Capitolo 55.

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Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte  qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

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Dakota's pov

Dopo aver fatto visita ai suoi genitori in Irlanda, io e Jamie siamo ufficialmente tornati a Los Angeles per iniziare la nostra routine matrimoniale, ma Jamie ha comunque promesso a sua sorella la massima disponibilità per la loro fondazione, quindi potrebbe dover ripartire da un momento all'altro. Le bambine sono rimaste con noi per tutto questo tempo, e purtroppo presto dovranno tornare a Cotswold da Amelia, secondo gli accordi con gli avvocati. Ma per adesso ci godiamo tutto il nostro tempo con loro.

"Sono a casa!!" Esclamo, entrando in casa e buttando le chiavi sul mobile all'ingresso.

"Hey!" Chiudo la porta col piede e nel frattempo Jamie viene verso di me per prendere le buste della spesa. "Lascia.. le prendo io." Mormora, prendendo le borse tra le sue mani senza alcuno sforzo.

"Grazie." Sorrido, mentre gira le spalle e raggiunge la cucina. Mentre lo seguo, vedo le bambine che giocano in salotto. "Ciao piccole!" Dico a loro, che mi rispondono e mi salutano animatamente. Io mi asciugo la fronte e lo seguo fino in cucina.

"Quanta roba hai comprato?" Chiede, ridacchiando.

"Se solo non ti alzassi anche di notte per mangiare, allora non comprerei tutta questa roba." Gli faccio notare, lui sorride in risposta, così mi alzo sulle punte e lo bacio. Lui Mormora qualcosa in segno di apprezzamento e mi avvolge un braccio intorno ai fianchi. Si lecca le labbra e capisco perfettamente quali sono le sue intenzioni... peccato che, però, non abbia intenzione di soddisfarle. "Beh..." Mormoro, rompendo l'incantesimo. "Adesso vado a farmi una doccia, sono tutta sudata.." Mi stacco da lui. "A più tardi, amore." Faccio il giro del bancone e afferro una mela, mentre lui mi guarda con la bava alla bocca e un'espressione alquanto divertita.

"Non contarci, potrei venire a lavarti la schiena..." Ribatte, appoggiandosi coi polsi al bancone. Mentre esco noto dei grossi pacchi sul tavolo. Cosa sono? "Oh, quella è la fragranza di cui sono testimonial, questi pacchi probabilmente sono arrivati quando eravamo a Firenze..." Si avvicina a me e ne apre uno. "C'è la versione 'per lui'." Mi mostra una confezione. "E la versione 'per lei'." Me ne mostra un'altra.

"Mmmmh... potrebbe piacermi." Mormoro, baciandolo di nuovo e afferrando quella contenzione all'improvviso. Lui protesta e aggrotta la fronte. "È 'per lei', no?" Gli faccio notare, poi gli avvolgo le braccia intorno al collo, premendogli contro io mio corpo sudato e, al tempo stesso, desideroso di lui. "Quindi.. a meno che non ci sia un'altra 'lei' a cui vuoi darlo, credo che questo appartenga a me."

"Tutto ciò che mi riguarda appartiene a te." Ribatte, baciandomi la punta del naso. "Solo che volevo dartelo in modo più... romantico." Aggiunge, dandomi una sonora sculacciata sul sedere. "Vai a fare la doccia, altrimenti finirò per cambiare idea."

"Potresti sempre raggiungermi." Gli faccio notare.

"Questo farebbe di me un cattivo genitore." Dice, mi ruba un altro bacio e si stacca da me. "Vai." Sibila.

"Okay." Ridacchio, mordendomi il labbro. Giro le spalle ed esco dalla cucina, salgo le scale e vado dritta nel nostro bagno per farmi una doccia. Dopo di che tutti e te pare insieme prepareremo una bella cenetta.. come facciamo ogni sera. Ed è decisamente il mio nuovo momento preferito della giornata.

Damie • The love affair IIIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora