche giorno e sono stato tutto il tempo insieme alla mie figlie, le ho portate a scuola e ho passato tutto il tempo possibile con loro.. Anche perché Amelia aveva degli impegni di lavoro in questi giorni, quindi mi sono occupato di loro per tutto il tempo.. Mi chiedo come sarà quando nascerà anche il piccolo, come riuscirò a dividermi con due bambine in Inghilterra e uno in America, come riuscirò a farli legare se vivono in due stati diversi, lontani gli uni dagli altri. Non voglio che si trattino come 'fratellastri'. Certo, biologicamente lo sono e non possiamo farci niente, ma lo sono anche i fratelli di Dakota.. e loro hanno un rapporto meraviglioso: non fanno distinzioni, sono cresciuti come un'unica grande e felice famiglia. E da quando sono diventati la mia non posso fare a meno di ammirarli e di sognare per i miei figli un rapporto del genere. Posso solo sperare che Dakota possa aiutarmi a creare lo stesso ambiente felice e sereno per loro. Dakota è rimasta a Los Angeles, ed è inutile dire le scrivo ogni due minuti per chiederle se sta bene e se va tutto bene. Per fortuna Grace starà con lei a casa nostra per questi giorni, così le terrà compagnia mentre io non ci sono. E ne sono davvero sollevato.. Non riesco a togliermi dalla testa la paura che ho provato quando mi sono svegliato sentendola urlare dal dolore, portarla di corsa all'ospedale.. il mio peggiore incubo. Non ho più intenzione di lasciarla da sola, ho fatto bene a non farlo.. Ho accettato di fare questa promozione di qualche giorno giusto perché si tratta di una buona causa, ma non farò più nulla per i prossimi mesi, se non il necessario. Non mi sono goduto per niente la nascita di Dulcie e Elva, non le ho vissute a pieno, non in prima persona. Sono sempre stato impegnato in qualche progetto e avevo i minuti contanti per fare il papà, ma questa volta non ho intenzione di ripetere la storia.. starò con Dakota in ogni momento, non voglio perdermi nemmeno un secondo. La nostra storia, il bambino, il matrimonio sono la mia seconda possibilità di essere felice. Non tutti sono così fortunati da poter ritentare, ma io ho avuto questo dono.. e giuro che me ne prenderò cura ogni giorno come ho fatto fino ad ora.
"Arrivati.." Mormoro, parcheggiando davanti casa di Amelia. "Adesso vengo a prendervi, bimbe." Dico solo sorridendo, prima di slacciarmi la cintura e scendere dalla macchina. Apro loro la portiera e le aiuto a scendere, dopo di che corrono dritte in casa da Amelia, che le aspetta a braccia aperte sulla soglia. Non posso fare a meno di pensare a quando tutto questo succederà con Dakota e il nostro bambino, che non ha ancora un nome. Dobbiamo iniziare a pensarci. "Ciao!" Dico.
"Jamie, entra pure.." Dice, scostandosi. Io entro con le mani in tasca, indugiando all'ingresso. Tra di noi le cose sono ancora strane, ma adesso siamo in pace.. andiamo d'accordo e cerchiamo di esserlo sempre per le nostre figlie. Ci siamo lasciati il passato alle spalle ormai. Non credevo fosse facile, almeno non per lei, ma ora è così.. ed anche io ho rimosso tutta la negatività e la rabbia che provavo. Adesso non ho più motivo di serbare rancore. "Ti fermi a cena?" Mi chiede.
"Si, papà.. ti prego!!" Mi implora Dulcie, unendo le mani come se stesse pregando, e dopo di che anche Elva la imita. "Ti prego!"
"Certo, piccole." Rispondo, sorridendo. "Se non è un problema.." Aggiungo, rivolgendomi ad Amelia. Lei scuote la testa e sorride, poi dice alle bambine di andarsi a lavare le mani perché tra poco ci mettiamo a tavola. Loro mi baciano di nuovo e poi prendono la rincorsa per andare in bagno a lavarsi le mani. Oggi si sono divertite un mondo al parco, c'era ancora la neve ed è stato stupendo. Mi tolgo la giacca e la sciarpa e raggiungo Amelia in cucina, dove sta aggiungendo un posto a tavola per me.
"Si sono divertite oggi le bambine?" Mi chiede.
"Si.." Mi metto le mani in tasca. È strano essere qui, in quella che vedevo come casa mia, e non sapere cosa fare o come muovermi. Ci ho vissuto per anni qui, ma non riesco a vederla come un luogo sereno e familiare. "Le ho portate al parco, c'era ancora tanta neve.. si sono divertite un mondo. Sono contento."
"Oh, immagino.. avevano chiesto anche a me di portarle ma non ho potuto per gli impegni di questi giorni, e mia madre non ama molto la neve. Diciamo che il giardino di casa non era abbastanza innevato per loro..." Mi dice.
"Sono bambine.." Scrollo le spalle.
"Già. E.." Abbassa il viso. "Come va a Los Angeles??" Mi chiede, cogliendomi di sorpresa.
"Bene. Tutto bene. Uhm.. stiamo aspettando, abbiamo scoperto che è un maschio." Le dico, e lei alza immediatamente il viso verso di me. Capisco perfettamente cosa sta pensando. Ho sempre sognato di avere un maschio, anche se amo le mie bambine alla follia, questo non è da mettere in dubbio. Credo sia il sogno di ogni papà avere anche un figlio maschio. Così come le donne sognano le figlie femmine.
"Un maschio..." Mormora. "Beh.." Abbozza un sorriso. "Ciò che hai sempre voluto, no?"
"Voglio dei figli sani e felici, prima di tutto. Lo sai..." Replico, incrociando le braccia.
"Lo so, certo.. e tra quanto nascerà?" Chiede.
"Dakota è entrata nel quinto mese, siamo sempre più vicini ormai. Questi mesi stanno volando." Non posso evitare di sorridere mentre lo dico. Mi dispiacerà non vederla più gironzolare col pancione. E mi dispiacerà condividere il nostro segreto con tutti, tra poco. "A proposito, i media non lo sanno ancora quindi.. acqua in bocca. A breve si saprà, ma vogliamo tenercelo per noi il più tempo possibile. Spero che tu possa capire." Le dico.
"Non dirò nulla.." Scuote la testa. "Sono una madre, ricordi? La madre delle tue figlie. Per quanto rancore e rabbia possa provare, non farei mai del male ad un bambino innocente. Soprattutto non al fratellino delle mie figlie."
"Lo so.. non volevo..." Mi interrompe.
"No, è giusto.. non sono più io il centro del tuo universo, anche se dubito di esserlo mai stato. Ora hai un'altra famiglia.. è normale che tu voglia proteggerla a tutti i costi." Mi dice.
"Anche Dulcie ed Elva sono la mia famiglia, e per quanto strano possa sembrare tengo molto a te." Lei sbarra gli occhi. "Solo perché ci siamo lasciati, questo non vuol dire che ti auguro il peggio. Sei la madre delle mie figlie, e questo non cambierà mai. Non è andata bene tra di noi, ma stiamo funzionando bene come genitori.. ed è questo ciò che mi interessa." Le dico. "E si, amo un'altra donna.. come non ho mai amato nessuno al mondo, ma sono sempre io. Non odio nessuno, dovresti aver capito almeno un minimo che non sono così." Dico.
"Lo so." Accenna un sorriso, visibilmente emozionata. "Mi dispiace solo di non averlo capito prima che.... che finisse." Mormora.
"Forse certe cose sono già scritte." Mormoro. "E noi non abbiamo il potere di cambiarle."
"Ti riferisci a Dakota?" Chiede. Ovvio. Non rispondo, preferisco non ferirla. Ma ovviamente lei ha già capito. "Sai.. penso che tu abbia ragione. Non mi pento di noi, perché abbiamo creato la cosa più bella del mondo insieme. E si, non abbiamo funzionato come coppia, ma sono sicura che la felicità presto arriverà anche per me. Questo deve avere un senso, non pensi?" Mi chiede. Io annuisco.
Per fortuna io ho già la mia felicità.
💗💗💗
Buonasera a tutti!
Che ne pensate?
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Damie • The love affair III
Fanfic▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo. Terza parte di 'The lov...